Se è vero che lo sviluppo del pensiero critico rischia di soffocare sotto i colpi delle leggi del mercato, è altrettanto vero che l’informazione e la critica letteraria online vengono affrontate e argomentate con scioltezza narrativa e libertà linguistica.
“Tutti questi siti restano legati ad un interesse principalmente letterario, ma tutti, alle recensioni, ai saggi, alle poesie, ai racconti, associano una viva attività di osservatori e critici della realtà contemporanea anche nei suoi aspetti sociali e politici” (Giulia Iannuzzi - L’informazione letteraria nel web. Tra critica, dibattito, impegno e autori emergenti).
Con sguardo acuminato e profonda competenza della materia trattata, sono in molti a sfruttare questi spazi della Rete che sfuggono alle fredde logiche del fatturato e delle classifiche da manuale. È proprio in questi spazi che il pensiero critico si sviluppa contaminando i lettori. Eppure non è sufficiente.
Per uno sviluppo e una promozione capillare del pensiero critico servono strumenti in grado di penetrare e raggiungere il sistema scolastico. Il dossier Ocse 2015 su scuola e università segnalava in Italia uno dei punteggi più bassi in termini di lettura e comprensione negli under 35. Parametri allarmanti soprattutto se comparati con quelli di altri stati europei. E il gap non arretra nel 2016. Il Dossier Ocse 2017 rileva un basso livello di competenze tra i lavoratori, tra i laureati e neolaureati italiani a dimostrazione del fatto che ne risentono le performance aziendali, manageriali, gli studi e le ricerche.
Scuola e università sono le istituzioni in cui si può (e si deve) partire da una didattica per competenze in grado di preparare bambini, adolescenti e giovani nella risoluzione di molteplici problemi attraverso verifiche empiriche delle ipotesi, controllo, organizzazione e classificazione dei fattori. Tutto ciò si riassume nell'esercizio del pensiero critico.
La grande sfida del sistema scolastico italiano consiste nel preparare le future generazioni a un ecosistema lavorativo complesso dove il singolo individuo può realizzarsi intraprendendo non un lavoro specifico ma una carriera trasversale che tocca più settori professionali i quali, nella maggior parte dei casi, saranno in continuo divenire. È interessante, in questo contesto, uno studio del dipartimento del lavoro americano secondo il quale più della metà dei bambini che frequentano la scuola primaria svolgeranno in futuro una professione che, ad oggi, non esiste.
Il pensiero critico è fondamentale non solo per l'educazione alla cittadinanza, ma anche come mezzo di formazione di una personale idea sui fatti che accadano nel mondo attraverso la lettura e l'informazione. In questo senso, la lotta alle fake news, attraverso programmi promossi da enti e istituzioni, è uno degli sforzi per combattere l'appiattimento culturale a favore del risveglio conoscitivo. È questo l'obiettivo del progetto promosso dall’Osservatorio permanente giovani-editori (Opge): sviluppare il pensiero critico attraverso esercizi, specialmente a scuola, che servano a distinguere i contenuti credibili dalle fake news. Fanno parte del progetto i direttori dei quotidiani più prestigiosi degli Usa: Dean Baquet (New York Times), Gerard Baker (Wall Street Journal) e Davan Maharaj (Los Angeles Times).
Un altro progetto per lo sviluppo del pensiero critico, nato nell'ottica di una connessione delle giovani generazioni con l'era attuale dell’industry 4.0 e dell’internet of things, è TEDxYouth@Bologna 2018. Evento e concorso al tempo stesso, TEDxYouth@Bologna darà voce alle idee degli studenti delle scuole superiori italiane che si esibiranno, a metà febbraio, in talk di max 18 minuti a partire dal tema “Il nostro orizzonte è il mondo” all’interno di macro-aree, dalla sfera umanistica a quella scientifica e tecnologia, passando per le idee imprenditoriali, le start-up e lo sport.
Le idee, i progetti e le iniziative in Italia non mancano e le strade per la costruzione del pensiero critico sono spianate. Non resta che lavorare su queste strade per farle andare sempre più lontano e agli scettici o a coloro che cercano "strade più furbe che ricche per abbeverarsi alle fonti della ricerca" (De Biase, dicembre 2017), ricorderò che un famoso maestro (jedi) disse che noi siamo il terreno su cui essi (i giovani) crescono e questo è il vero fardello di tutti i maestri.