“Felicissima di farne parte!!!”
“Cara che bella idea! Ti abbraccio forte”
“Ma che bello!”
“Sei tu che sei preziosa”
“Contenta di essere una amica preziosa! Grazie, un bacione”
“Ciao bellezza grazie”
“Ehilà fantastico! Grazie!”
“Grazie Jenny!!! Un bacione, un abbraccio e complimenti per la bellissima idea!!!”
“Grazie Jenny sono felice di essere in questo gruppo … un forte abbraccio!”
“Grazie Jenny! un bacio grande”
“Che idea splendida … che onore farne parte … ”
“Ciao Jenny allora anch’io faccio parte di questo gruppo? Grazie!!! Ne sono onorata!!! Ti abbraccio forte forte”.
È il 20 giugno. Inaspettato arriva come un fuoco d’artificio un whatsapp dal logo accattivante, ma ignoto Le mie amiche preziose con questa raffica di messaggi di donne a me sconosciute, a parte Jenny, la sua creatrice e, dopo un primo momento di sorpresa, mi sento immediatamente dentro questa comunità “preziosa” che mi commuove per lo slancio affettivo e la spontaneità, tanto che d’impulso mi metto a digitare “Che bella idea! Vitale! Creativa! Grazie Jenny di appartenere ai tuoi pezzi di cuore. Con affetto, Luisa”.
E poi continua inarrestabile lo sgorgare dei messaggi, tra cui: “Grazie Jenny io sono Adriana di Vicenza, ciao a tutte e buona giornata”. “Grande fantasiosa Jenny che bella idea! Con gioia offro il mio pezzo al tuo grande albero del cuore, con antico affetto, Giovanna”. “Veramente grazieeeee amica mia da tantissimi anni sei sempre nel mio cuore, ciao Elisabetta”.
Finché compare lei, Jenny, per la prima volta nella “sua” chat con queste parole: “Grazie mille di cuore a tutte per l’entusiasmo con cui avete accolto questa iniziativa balzana … Mi è venuta stamane in macchina mentre andavo per la decima chemio (me ne mancano cinque …iuuuh!!), ho pensato, e non era la prima volta, che questo percorso lo sostengo proprio grazie all’affetto che mi circonda. Dentro a questo affetto, ci siete anche tutte voi: ciascuna a proprio modo e per come è fatta … siete i mattoncini che insieme formano ‘un solido muretto di tulle’ … (può essere solo la chemio che mi dà certe visioni … non spaventatevi…), ma un muretto a cui appoggiarmi e tiene fuori i brutti pensieri… Molte di voi non si conoscono … per cui non so cosa salterà fuori, ma avete in comune un grosso senso di affettuosa sensibilità e umanità. Non voglio che sia un salotto sui miei mali. Però sentivo forte il desiderio di riunirvi almeno idealmente, visto che le forze sono poche anche per solo un caffè … Fate parte dell’albero della ma vita, in questo momento con le foglie rosse dell’autunno, ma con una chioma rigogliosa a forma di cuore, perché è la vostra vicinanza che mi tiene insieme, che mi incita a sperare e a continuare … per questo no ai bollettini medici, né allo stress di rincuorarmi … libere tutte!!! Una parte di me è ombrosa e, a volte, pessimista, ma un’altra … ha una voglia matta di guardare al futuro in modo nuovo, quasi scatenato … soprattutto libero dal sentire i pesi di routine quotidiani così pesanti, perché di fatto non lo sono… Da questo nuovo punto di vista tutto è stravolto …tutto viene esaltato o meglio ridimensionato … Il bello diventa meraviglioso, il brutto … una cosa ovviabile e accettabile!!! Ora basta ciance … perdono!!! Vi abbraccio tutte strette, qua la mano! In questo sodalizio whatsappiamo …!!! Come siamo giovani e tecnologiche!”.
E il grande albero rosso del cuore è il logo della chat che si farà presente da allora ogni giorno, più volte al giorno, contenitore dei messaggi tra i più svariati, pensieri “preziosi” dedicati a Jenny per abbracciarla e farle da scudo dolce, ma forte, un buon riparo per farla sentire in compagnia, neanche per un momento sola, protetta perché pensata.
Stupefacente la forza di quella immagine! Ha mosso un’energia vitale che pare proprio inesauribile, che perdura e che ha suscitato il miracolo di creare una rete anche tra di noi, agli inizi 21 “amiche sconosciute”, adesso ognuna con un nome, un viso, una storia, esperienze condivise… Sembra proprio il reticolo di un alveare, quel ricamo prezioso tramato dall’Ape Regina/Jenny che ha dato semplicemente il la, un’invisibile mano tesa emanante il furioso bisogno di aggrappamento insieme a un’imperiosa voglia di vita, in un solido atto di fede che le altre mani si sarebbero allungate verso di lei, dando vita a un legame forte. Infatti, una coralità di voci, quasi un coro greco, ha fatto da sfondo sonoro e, allo stesso tempo, si è fatto protagonista di tutta questa storia di donne con lei. Questo l’incipit dell’avventura.
Jenny, ha avuto fin da subito grande cura per il gruppo, ha pensato anche alle presentazioni invitandoci a mandare delle foto, spesso selfie inguardabili, ma per noi divertentissimi, e scrivendo piccole biografie di noi per aiutarci a familiarizzare. I saluti del mattino, le arguzie o gli scambi di emozioni durante la giornata, ma soprattutto le più variegate buona notte fatte di immagini, suoni, parole-ninna nanna, per custodire gelosamente il sonno in primis di Jenny, ma che in seguito sono diventate una coccola a cui tutte ci siamo abituate e che non poteva mancare a fine giornata. Un saluto notturno si librava sempre nell’etere, mai una notte è stata affrontata in solitudine.
I messaggi diventavano via via più intimi, foto di famiglia, di paesaggi, inserti sonori, poesie, segnalazioni di mostre, concerti, film, letture, opere teatrali e mai sono mancate le giornaliere immagini di opere artistiche, Chagall, Van Gogh, Schiele, Picasso, Rubens, ecc., ma anche le vignette di Snoopy o della caustica Mafalda, o le barzellette deliziose, e anche ricette culinarie, manufatti di ricamo, maglia e cucito, le molteplici esperienze della vita erano condivise in questo caldo abbraccio comune.
Il gruppo, galassia gelatinosa, via lattea, ha imparato intuitivamente a muoversi compatto e soffice, sintonizzandosi e predisponendosi a ricevere lo spettro delle onde elettromagnetiche che costituiva il campo delle “preziose”. Come un fascio di fibre sinuose ondeggiava seguendo la sequenza ritmica della dimensione psico-fisica che lo costituiva.
Durante i famigerati martedì, giorni della “chemio”, si sentiva la stretta del gruppo farsi più intensa, la messa assieme di tutti i pensieri più vicina e più positiva nonostante i colori si offuscassero, tinti dalle preoccupazioni e dalle ansie, ma ci facevamo forza per dare forza alla nostra eroina che affrontava i giorni del drago.
Come un respiro che si contrae e si espande, il gruppo seguiva e incarnava il percorso dolente di Jenny. Il lunedì sera il movimento di raccolta di energie diventava più frenetico, i messaggi si intensificavano, erano pensieri di estrema vicinanza, ma volavano anche immagini di cieli stellati, di lune piene, o sonorità rasserenanti. Il martedì mattina, accomunate dalla dura prova del tollerare l’incertezza del trattamento, “si farà o le analisi daranno il veto?”, il gruppo vigilava attento come una gatta spaventata e sospettosa pronta a soffiare o a graffiare al primo segnale sospetto, poi ecco l’allentarsi della tensione quando si sapeva dell’“ok”, quindi subentravano le ore dell’attesa che ci rendeva mute, il fiato trattenuto, finché non arrivava il messaggio liberatorio, “missione compiuta” e il respiro iniziava ad alleggerirsi. Certo c’era da tener d’occhio “the day after”, quali ripercussioni dopo tanta lotta, si era sempre in allerta dei più svariati segnali, finché verso il fine settimana il respiro si poteva espandere, libero di fluire fino in fondo, finalmente ecco il tempo del riposo, del “non pensiamoci”… per poi ricominciare il tutto la settimana successiva. Sempre così, ad onde, questo era il movimento-respiro del corpo-mente del gruppo che rispecchiava accompagnandolo il movimento-respiro del corpo-mente di Jenny.
“…In questo periodo mi avete circondato di un alone affettivo incomparabile, che mi ha sostenuto, mi ha fortificato in una maniera speciale e sorprendente e in più ha fatto da barriera ai pensieri più cupi! Quelli della Pio X non lo sanno, ma ogni volta che sono entrata da fine giugno ed entro ancora oggi, non entra solo la persona che vedono, ma uno stuolo di venti meravigliose signore …”.
Eravamo proprio in uno stato di guerra, e il rannicchiarci per raccogliere energie da esplodere contro il nemico con il massimo potenziale, ricordava le figure del “tai chi”, arte marziale appunto, ma anche movimento danzante di bellezza toccante perché ha a che fare con l’ineffabile compenetrazione dell’umano con la natura.
Intanto passavano le settimane … finché è iniziato il count down delle chemio e Jenny comincia ad essere propositiva, sogna un weekend con le “preziose” in Val d’Intelvi, inizia a mettere per iscritto pensieri vaganti che diventano racconti irresistibili: il desiderio recondito di Jenny di scrivere, trova in questo “paesaggio” il terreno per germinare parole floreali che troveranno un’accoglienza entusiastica e incoraggiante. Scriverà di sé un racconto stupendo dove due personaggi, Umbrìas e Felicitas, sono acute e struggenti metafore del suo mondo interno.
A poco a poco la vita riprende il suo scorrere, terminati i giorni della passione, ecco i giorni di vacanza, e poi i primi approcci all’attività lavorativa. E realizzeremo davvero il sogno di un weekend fantastico insieme, ma anche il cenone di Natale a sorpresa e sono in cantiere tanti altri progetti di condivisione che la mente effervescente di Jenny sta tessendo come Cloto, la Parca filatrice. In questo sentirci all’unisono si è generata la fiducia di poter far fronte alla malignità del drago, tante minuscole caparbie Davide-“muretto di tulle” hanno sbarrato il passo a Golia, in una situazione straordinaria sognata e resa possibile da Jenny.
E la capacità di ironizzare, quindi di rendere pensabile l’impensabile, testimonia la “preziosità” di questa esperienza: “…adesso vi faccio un po’ridere! Stamattina mi sono guardata allo specchio la testa e il viso appena sveglia con più attenzione. Ho scoperto che la mia peluria, evviva! si sta risvegliando … però … le sopracciglia tendono alcune al color rame (??!!) e altre bianche come la neve … sono tutte schizzate … chi va in su, chi va in giù, chi a destra e chi a sinistra, chi in diagonale … Ma i pseudocapelli sono i più buffi: c’è un gruppo disciplinatissimo, alti circa 2mm., tutti ritti, compatti, sembrano soldatini schierati pronti per una parata!!! poi ci sono sparsi alcuni molto più lunghi, ma ribelli, schizzati pure loro, che non si capisce di che natura siano … Comunque sia, ragazze, sulla mia crapa pelata, ci sono segnali di vita!!!”