La scelta di utilizzare il web per l’acquisto di beni e servizi da parte delle famiglie italiane ha un andamento in chiaroscuro. Se infatti da un lato è aumentato il giro di affari del mercato online raggiungendo nel 2016 quota 26 miliardi di euro, cinque in più rispetto al 2015, dall’altro quest’attitudine, molto più diffusa all’estero, sembra non aver preso il decollo.
È quanto emerge dalla più recente edizione del Rapporto Luci e ombre del commercio online in Italia. Identikit del consumatore online e delle imprese in Europa diffuso dalla BEM Research. Lo studio evidenzia come la quota sul mercato europeo a 28 paesi, sia passata dal 3,6 al 4,2%, con un notevole ritardo rispetto a Germania, Francia e Spagna che invece evidenziano quote di mercato ben più ampie dell’Italia (rispettivamente 16,4%, 10,1% e 6,4%). La performance migliore è del Regno Unito che, con una quota del 38,5%, mantiene la prima posizione dei paesi europei che generano il maggior giro di affari sull’e-commerce.
Secondo i dati Eurostat solo il 29% della popolazione italiana tra i 16 e i 74 anni ha utilizzato almeno una volta Internet nel corso del 2016 per fare acquisti evidenziando così un notevole distacco dai trend brillanti registrati nei paesi dell’area euro come Francia (66%) e Germania (74%) e non molto distanti dai vertici della classifica occupata da Danimarca (82%) e Lussemburgo (79%). L’Italia si posiziona così davanti solo a Cipro, Bulgaria e Romania.
Nel Bel Paese a fare acquisti online sono soprattutto gli uomini e gli utenti di età compresa tra i 25 e 34 anni. In un arco di tempo di tre mesi sono appena il 17% le donne italiane che nel 2016 hanno utilizzato Internet per le loro spese, contro il 23% degli uomini. I più propensi all’utilizzo del web per effettuare acquisti sono gli abitanti della Valle d’Aosta, seguiti da quelli del Trentino-Alto Adige e della Lombardia. In fondo alla classifica si attestano Campania, Calabria e Sicilia, regioni che rispetto all’anno precedente non hanno mostrato miglioramenti.
Per quanto riguarda i prodotti più acquistati online troviamo al primo posto viaggi e trasporti (18%), seguiti da abbigliamento (18%), prodotti tecnologici (14%), articoli per la casa (13%), libri e giornali (13%), film musica e biglietti per spettacoli (11%) e, infine, telefonia e assicurazioni (5%). Analizzando le classi di età si evince che i giovani acquistano online soprattutto capi di abbigliamento, mentre i più anziani libri e giornali. La popolazione di mezza età predilige comprare online viaggi e titoli di trasporto. Dal punto di vista dell’offerta, il divario tra Italia ed Europa si è ridotto se si guarda alle sole grandi imprese, mentre le piccole e medie imprese lo hanno visto aumentare. Il fatturato prodotto da Internet nel 2016 da queste ultime è stato infatti pari al 6% del totale nel 2016, contro l’8% del 2015.
Il dominio dei principali player globali appare sempre più incontrastato e per evitare che le PMI italiane vengano progressivamente divorate dai giganti del web, lo studio suggerisce infine l’utilità di un portale web che metta in rete le tante piccole realtà produttive di qualità promuovendo il made in Italy nel mondo per il settore alimentare, la moda e l’arredamento. Potrebbero inoltre essere attivate campagne informative specifiche per determinati consumatori magari più orientati al made in Italy e, soprattutto per il Mezzogiorno, un sistema di incentivi fiscali potrebbe sostenere le spese per l’accesso al web.