C'era una volta un albero d'oro. Era un albero enorme, un bellissimo albero. Anche la sua frutta era d'oro. I suoi rami, le foglie e perfino le sue radici erano d'oro. Come era bello quest'albero! Ma nonostante la sua bellezza, era tutto solo. Nessuno andava a sedersi sotto di lui, neanche la sua ombra. Nessuno s'avvicinava, neanche per assaggiare la sua frutta incantevole. Nessuno arrivava, neanche per appoggiarsi al suo grande, grande e accogliente tronco. E, non c'era un altro albero d'oro in tutto il mondo con cui poteva parlare. La gente non arrivava più.

Una volta c'era sempre una grande folla intorno a questo bellissimo albero. La gente si riposava sotto i suoi rami enormi e le sue foglie d'oro, e lui la proteggeva dal caldissimo sole estivo con la sua immensa ombra, che copriva la terra per chilometri. Era un riparo formidabile dalle piogge. C'era un tempo in cui la gente faceva i picnic sotto i suoi rami con le famiglie e i loro bambini. C'erano sempre nonni, zii, zie, cugini, sorelle, fratelli, mamme e papà, e poi anche tanti amici. Ma ora non c'era nessuno. E l'albero d'oro ogni giorno che passava, si rattristava. E ogni giorno la sua frutta era sempre meno. E i suoi rami e foglie si chinavano sempre più in basso, verso terra, dove il sole non li raggiungeva.

Un giorno il sole chiese all'albero d'oro: “Perché sei così ... triste ... inavvicinabile? Perché la gente non viene più a riposarsi sotto la tua ombra bellissima? Perché non si protegge più dalla pioggia sotto i tuoi rami e le foglie grandissime?” Ma l'albero non gli rispose. Non disse una parola, mai. Un giorno passava sotto i rami dell'albero una formica. La formica guardò su e gli chiese: “Perché non viene più la gente qui? Non ho più potuto pranzare sotto le tue foglie, né trovare una briciola per i miei figli. Perciò, non veniamo più sotto i tuoi rami. Perché... albero d'oro... ?” Ma l'albero d'oro non gli rispose. Non disse una parola, mai.

Passarono i mesi, quando improvvisamente un uccello volò vicino i suoi rami. Ma l'uccello non vi si appoggiò. Erano passati mesi e mesi da quando un uccello era passato da quelle parti. “Perché nessuno viene più ad ammirare il tuo splendore, né si appoggia sui tuoi rami?” chiese l'uccello. L'uccello sbatteva forte le ali. Era stanco, ma non riusciva ad avvicinarsi all'albero d'oro. E l'albero d'oro, non gli rispose. Non disse una parola, mai. Cosi, l'uccello volò via, cercando riposo sui rami di un altro albero.

Un giorno ci fu una terribile e minacciosa tempesta. Le nuvole si riempirono d’acqua. E dal cielo arrivava sulla terra una pioggia forte, forte. Neanche gli ombrelli riuscivano proteggere la gente dal fortissimo acquazzone. Ma nessuno correva all'albero d'oro per ripararsi dalla pioggia. Così, le nuvole chiesero all'albero: “Perché nessuno viene più sotto i tuoi forti, forti rami e le grandissime foglie per ripararsi dalle nostre piogge?” Ma l'albero non disse nulla. Non disse una parola, mai. Così, la pioggia si fermò sopra l'albero. Non cadde più sui suoi rami d'oro, mai più. E dopo tanti, tanti giorni l'albero cominciò a seccarsi. Le sue radici, il tronco, i rami, e le foglie d'oro cominciavano a perdere la loro bellezza. Si sciupavano. La frutta cadeva sulla terra e marciva.

Un giorno un bambino passò vicino all'albero. Erano passati mesi e mesi da quando un bambino s'era avvicinato. Così, l'albero fu tanto contento che si mise a parlare e chiese: “Perché nessuno viene più sotto i miei enormi rami, le mie foglie d'oro e la mia spaziosa ombra, neanche durante le piogge?” Il bambino sentendo la voce dell'albero per la prima volta, prese paura. Stava per correre via… Ma l'albero lo pregava di sapere, e pianse così tanto che il bambino si fermò. Il bambino si avvicinò di nuovo, piano, piano. Ma questa volta toccò l'albero e lo accarezzò, abbracciandolo forte forte. Subito, in un istante, l'albero e tutto il suo oro si trasformò. E le sue foglie diventarono verdi e i rami marrone, come un albero vero. La sua frutta diventò vera e succosa, bellissima. “Nessuno mi aveva mai abbracciato, né mi aveva accarezzato, neppure toccato!” esclamò l'albero vero. “Mi sono trasformato in un albero d'oro tanto, tanto tempo fa, credendo che sarei stato più felice. Che tutti mi volessero più bene! Ma non fu così.” “Ma tu sei bellissimo come sei!” disse il bambino. “I tuoi rami grandi, così naturali, e le foglie verdissime che circondano i tuoi frutti succosi, sono veri e bellissimi. La tua ombra ci protegge dal sole forte. Gli uccelli trovano pace e riposo sui tuoi rami. E persino le piogge ti vogliono bene!”

Il sole ora risplende sopra l'albero. Il mondo è cambiato, e ritornano gli uccelli, le formiche, e la gente; i nonni, le nonne, gli zii, le zie, i cugini, le sorelle, i fratelli, le mamme, e i papà e degli amici... per fare i picnic e per mangiare la sua frutta meravigliosa. E l'albero fu contento, felice e di nuovo splendente. Da quel giorno l'albero non fu mai più solo. E promise di non trasformarsi mai più in oro, né in argento né niente meno che se stesso. Perché ha imparato che non c'è niente di più bello che essere un albero vero con veri amici sotto i grandi rami, le grande foglie verdissime, e la spaziosa ombra. Tutto questo era vero. E da quel giorno, ogni giorno, il bambino ritornava per abbracciare e accarezzare e toccare quell'albero vero. E sarebbero stati amici... per sempre... e sempre...

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