Nell’ambito del legame Arte/Moda instaurato dal Centro di Firenze per la Moda Italiana con Palazzo Pitti si è rinnovato l’invito a fiorentini, ospiti internazionali e buyer, alla vigilia dell’inaugurazione di Pitti Uomo 92, ad assistere gratuitamente a Meraviglia water and flames lo show dei Sonics, che impegna 30 fra artisti e tecnici in coreografie acrobatiche sospese nell’aria, con uno sfondo di effetti speciali di acqua e fuoco, videoproiezioni sull’acqua e un’astronave azionata da una gru. Cornice dell’evento ufficiale di pre-apertura, Piazza Pitti. Problemi prospettici hanno favorito la moltitudine che occupava la piazza rispetto agli invitati sulla terrazza di Palazzo Pitti, i quali, però, hanno goduto dell’anteprima della mostra intitolata Il Museo Effimero della Moda, visibile al pubblico fino al 22 ottobre. Una novità assoluta, che si accompagna al mutamento di nome del Museo del Costume, divenuto Museo della Moda e del Costume.
Attingendo alla collezione del Museo di abiti di tutte le epoche, Monsieur Olivier Saillard ha riempito 19 sale di scenografie tematiche, con gli abiti protagonisti o comparse, a seconda dell’argomento che erano chiamati a illustrare. Atmosfere raramente gioiose, in pieno contrasto con le sfilate che dal giorno seguente si sarebbero svolte per Pitti Uomo 92. In fortezza dominano i fiori (Boom Pitti Blooms è il filo conduttore di questa edizione), il movimento e la musica, qui il silenzio e l’immobilità, spesso tinti di dolente caducità. Abiti sdraiati nelle teche per evitare che le stoffe impalpabili di cui sono fatti si sgretolino; abiti quotidiani appesi agli attaccapanni, contenitori in paziente attesa del loro completamento, i corpi dei loro proprietari, per contrasto freneticamente catturati dagli impegni di ogni giorno; penne e piume sono presentate come l’effimero per eccellenza, private per sempre, sul vestito, della speranza di alzarsi in volo. E potremmo continuare, correndo il rischio però di togliere allo spettatore quello che è il pregio della mostra, ovvero la sua assoluta originalità.
A questa edizione di Pitti Uomo alcuni dei convenuti condividono con noi brani di Storia, attingendo ai loro archivi privati. Ne è esempio il gruppo Marzotto, che ha acquistato nel 1987 il lanificio Rossi, noto come Lanerossi. Presenta, in una mostra dal titolo Il filo rosso delle idee, elementi di un nutrito archivio del lanificio che abbraccia 200 anni di storia italiana. Archivio che dimostra la notevole qualità della comunicazione di cui la ditta si era dotata lungo tutta la sua storia, iniziata nel 1817 a Schio ad opera del fondatore Francesco Rossi. Una riflessione dei dirigenti di oggi su come il materiale di archivio, di modernità sorprendente, fosse pressoché sconosciuto al grande pubblico, li ha spinti a ricostruire la storia degli artefatti comunicativi e la modalità scelta per raccontare i contesti economici, produttivi, sociali e culturali che hanno contraddistinto le vicende di una delle maggiori industrie italiane del settore tessile e leader europea nei primi anni del Novecento.
I poster e gli slogan, affidati a prestigiosi designers e pubblicisti ante litteram, ci fanno ripercorrere le atmosfere di un’Italia del passato, legata alla famiglia, operosa, in ascesa sociale, più ingenua e meno avida di oggi, con mamme dedite al lavoro a maglia, scaldata dalle coperte più che dal riscaldamento, stregata dalla TV dei primordi col seguitissimo Carosello. Questa rarità storica ritrovata verrà mostrata anche ai visitatori di ogni parte del mondo che frequentano il successivo Pitti Filati.
Anche gli archivi storici del Lanificio Vitale Barberis Canonico narrano, in questa edizione di Pitti Uomo, una storia affascinante di creatività del made in Italy. Il Lanificio, guidato da oltre 350 anni dalla stessa famiglia, possiede campionari di tessuti provenienti da Italia, Francia, Gran Bretagna e Germania, in uno dei quali è stata trovata la prova scritta della sua esistenza dal 1663! Nella suggestiva cornice della Polveriera sono in visione i campionari originali di tre diversi periodi storici: 1846-1857, 1930, 1970, in relazione con tre personaggi famosi per la loro eleganza, rispettivamente Lord Gordon Lennox, l’ex-re Edoardo VIII e il nostro Gianni Agnelli. Allestito pure l’archivio digitale, più di 2500 volumi e 25.000 schede di tessuti, raccolte di tendenze e campionari dal 1846 a oggi. Visitabile da postazioni mobili nello stand, conduce alle origini della creatività stilistica e porta per mano lungo un tratto di Storia del Costume Maschile e Femminile. Un patrimonio unico, generosamente messo a disposizione dei visitatori in questa occasione, in contemporanea con il lancio della collezione di tessuti nella speciale lana 21 micron.
Forte di un’esperienza indiscussa, il Lanificio afferma e suggerisce di usare la linea 21 micron, declinata in cinque varianti, adatte a vestire l’uomo in tutte le occasioni e in tutte le stagioni: dall’hopsack, caratterizzato da una trama piuttosto larga e aperta, al pettinato tradizionale. Tutte lane nervose, volutamente non sottili, di straordinarie prestazioni per comfort e lusso. Il visitatore è stato messo in grado di percepire la qualità e le caratteristiche di questi tessuti in un’area della Polveriera denominata Experience e di creare il proprio dress code con alcuni campioni di tessuto per provare nuove combinazioni. Un viaggio fra Heritage e Innovazione, per sbarcare all’Eleganza Personalizzata.
Sullo sfondo di fiori in colori pop un po’ dovunque, negli spazi espositivi, sui teli ondeggianti al vento di fronte allo Spadolini e sulle facciate, le proposte di moda svelano il trend più diffuso: colori delicati, leggerezza nei tessuti e morbidezza di taglio nelle forme. I pantaloni, diritti lungo la gamba, tendono ad allargarsi in fondo e, in vita, ammettono pinces singole o doppie. Le giacche tendono a dimensioni più morbide, alcune ultralight, destrutturate e sfoderate, spesso con spalle senza imbottitura. In giacche più sartoriali i revers tornano in evidenza, anche più larghi di 13 cm. I tessuti sono naturali, cotoni, sete e lini contaminati da lana.
Il termine clash, coniato da Alessandro Sartori, del gruppo Zegna, sta a indicare un fenomeno cui si assiste qui in modo generalizzato, ovvero la collisione fra artigianale e contemporaneo, handmade e high-tech, analogico e digitale e che, giocoforza, porta a risultati assai differenti nei prodotti finiti. Se a questo si aggiunge che il mercato è diviso fra cultori del pret-à- porter, che richiedono capi di impronta sportiva, contemporanei, emozionanti, e cultori del tailoring, che amano abiti personalizzati, veri pezzi unici, quindi di prezzo alto, il divario si accentua.
Un occhio al sociale anche in ambiente moda ha fatto scaturire Beyond Native, il tema che Mini ha proposto a 5 brand emergenti per dare ai loro giovani l’opportunità di raccontare il viaggio emozionale che unisce il paese di origine a quello in cui vivono. Da questo proposito è nata una capsule collection, presso lo spazio Alcatraz della stazione Leopolda, con cinque prodotti di grande personalità e a tiratura limitata, destinati a chi ha il viaggio dentro di sé e quindi capisce e apprezza le contaminazioni culturali. Il contributo di Mini a Pitti sta anche in tanti altri ambiti, come lo spazio confortevole ed amico ogni volta creato all’interno della fiera , i piccoli ventagli efficientissimi e facilmente trasportabili, il gioco di fotografarti più volte mentre esegui una danza improvvisata.
In contemporanea a questa edizione di Pitti Uomo, in un evento Fuori di Pitti, Bianca Guscelli, nipote del grande argentiere artigiano Brandimarte, ha dato una festa a La Loggia, al Piazzale Michelangelo, per pubblicizzare il rilancio della produzione, a partire dai sontuosi vassoi d’argento, creati dal nonno. Il cocktail della serata era un Silver cocktail, dissetante invenzione del locale. L’entusiasmo e il coraggio di questa giovane sono stati salutati da calorosi applausi, in un clima di grande cordialità da lei impartito a questo bell’evento. Chi voleva poteva provare l’ebbrezza di imparare la tecnica, martellando con forza un frutto fra quelli disegnati sul bordo del vassoio a rovescio, e poi inciderne il contorno a diritto.