Per la collezione spring summer a cosa vi siete ispirati?
Per Cigala’s l’ispirazione arriva sempre dalla strada e dai commenti delle titolari delle boutique che scelgono di vendere i nostri jeans. Sono donne che per prime indossano i Cigala’s e sanno bene cosa piace alle loro clienti. Non imponiamo mai nulla, ma guardiamo e ascoltiamo molto.
In una recente intervista, un paio di anni fa ha dichiarato che non si poteva apprezzare la qualità di un prodotto come il vostro attraverso lo schermo di un computer o di uno smartphone, decidendo di chiudere il vostro negozio online e sostenendo i punti vendita. Dopo la pandemia, è ancora a favore di questa scelta in controtendenza con lo sviluppo e la crescita dell’ecommerce?
Assolutamente sì, ed anzi si può dire che grazie a questa nostra decisione di evitare l’ecommerce proprio a inizio pandemia, quando tutti si sono riversati sul web mettendo ancora più in difficoltà le boutique, ho guadagnato ulteriori simpatie e apprezzamenti da parte dei miei clienti. Chi ha un negozio non si è sentito tradito e oggi compra i miei jeans con più convinzione perché sa che può contare su un prezzo uguale per tutti e non avrà mai da parte nostra la concorrenza di un e-shop.
Nel corso di oltre 25 anni di studi sulle forme femminili Cigala’s ha saputo sviluppare un criterio unico e originale per fare in modo che tutte le donne possano trovare il proprio “perfect fit”. In cosa consiste questo criterio?
Il Perfect Fit non è una formula magica, ma il frutto di molti anni di lavoro. Parliamo di modellistica. Nel corso degli anni, anche ascoltando molto le titolari delle boutique che sono il nostro primo canale di informazione per sapere cosa va e cosa non va, abbiamo progressivamente perfezionato le linee e i materiali, così da garantire il massimo del comfort e della vestibilità. Tutto qui, semplice e difficile. Semplice da spiegare, difficile da realizzare. Ci vuole tanto, tanto tempo.
La vostra filiera produttiva, interamente italiana, utilizza cotoni organici e filati riciclati, producendo jeans a basso impatto ambientale. Secondo la definizione della Ellen MacArthur Foundation, in un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera.
Una volta quindi che il prodotto ha terminato la sua funzione, i materiali di cui è composto, laddove possibile, vengono reintrodotti nel ciclo economico e possono essere continuamente riutilizzati all’interno del ciclo produttivo generando ulteriore valore. A tale proposito, avete scelto un’antica cartiera di Fabriano per realizzare i vostri cartellini come mai?
Esatto! Per noi essere concretamente ‘green’ significa anche rigenerare ciò che abbiamo, trovare nuovi percorsi per evitare sprechi e consolidare le eccellenze del territorio. Avevo scoperto questa antica cartiera che impastava a mano la carta riciclando scarti di tessuto in cotone. Di lì a pensare di mettere in gioco gli scarti di lavorazione del denim per farne i cartellini, il passo è stato breve. E in più c’è l’idea di impastare nella carta i semi del fiordaliso e delle margherite. Così lo stesso cartellino, una volta terminata la sua funzione, potrà generare, se piantato in terra, una nuova vita.
I bottoni e i rivetti dei capi Cigala’s sono Nickel-Free già da alcune stagioni e possono vantare anche la certificazione L.I.F.E. Che cosa garantisce questa certificazione?
Creare un jeans nel rispetto della sostenibilità significa aver cura dei dettagli. Così i bottoni e i rivetti dei capi Cigala’s possono vantare anche la certificazione L.I.F.E., che garantisce una produzione a basso impatto ambientale: meno 65% nell’utilizzo di acqua; meno 16% nell’utilizzo di elettricità; meno 98% di trattamenti chimici; meno 85% di residui da smaltire.
Avete prodotto anche jeans in cotone organico al 100%, dove la tinta è lasciata “al naturale” e la materia prima, No-Ogm, è coltivata senza pesticidi né fertilizzanti chimici. Quali tipologie di investimenti e sforzi, in termini di produzione, richiede un simile trattamento?
Proprio perché questi materiali sono certificati e garantiscono una filiera produttiva controllata gli investimenti devono essere più ingenti. Da parte nostra non ci accontentiamo però solo della certificazione e andiamo a cercare fornitori che, a prescindere dal certificato, sono in grado di rassicurarci su sistemi produttivi rispettosi dell’ambiente. Conosciamo tante aziende che prima ancora di porsi l’obiettivo della certificazione hanno spontaneamente lavorato per fare in modo di produrre senza sprechi d’acqua o reimmettendola nell’ambiente dopo averla depurata. È con questo tipo di aziende che lavoriamo.
Offrite una tipologia di jeans molto ampia tra modelli skinny, cropped, wide leg, straight, flare e relaxed fit. Se dovesse sceglierne uno per identificarne il brand?
È molto difficile scegliere, anche perché hai citato proprio i nostri best seller. Per me comunque il jeans per eccellenza è e rimarrà sempre il Bell Bottom. Sarà perché amo le Charlie’s Angels che lo hanno valorizzato con la loro bellezza. Io credo che il Bell Bottom sia quel giusto mix di forme che rende sexy senza eccessi, slancia la figura femminile e, al tempo stesso, la rende dinamica e contemporanea. Sempre, anche oggi. Non per caso il Bell Bottom è il modello della stagione, il più scelto dalla stampa moda, in un anno in cui il jeans è protagonista.
A disposizione dei vostri clienti offrite un’ampia gamma di colori diversi, più o meno ventidue per ogni stagione, come fate a mantenere questa diversificazione?
Il colore è essenziale perché le nostre proposte siano sempre ‘fresche’ per ogni stagione. Parliamo naturalmente dei modelli declinati in tessuti differenti dal denim, che invece può simulare fino a otto anni di invecchiamento e usura. Puoi comprare un jeans che dimostra tre anni oppure sei. Quindi anche nel jeans puro la scelta è molto ampia. Mentre i colori dei tessuti misto lino, ad esempio, che riguardano la stagione estiva, sono scelti in base alle nostre ricerche e definiti per fare in modo che i nostri pantaloni compongano gli outfit della stagione, in abbinamento a capi di tendenza appartenenti ad altri brand. Ma il colore non è l’unico ‘segreto’ che consente ai Cigala’s di abbinarsi bene. Abbiamo anche avviato un nuovo progetto in partnership con un’azienda vicina a noi, nelle Marche. Con il nuovo brand Red Capsul, ideato da un giovane imprenditore, Davide Eusepi, stiamo creando un ‘total look’ Cigala’s: Red Capsul by Cigala’s.
In un’intervista ha dichiarato che le silhouette non vanno imbrigliate ma valorizzate. La vestibilità rappresenta per voi una sorta di ossessione, dove ogni prototipo viene provato e riprovato non su modelle statuarie ma su donne vere per eliminare qualsiasi criticità. Il modello che viene apprezzato maggiormente dalle vostre clienti?
Ogni stagione è diverso, ma ti posso rispondere con un dato certo. Nella prossima stagione, autunno/inverno 2023-24, il modello più venduto è un chino, molto comodo. È stato scelto da ben 126 boutique e, posso scommettere, visto che le titolari dei negozi difficilmente sbagliano previsioni, sarà anche il best seller a livello di sell out.
Ha mai provato a conquistare una donna regalandole un paio di jeans?
Sì, ad Emanuela, una ragazza poi diventata mia moglie. Sembra che abbia funzionato.
Per il futuro nuove sfide e progetti?
Suona simile al famoso vendere i gelati agli esquimesi, ma il mio sogno è raggiungere gli USA e far conoscere il jeans italiano, come lo facciamo noi. Per ora ci ‘accontentiamo’ di approcciare l’Europa: stiamo crescendo in Spagna e puntando alla Germania.