Mario Venuti ci parla dell'album Motore di vita, un bel ritorno sulle scene che possiede già un singolo destinato ai piani altissimi della classifiche, se non proprio a diventare il tormentone di questa estate. Nonostante la dance di Caduto dalle stelle, la sensibilità e il gusto di Venuti temono pochi confronti. “Si tratta di un album - sottolinea - che rappresenta in pieno questo mio momento di cosiddetto orgoglio pop. Ci ho lavorato insieme a due autori che stimo molto, Kaballà e Seba. Volevamo che rappresentasse qualcosa di differente rispetto al Tramonto dell’occidente, che era pieno di riflessioni sul mondo attorno a noi, direi più esistenzialista. Sostanzialmente ho cercato di difendere la coerenza del mio percorso artistico e delle mie canzoni che in questo caso sono leggere, senza rasentare la superficialità. Le esperienze personali e quello che si vive nel quotidiano influenzano di certo i miei pensieri, trovando spesso posto nelle mie canzoni. Rispetto al capitolo precedente ho messo a posto alcune cose e ho cercato di farlo alla mia maniera. C’è la solarità, l’amore, i sensi: tutto quello che mi contraddistingue perché ne sono anche fruitore. Oggi più che mai si cerca di usare la musica come un elemento catartico, di evasione. Anche la scelta di quella mia posa dinamica nella copertina del disco lo conferma”.
A proposito, il singolo apripista ha tutta l’aria di ricevere non so quante richieste di remix con quel beat così malandrino, te ne sei reso conto immediatamente?
Amplifica la positività di un album che occhieggia a una serenità di fondo, ho percepito subito il suo potenziale e i remix stanno già per essere approntati. È un pezzo che sottende il trionfo della fisicità che riconosce la gioia di vivere per abbandonarsi alla danza. Parlo spesso del corpo nelle mie canzoni perché possiedo una natura epicurea. Ma avere un’attenzione per il corpo non significa che il cervello è spento. Tutto sommato il pop può essere anche balsamico se non proprio lenitivo.
Per un artista con il tuo spirito di osservazione però è impossibile sfuggire a certe dinamiche che contraddistinguono la nostra società, difatti in Spirito del mondo calchi la mano su un certo individualismo, anche se nella sua accezione positiva…
Credo molto nella capacità personale di azione. Ogni individuo può avere la forza e la capacità di cambiare lo spirito del mondo. Oggi più che mai sono le forti personalità che sono capaci di influenzare non solo i destini personali, ma a volte anche quelli della collettività. Lo spirito di questo tempo è forgiato dalle nostre azioni, da quello che ci imponiamo di fare per influenzare il nostro mondo e lo scenario in cui viviamo. Il significato della canzone penso si possa riassumere in questo concetto.
Nella tracklist spicca Non è peccato, un brano che in origine avevi scritto per Syria… ne hai ravvisato l’attualità delle tematiche affrontate?
Per fortuna che la società si evolve e la cultura fornisce il suo apporto perché certi tabù oscurantisti, come è stato per il divorzio, l’aborto, le unioni gay, siano via via accettati. Adesso stiamo combattendo con altre tematiche sacrosante, come l’eutanasia, quel soffio di pietà nei confronti di chi non ha più la possibilità di una vita dignitosa, che non può essere certamente considerato un peccato, anche in senso religioso.
Vivi più che mai stabilmente a Catania, che forse non è più la nostra Seattle di metà anni ’80, resta il merito però di avere allargato la portata delle sue energie fresche un po’ a tutto il meridione…
Ci sto sempre alla grande, ma probabilmente è vero che il meglio lo abbiamo vissuto proprio in quegli anni indimenticabili in cui mi sono formato. Com’è noto c’era una scena molto vivace, grazie alla mente illuminata di Francesco Virlinzi, che con la sua Cyclope Records ha compiuto dei piccoli miracoli. Da lì a qui abbiamo vissuto un po’ di rendita, ogni tanto qualcuno esce fuori bene, tipo appunto Seba, che fa parte della squadra di questo disco, così come è vero che neanche troppo lontano ci sono delle realtà molto interessanti. Prendiamo Palermo ad esempio, con giovani di talento come Dimartino e Niccolò Carnesi. C’è tutto un nuovo cantautorato da tenere d’occhio, anche se non mi pare di riscontrare quell’attenzione quasi spasmodica che aveva caratterizzato quel periodo.
Sei molto stimato da altri colleghi, serbi ricordi speciali delle tue collaborazioni?
È una questione di feeling: una volta che si instaura allora è fatta, per questo è quasi inutile sottolineare il rapporto profondo e indissolubile che mi lega a Carmen Consoli. Ma anche Echi d’infinito cantata da Antonella Ruggiero è sicuramente una canzone che serbo nel cuore, cosi come è stato Per causa d’amore, uno splendido duetto condiviso con il talento di Patrizia Laquidara. Affinità elettive al massimo livello.
Di certo andrai anche in tour, perdonami una battuta allora… sei sicuro che non troveremo delle luci stroboscopiche sul palco?
Al massimo potrà esserci qualche momento che ricorda il video che accompagna il video di Caduto dalle stelle, firmato ancora una volta dallo sguardo di Lorenzo Vignolo. Stiamo pensando all’allestimento, ma sarà un tour all’insegna della sobrietà e della semplicità, la forza della musica vera è che non possiede inganni. Per questo deve essere sempre lasciata in primo piano.