Come vuole un’antica saggezza, in tempi di carestia si taglia su tutto, mai sulla semina. (Andrea Cammelli, direttore Almalaurea)

Mario Draghi: "Stime del servizio studi della Banca d’Italia indicano che, a parità di ogni altra circostanza, nel nostro Paese la probabilità di partecipare al mercato del lavoro aumenta di 2,4 punti percentuali per ogni anno di scuola frequentato".

Lettera a Francesco Profumo da un alunno dell’Istituto Comprensivo G. Falcone di Palermo: "Caro ministro, mi chiamo Alessio, vorrei un termosifone per ogni classe, i banchi che sono rotti, una palestra, i libri, armadi, pavimenti che sono rotti, le sedie, vetri alle finestre". Istat 2012: un giovane su cinque fra i 18 e i 24 anni non va oltre la licenza media. Calcolo "per assurdo" del costo della dispersione scolastica da parte dell’economista Daniele Checchi: la perdita è di 70 miliardi l’anno, cioè un teorico 4% del Pil. Innocenzo Cipolletta, dirigente d’azienda ed economista: "È assurdo che la scuola dell’obbligo finisca a 16 anni, un’età che non coincide con il completamento dell’istruzione superiore". Unione degli Universitari, giugno 2012: metà degli atenei pubblici sarebbe fuori legge per le tasse troppo alte. Per la precisione per il 2010 sono 31 su 62 gli atenei che varcano il tetto del 20% incamerando, in modo ritenuto illegittimo dal Tar di Milano, 214 milioni di euro in più. Eurostat: nell’estate 2012 l’Italia condivide con la Romania l’ultimo posto nell’Unione europea per la quota di laureati sul totale della popolazione compresa fra i 25 e i 64 anni: appena il 14,9%. Marcello Ciccaglioni, Aron Roma: "Ho sollecitato Lino Banfi a farsi riprendere con un libro in mano. Nelle fiction non c’è mai in evidenza un libreria, non c’è mai uno che litiga con la compagna e le tira un volume addosso". Jacopo Morelli, Presidente giovani Confindustria: "Nel Parlamento italiano la percentuale di laureati è scesa dal 91,4% della prima legislatura al 64,8 della quindicesima. Negli Stati Uniti i laureati al Congresso superano il 94%".

Ignoranti, edito da Chiarelettere, di Roberto Ippolito è un libro che i deboli di cuore non dovrebbero mai leggere. Tutte le notizie riportate sin qui sono assolutamente vere, documentate. Ogni paragrafo del volume è un colpo al cerchio (del sistema) e alla vecchia botte (del Paese). Qualche domanda all’autore.

WSI: L’ignoranza ha influenzato il voto?
RI: Il guaio è non averlo influenzato. Istruzione e cultura sono state ai margini della campagna elettorale.

WSI: Le priorità erano considerate altre?
RI: Un capitolo del libro descrive il fuggifuggi dall’università: dal 2003 meno giovani immatricolati. Ma nessuno ne parla: la questione è quindi ritenuta irrilevante.

WSI: E i laureati fuggono all’estero, no?
RI: I laureati sono pochi ma stentano a lavorare e a ottenere un beneficio economico. Il sapere non è premiato perché non interessa.

WSI: Che futuro si sta costruendo così?
RI: Non costruiamo il futuro, lo peggioriamo. Dove va un paese che non si prepara? Dove va con una classe dirigente che non legge?