Fra il 1900 e il 1910 a Vienna la xilografia a colori vive una breve ma intenso periodo d'oro. Numerosi artisti, fra cui un numero elevato di donne, membri della Secessione di Vienna e studenti della Wiener Kunstgewerbeschule (Scuola di Arti Applicate) vengono affascinati dalle possibilità tecniche e formali dell’incisione a intaglio e della stampa tradizionale, riscoperte con libertà immaginativa e spirito sperimentale. Gli indiscussi effetti che si ebbero sul piano stilistico e tematico contribuirono ad alimentare un generale clima di cambiamento e influenzarono l’emergere di un linguaggio pittorico moderno, di cui il disegno a tratto e la rappresentazione stilizzata e bidimensionale ne sono i principali effetti formali.
Di questo clima generale ha reso conto la bella mostra Kunst für Alle. Der farbholzschnitt in Wien um 1900 (Arte per tutti. La xilografia a colori a Vienna all’inizio del 1900) ospitata presso la Schirn Kunsthalle di Francoforte e realizzata in collaborazione con l’Albertina Museum di Vienna. La mostra ha restituito tutto l’entusiasmo con cui pittori affermati e nuovi talenti riattualizzarono una tecnica che, come afferma il curatore Tobias G. Natter, permetteva loro di concorrere alla realizzazione di un unico grande tema, la “creazione di un’arte bidimensionale di valore duraturo”, in linea con la diffusa spinta riformatrice perpetuata dal movimento popolare Kunst für Alle: Arte per tutti.
In quel clima culturale di inizio secolo, anche la pratica della stampa xilografica contribuiva ad affermare l’idea che l'arte dovesse aspirare a coprire tutti gli aspetti della vita e che dovesse diventare patrimonio comune. Riducendo la distanza tra "arte alta" e le cosiddette "arti minori", la disponibilità di stampe xilografiche originali a costi contenuti aprì il mercato a un più vasto pubblico, scatenando un vivace dibattito su autenticità, originalità e convenienza per la gente comune, promulgando il valore e l’importanza della divulgazione dell’arte. Grande rilievo ebbero, in tal senso, le pubblicazioni fra cui quelle della Gesellschaft für Kunst che annualmente distribuiva cartelle di grafiche e xilografie originali, spesso di mano degli artisti della Wiener Kunstgewerbeschule. Per molti sostenitori del movimento popolare, la xilografia a colori forniva una risposta al conflitto tra l'arte moderna e legittimazione sociale.
In mostra i sorprendenti risultati estetici di queste idee: dalle premesse storiche testimoniate dagli gli echi dell’Espressionismo, al nuovo spirito artistico di rottura rappresentato dalla Secessione e dalle mostre organizzate fra il 1900 e il 1904, fondamentali per la penetrazione dell’arte xilografica giapponese a Vienna e per la produzione di cataloghi di grafica originale. Focus particolari sono stati dedicati alla Kunstshchau del 1908, l’esposizione organizzata da Klimt e altri artisti di cui molte xilografie sono state mostrate tutte insieme per la prima volta, e all’arte xilografica giapponese, il cui linguaggio, frutto della fusione fra verità di natura e astrazione formale, ha affascinato artisti come Carl Moser e Emil Orlik.
In quasi 200 opere si è dispiegata tutta la varietà stilistica del lavoro di oltre 40 artisti, di cui si ricordano anche i nomi dei meno conosciuti Gustav Marisch, Jutta Sika, Viktor Schufinsky e Marie Uchatius, in mostra con incisioni su legno, sul più moderno e duttile linoleum e con lavori stampati a stencil: una varietà tecnica parallela a quella tematica a dimostrazione della sorprendente fertilità creativa di quell'inizio secolo. Ora che la mostra è conclusa, iI bel catalogo edito dalla Taschen Verlag, con testi in inglese, tedesco e francese, rimane preziosa testimonianza di questa prima – e molto attesa - indagine su un’esperienza culturale, estetica e sociale che aggiunge, con nuovi nomi e nuovi apporti, un importante tassello all’esperienza del Modernismo viennese.