Sarà il prestigioso Museo El Greco di proprietà statale e gestito dal Ministero della Cultura, che organicamente dipendente dal Dipartimento di Belle Arti e dei beni culturali e l'Ufficio Generale dei Musei di Stato, ad ospitare dal 28 settembre al 28 novembre le opere inedite dell'artista Igor Boza Borozan.
Il Museo El Greco è attualmente l'unico in Spagna dedicato alla figura del pittore e ha come scopo essenziale quello di trasmettere e rendere comprensibile alla società la figura di El Greco e l'influenza della sua personalità complessa e della sua opera straordinaria in Toledo all'inizio secolo XVII. Juan Antonio García Castro, attuale direttore del Museo del Greco, ha fortemente voluto questa mostra curata da Mila Ortiz e l'ha battezzata appunto Maestro Igor Boza Borozan sulla sia di El Greco.
Il Museo è una struttura che custodisce e svela la pittura e la figura di Domenikos Theotokopoulos. Toledo è la città dove El Greco trascorse ben 37 anni della sua vita, e dove realizzò molte tra le sue opere più importanti. Uno dei maestri del "tenebrismo", lo stile drammatico ed espressionistico di El Greco era guardato con perplessità dai suoi contemporanei ma è stato molto apprezzato e rivalutato nel corso del tempo. Definito da alcuni studiosi moderni come un artista assai singolare e difficilmente inquadrabile nelle scuole pittoriche tradizionali, El Greco è famoso per le sue figure umane sinuosamente allungate e per i colori originali e fantasiosi di cui spesso si serviva, frutto dell'incontro tra l'arte bizantina e la pittura occidentale. La sua personalità e le sue opere sono diventate fonte di ispirazione per poeti e scrittori come Rainer Maria Rilke e Nikos Kazantakis, e per pittori come Eugène Delacroix, Eduard Manet e lo stesso Picasso. Secondo Hortensio Félix Paravicino, un predicatore e poeta spagnolo del XVII secolo, «Creta gli diede i natali e l'abilità di pittore, Toledo gli diede una patria migliore, dove nel cammino verso la morte iniziò a conquistarsi la vita eterna». E probabilmente così è stato.
La critica moderna pone l'attenzione sull'importanza che ebbe Toledo per il completo sviluppo dello stile di El Greco e pone in rilievo la capacità dell'artista di adattare il suo stile all'ambiente che lo circondava. Nelle opere della maturità El Greco dimostrò una caratteristica tendenza a drammatizzare piuttosto che a descrivere. Anche se era greco di origine e italiano come preparazione artistica, l'artista si immerse così a fondo nell'ambiente profondamente religioso spagnolo da diventare l'artista visuale più rappresentativo del misticismo spagnolo. El Greco fu anche un eccellente ritrattista, capace di mettere sulla tela le sembianze di chi posava, di comunicare il suo carattere. Eseguì numericamente meno ritratti rispetto ai dipinti di argomento religioso, ma la loro qualità è egualmente elevata che lo pongono tra i ritrattisti più gradi, insieme a Tiziano e Tintoretto.
Personaggio ambiguo e controverso El Greco non fu però compreso e apprezzato dai suoi contemporanei, soltanto con l'arrivo del romanticismo alla fine del XVIII secolo, le sue opere furono valutate di nuovo e in maniera diversa. Secondo la critica El Greco fu il precursore del movimento romantico europeo nella sua ricerca della stranezza e dell'estremo. Il maestro Igor Boza Borozan, già ospite di Toledo per il 400 anni dalla morte del grande maestro El Greco nel 2014, torna con una mostra sobria e matura che evidenzia il suo intenso studio e la sua profonda ricerca artistica rivolta alla spiritualità e al misticismo del grande maestro del colore. La particolarità che Borozan ha evidenziato in questa esposizione è il connubio tra El Greco e Caravaggio, due maestri del "tenebrismo" in pittura che l'artista bosnniaco ha saputo sapientemente unire in un confronto di forte impatto visivo.