Distesa tra l'Europa e l'Asia, ponte tra culture e leggende millenarie fuse con una terra aspra dagli odori ancora antichi, protetta e insieme insidiata da vette caucasiche che la dominano dall'alto degli oltre 5000 metri. Resta pervasa da inviolabili sacralità, la Georgia, ma altri e più moderni santuari cercano di farsi strada verso un futuro ambizioso. Stretta tra l'Armenia, l'Azerbaijan, la Turchia e la Russia, la sua posizione geografica la pone in Asia, ma culturalmente è una regione europea, anche se la stragrande maggioranza della popolazione comunica solo in georgiano e, qualche volta, in russo, mentre l'inglese è diffuso esclusivamente nella ristretta cerchia di intellettuali e scienziati.
L'orgoglio nazionale invece, è forte e uguale per tutti, in qualsiasi classe sociale. E forse questo è da sempre il suo primo miracolo, quello che le ha permesso di sopravvivere ai Mongoli e a Tamerlano, fino a liberarsi dalla sovranità della Russia e guadagnarsi l'indipendenza a partire dal vicino 1991, anche grazie alla perestrojka di Gorbaciov. Difficile il cammino della Georgia, un pezzettino del globo quattro volte e oltre più piccolo di quello dell'Italia, con una popolazione di 4 milioni e mezzo di abitanti per larghissima parte (oltre un milione) arroccati nella capitale Tbilisi, con un alfabeto e una lingua dai suoni difficili, nota solo ed esclusivamente ai suoi abitanti.
La religione
Sarà stato anche per le difficoltà a professare il culto durante gli anni di dominio del governo di Mosca, ma è certo che oggi i georgiani sono tra le popolazioni più ossequiosamente pie di tutto il pianeta. Con l'84 per cento di credenti la Win/Gallup International, un'associazione leader nelle ricerche di mercato e nei sondaggi, pone il Paese caucasico in undicesima posizione, con il Ghana al 1° posto (il 94 per cento degli abitanti si dichiarano religiosi) e Giappone e Cina fanalini di coda, rispettivamente con l'84 e l'86 per cento di atei. La Chiesa è quella cristiano ortodossa, con un patriarca georgiano e una grande influenza su tutte le istituzioni. In questa rinascita della religiosità non è raro osservare passanti che si fanno il segno della croce davanti a tutte le chiese, come pure tassisti che compiono lo stesso gesto percorrendo la lunga via Rustaveli, arteria principale di Tbilisi, dove sono molti gli edifici di culto. È da poco iniziato il pomeriggio di un qualsiasi giorno della settimana: nella cattedrale di Sioni, in pieno centro storico, ad appena un centinaio di metri da Kote Abkhazi, la via che divide la città vecchia, si spande un acre odore di incenso tra gli affreschi e le icone. Donne e uomini in fila mostrano ai sacerdoti indumenti, cibo, immagini di persone care per le quali si chiede una benedizione o un miracolo. Per tutti c'è ascolto, per ognuno viene pronunciata la formula, consacrata la richiesta in mezzo alle fiammelle di centinaia di candele filiformi e alle preghiere cantilenate. Non ci sono divieti. A tutti, anche agli stranieri, è permesso l'ingresso nelle chiese, a qualsiasi ora. Alle donne si chiede di coprire la testa con un foulard e i pantaloni con una falsa gonna: entrambi gli indumenti vengono gratuitamente forniti all'ingresso. Ma è solo un desiderio, non un obbligo: vi lasceranno entrare comunque, anche in piena liturgia, quando l'iconostasi è aperta e le preghiere si trasformano in canti corali.
I luoghi mistici
Il mistero degli antichi riti non sarebbe comunque tale se non si unisse al misticismo dei luoghi. La chiesa di Jvari, isolata su una collina a pochi chilometri da Tbilisi, domina la cittadina di Mtskheta e la verde valle in cui si incontrano i due fiumi Aragvi e Mtkvari. Lo strapiombo è mozzafiato, anche se non come quello di Tsminda Sameba, la trecentesca chiesa della Santa Trinità che, da 2200 metri di altezza, torreggia il villaggio di Kazbegi, in mezzo alle montagne del Caucaso, guardato alle spalle dal monte Kazbek, oltre 5000 metri. Per raggiungerla c'è mezz'ora di strada ripida e impervia, scavata dalla pioggia e dall'acqua che scende dai monti nel periodo del disgelo. Taxi improvvisati sono disposti ad accompagnarvi fino alla chiesa per pochi euro, a meno che non si voglia percorrere a piedi la pista a zig zag, con due ore e mezzo circa di cammino. Aggiungendoci altre due ore e mezzo i più avventurosi (purché con ramponi e una guida) potranno proseguire dall'edificio di culto fino al ghiacciaio di Gergeti, riuscendo a tornare in serata a Kazbegi.
L'incontro con il passato
Se dopo l'indipendenza dalla Russia le vocazioni in Georgia sono aumentate e sono molti i giovani che vestono l'abito talare, anche l'antica tradizione ascetica ha trovato nuova linfa. Davit Gareja è un insieme di monasteri rupestri disseminati in una vasta area in mezzo al nulla, al confine con l'Azerbaijan. Gli abitanti chiamano l'intera zona 'Udabno', cioè deserto, perché per chilometri e chilometri si attraversano piccole colline che ricordano le dune, coperte di neve durante l'inverno, di papaveri al momento del disgelo e poi di erba verdissima fino a giugno, prima che il caldo soffocante renda tutto arido. A Lavra, uno dei 15 monasteri di Davit Gareja, incontriamo uno dei 9 eremiti che vive nel complesso religioso scavato nella roccia. In epoca sovietica l'area venne usata per esercitazioni militari, ma adesso il monastero è tornato a vivere. Lui, l'eremita, è georgiano, come la maggior parte degli altri. Comunque, ci tiene a dire, nessuno è rifiutato nel monastero. Chiunque si presenti ha diritto all'ospitalità, a qualsiasi razza o religione appartenga. Chiunque, tranne le donne. Loro saranno indirizzate nelle case del più vicino villaggio (decine di chilometri di distanza), oppure verso altri complessi eremitici in altre zone del Paese destinati esclusivamente al gentil sesso.
La magia di Vardzia
Per arrivare fino a Vardzia, al confine turco, partendo da Tbilisi ci vogliono cinque ore di guida, ma il canyon scavato dal fiume Mtkvari lungo il quale scorrono gli ultimi chilometri e la vista della città scavata nella roccia ripagherà chiunque dalla fatica. Il dedalo di scale e di cunicoli che si intersecano su vari livelli sono a strapiombo sul fiume. Centinaia le abitazioni di una città sviluppata nel XII secolo, che comprendeva cantine per il vino, luoghi di ritrovo e chiese. Quella dell'Assunzione, nel cuore del complesso rupestre ha ancora gli antichi affreschi, mentre dietro, dopo una serie di stanze, comincia una stretta scalinata di oltre 100 metri che, perforando la parete rocciosa, sale in alto, verso altri livelli di abitazioni. Duemila i monaci che vi abitavano: un baluardo della cristianità in Oriente. Più antica e più facilmente raggiungibile (un' ora e mezzo da Tbilisi), ma anche meno magica, un'altra città rupestre, quella di Uplistisikhe, attiva dal VI secolo a.C fino al I° secolo d.C. Templi, are per i sacrifici e troni appaiono nelle varie grotte di quello che un tempo è stato una dei più importanti centri commerciali lungo le rotte carovaniere tra l'Asia e l'Europa. Meglio evitare i weekend perché ci potrebbe essere un po' di affollamento, soprattutto di turisti locali o russi.
Come muoversi
Viaggiare in Georgia è un piacere per gli occhi, ma le strade non sono sempre delle migliori perché spesso si inerpicano in aree selvagge e le carreggiate diventano incerte con voragini inaspettate, anche profonde, soprattutto in montagna. Il traffico è per lo più modesto (tranne a Tbilisi dove gli ingorghi sono continui) ma la velocità con cui i georgiani guidano indistintamente fuoristrada o vecchie auto russe è una sorpresa non sempre piacevole. Però i treni non arrivano dappertutto, così come gli autobus, che ovviamente sono anche molto lenti, Così, per raggiungere alcune parti estreme del territorio, ma assolutamente imperdibili, è necessario noleggiare un'auto, oppure un taxi, magari raccomandando all'autista di fare attenzione al contachilometri. I prezzi, ovviamente, si contrattano. Lungo Kote Abkhazi, arteria dell'antica Tbilisi, molte agenzie propongono viaggi organizzati in bus per pochi lari. Comunque, se, superando le difficoltà della lingua, si riesce a fare amicizia con qualche georgiano, lui sarà il primo a fare di tutto per far scoprire agli stranieri le bellezze del suo Paese.