Colorata solo come una donna creativa e fantasiosa può essere, colorata di rosa, dal profumo tenue. Un’artista poco nota in Italia, ma che merita attenzione. Come molte creative, d’altronde.
Lady Pink, nome d’arte di Sandra Fabara, è nata ad Ambato, in Ecuador, nel 1964, ed è cresciuta nella grande, ricca e laboriosa New York, fin dall’età di 7 anni (arrivata nella Grande Mela con la madre e la sorella, fa parte di quegli emigranti di prima generazione in cerca di futuro, come ricorda lei in alcune interviste). Ha iniziato a dipingere vagoni della metropolitana nel 1979, dopo la perdita del suo ragazzo, inviato a vivere a Porto Rico dopo che era stato arrestato. Sandra aveva esorcizzato il grande dolore diffondendo, per tutta la città, il nome di quel suo amore svanito, come se fosse un’etichetta da stampare e imprimere sui muri. Un ricordo indelebile per tutti. Poco dopo, aveva iniziato a firmarsi come Lady Pink, nome legato alla sua passione per le storie romantiche e a lieto fine, per l’Inghilterra, il suo periodo vittoriano e l’aristocrazia.
Lady Pink ha studiato alla High School of Art & Design di Manhattan, dove ha iniziato a conoscere il favoloso mondo dei graffiti, e dopo che aveva cominciato a scrivere fin dall’età di 15 anni. Ha colorato i treni della metropolitana di New York, dal 1979 al 1985. Negli anni Settanta, poche donne si dedicavano all’arte dei graffiti (tanto più che, all’epoca, avevano ancora un ruolo e un posto da rivendicare) e per questo motivo fu presto definita come la “prima donna dei graffiti”. Nel 1980, partecipa all’evento newyorchese GAS: Graffiti Art Success. Giovane, alla mano e una delle poche donne di quel mondo colorato, Lady Pink diventa presto una delle artiste di graffiti più fotografate e intervistate dell’epoca. Nel 1983, appare in teatro, nel ruolo di Rose, nel film hip-hop Wild Style, di Charlie Ahearn. Grazie a esso diventa un’icona della cultura hip-hop. Nello stesso anno, lavora a una serie di grandi dipinti con Jenny Holzer, espone con artisti come i grandi Keith Haring e Jean-Michel Basquiat, incontra Andy Warhol.
Fin dalle scuole superiori espone nelle gallerie d’arte, e, a soli 21 anni, allestisce la sua prima mostra personale, Femmes-Fatales, al Moore College of Art & Design di Philadelphia. Dal 1987, Lady Pink prende la distanza dall’arte di strada ma vi ritorna nel 1993, quando conosce il futuro marito, l’artista leggendario e stravagante SMITH, con il quale collabora nella realizzazione di murales e di opere a carattere più commerciale. Quasi in simbiosi.
I suoi dipinti, che spesso contengono ancora immagini dei treni della metropolitana di New York (ricordo cui resta molto affezionata), sono stati ampiamente esposti negli Stati Uniti e all’estero. Come esponente dell’arte dei graffiti, molte sue creazioni sono entrate a far parte d’importanti collezioni d’arte del Whitney Museum of American Art, del Metropolitan Museum of Art di New York, del Brooklyn Museum e del Groningen Museum of Holland. I collezionisti sono spesso alla ricerca delle sue belle opere, considerate sempre più preziose. E fonte d’ispirazione.
Oggi, Lady Pink continua a creare nuovi dipinti su tela che esprimono la sua unica e originale visione personale e gestisce una piccola azienda con il marito, creando enormi opere in giro per New York. Mobilita gli artisti per donare arte pubblica nelle comunità culturalmente trascurate e condivide i suoi quasi trent’anni di esperienza tenendo seminari e lezioni sui murales ad adolescenti e studenti universitari. Cerca pure di dire ai bambini che si sta lavorando anche per loro e con loro e di spiegargli quanto sarà meraviglioso e sorprendente crescere.
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