Allo scoccare del cinquecentenario della sua morte avvenuta nel 1516, il visionario maestro olandese farà infatti ritorno nella città di Den Bosch dove nacque con il nome di Jeroen Anthoniszoon van Aken. Qui l’artista si misurò con i grandi temi della Creazione, del peccato e del vizio nella fase di passaggio tra Medioevo e Rinascimento e con le sue incredibili creature, i suoi demoni e i suoi mondi immaginari e simbolici, inventò un linguaggio capace di esercitare influenza sulle generazioni successive e, in epoca moderna, di sedurre i Surrealisti.
La retrospettiva Hieronymus Bosch - Visions of genius, in cartellone dal 13 febbraio all’8 maggio, inaugurerà un programma di tributi e omaggi che proseguiranno a Madrid, dove dal 31 maggio all’11 settembre il Prado presenterà El Bosco: la exposicion del centenario avvalendosi dell’importante gruppo di opere conservate nella collezione spagnola.
I quadri di Bosch hanno molto in comune con la rappresentazione dantesca e con il senso del peccato del nostro Alighieri. I personaggi che lui dipinge, infatti, sono esagerati, quasi comici, volutamente forti: come Dante, anche Bosch voleva rappresentare in modo evidente la trasformazione bestiale che il peccato compie sull’essere umano; Bosch dipinge la deformità del male accanto alla perfezione della santità, con lo scopo di spingere chi guarda alla conversione. La sua opera è una sorta di monito per chi osserva.
In questo contesto di vibrante attesa si inserisce l'opera inedita del maestro Igor Borozan, Ecce homo, una camicia gigante interamente dedicata e ispirata al maestro pittore olandese. Una camicia che contiene i deliri e le visioni di un genio unico nel suo genere, un'opera tangibile e surreale al contempo, uno scrigno dove i protagonisti/antagonisti sono sempre e da sempre il male e il bene.
Il surrealismo è il fulcro sul quale ruota l'idea dell'opera Ecce Homo e Borozan realizza questo nuovo contenitore come se fosse il tendone di un circo, dove i visitatori possono entrare e, alzando lo sguardo, ammirare le opere stampate nel suo interno, come fossero in un osservatorio astronomico, in uno spettacolo roteante.
Dopo Leopardi, Chopin, Caravaggio e El Greco, il maestro Igor Borozan presenterà la camicia gigante ispirata a Bosch proprio a Madrid, terra dove Bosch fu particolarmente apprezzato e dove sono raccolte le sue maggiori opere. Attraverso la camicia Borozan esprime tutti i suoi ultimi "passaggi danteschi" come in un percorso di espiazione, di purificazione, e traduce in colore e forma le visioni e i deliri di Bosch, rendendo 'tangibili' i suoi gironi infernali. Un'opera particolarmente sentita, Ecce homo, per l'intimità e la soggettività estrema dell'anima di un uomo, Borozan appunto, immerso nel suo incedere terreno, verso la redenzione.
L'installazione di Borozan verrà accolta ed esposta, grazie al supporto e alla sensibilità artistica della professoressa Angeles Saura, presso la prestigiosa Università Autonoma di Madrid e sarà visibile in concomitanza della Settimana dell'Educazione Artistica promossa dall'Unesco 23/29 maggio 2016. L'opera sarà poi esposta a Spoleto in Piazza del Comune nell'ambito del prestigioso Festival dei Due Mondi dal 24 giugno al 10 luglio 2016. Il viaggio continua….