È uno dei premi di danza oggi più prestigiosi al mondo, fondato al teatro Bolshoi di Mosca il 29 aprile 1992 dall’International Dance Association, oggi International Dance Union: il Premio Benois de la Danse. Presidente e direttore artistico, nonché presidente della giuria, il grande coreografo Yuri Grigorovich, oggi quasi novantenne ma sempre energico ed entusiasta.
Nato a San Pietroburgo da una famiglia immersa nel mondo del balletto (lo zio, George Rozaï, aveva danzato nel corpo della compagnia Balletti russi (Ballets russes), fondata nel 1909 da Sergej Djagilev, e la madre aveva seguito gli stessi corsi dell’étoile Marina Semionova), Grigorovich danza al Kirov, che lascia nel 1962, fino a diventarne il primo ballerino. Dal 1956, si interessa, però alla coreografia, riscuotendo successo immediato, già l’anno successivo, con Il Fiore di pietra, musica di Sergei Prokofiev. Fino ad arrivare a ricreare le più belle coreografie dei balletti più noti come lo Schiaccianoci, Il Lago dei cigni, Don Chisciotte, o Spartacus.
Direttore del balletto del Teatro Bolshoi dal 1964 al 1994, Grigorovich riesce a far conoscere al grande pubblico stelle come Natalia Bessmertnova, che diventerà sua moglie, e come la coppia Ekaterina Maximova - Vladimir Vassiliev. Dopo aver fondato la sua compagnia a Krasnodar, nel 1996, riprende la funzione di direttore del balletto del Bolshoi nel 2008, Sergei Filin (noto alle cronache anche per il subito attacco all’acido) è poi direttore artistico nel 2011. Nel 1993, alla morte di Rudolf Nureyev, Grigorovich crea l’omonimo concorso e oggi presiede la giuria del citato Premio Benois. Ma di cosa si tratta? Il programma artistico filantropico ha tre obiettivi: culturale (presentare al pubblico il panorama della danza mondiale), professionale (riunire i migliori rappresentanti del mondo della coreografia, della scenografia e della danza mondiali), sociale (supportare i veterani del balletto). La statuetta Benois de la danse è creata dallo scultore francese Igor Ustinov e rappresenta la famosa famiglia di artisti Benois.
Quest’anno il premio verrà consegnato il 17 maggio al Teatro Bolshoi di Mosca. All’edizione concorrono, fra i 6 ballerini, gli 8 coreografi e i 2 scenografi, anche 3 italiani (nomination comunicate lo scorso 7 aprile): Mauro Bigonzetti, nuovo direttore del corpo di ballo del Teatro alla Scala, Rebecca Bianchi, del Balletto dell’Opera di Roma e Alessandro Riga, del Festival dei Due Mondi di Spoleto. Il romano Mauro Bigonzetti, classe 1960 ed ex allievo della scuola del Teatro dell’Opera di Roma e di Aterballetto di Reggio Emilia, corre per la coreografia di “Cenerentola” (musica di Sergei Prokofiev), del balletto scaligero. Il coreografo si trova alla testa di questo prestigioso corpo di danza dopo la partenza di Machar Vaziev che, dallo scorso marzo, ha preso la direzione del balletto del Bolshoi di Mosca. Anche, e ancora, a testimonianza del grande flusso di comunicazione ed energia fra Russia e Italia in questo settore artistico (ma non solo). Il nuovo direttore del corpo di ballo del Teatro alla Scala, un coreografo, testimonia un’inversione di tendenza rispetto al passato. I direttori precedenti, Elisabetta Terabust, Frédéric Olivieri, Machar Vaziev, infatti, avevano tutti un background di ballerini.
La stagione di balletto 2015-2016 aveva proprio inaugurato con Cenerentola di Bigonzetti, con gli applauditissimi protagonisti Polina Semionova e Roberto Bolle. Una Cenerentola che non avrebbe perso la scarpetta ma il vestito: in un’intervista acclusa al programma di sala, il coreografo aveva spiegato di voler focalizzare l’attenzione non sulla scarpetta-feticcio ma sul corpo. Qualche scompiglio in sala, ma apprezzato. Fra le ballerine, candidata al premio Benois, per Giselle, la giovane Rebecca Bianchi, nominata, lo scorso mese di Dicembre, Prima Ballerina del Teatro dell’Opera di Roma. Nata a Parma il 14 febbraio 1990, Rebecca, a soli 11 anni inizia a frequentare la Scuola di Ballo del Teatro alla Scala a Milano, sotto la direzione di Anna Maria Prina e poi, dal 2006 al 2009, sotto la direzione di Frédéric Olivieri. Nel giugno 2009, si diploma ed entra a far parte del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, partecipando a tutti gli spettacoli in cartellone e interpretando i ruoli principali e da solista nelle varie produzioni. Nel maggio 2015, vince il concorso per ballerina solista del Teatro dell’Opera di Roma sotto la direzione di Eleonora Abbagnato. E poi la nomina a prima ballerina, a 26 anni, dopo la maternità, a 25. Rebecca è stata protagonista di molti ruoli importanti fra cui Giselle e Lo Schiaccianoci.
Il terzo italiano candidato al Benois è il calabrese Alessandro Riga, classe 1986. Intrapresi gli studi di danza alla scuola “Maria Taglioni” di Crotone, Riga ha come insegnanti Afrodita Sarieva, prima ballerina del Teatro dell'Opera di Sofia, Zourab Labadze, ballerino e coreografo del Teatro Bolshoi di Mosca, Eliana Karin e Paulo De Oliveira, del Teatro Municipale di Rio de Janeiro. Nel giugno 2001, entra nella scuola di danza del Teatro dell'Opera di Roma, dove gli viene assegnata anche una borsa di studio e, nel novembre dello stesso anno, inizia una serie di spettacoli della scuola Giovani Artisti all'Opera in qualità di solista in Conservatoire di August Bournonville. A dicembre, viene chiamato da Elisabetta Terabust a ricoprire il ruolo di primo ballerino nell'opera Morte a Venezia, dove interpreta Tadzio. A dicembre 2002, Carla Fracci lo vuole come Primo Ballerino in Amleto Principe del Sogno, diretto da Beppe Menegatti e coreografato da Luc Bouy, con la Compagnia del Teatro dell’Opera di Roma. Nel 2003 è ancora primo ballerino in Paquita di Marius Petipa al Teatro Nazionale di Roma e, al Festival di Todi, interpreta Father, Son di Gheorghe Iancu; nel 2004, entra nella Compagnia del Teatro dell'Opera di Dresda, sotto la direzione artistica di Vladimir Derevianko. Dopo molte borse di studio e altri ruoli importanti, dal 2013 è bailarin principal presso la Compañía Nacional de Danza di Madrid. Oggi concorre a Mosca.
Il file rouge Mosca-Italia quindi continua. Da lontano. D’altra parte, il pietroburghese Nikolaj Benua (naturalizzato poi francese come Nicola Benois), che dà il nome al premio odierno, si trasferisce proprio a Milano, da Parigi, nel 1925, proposto dal regista Aleksandr Sanin ad Arturo Toscanini, direttore artistico del Teatro alla Scala, come scenografo per l'edizione della Chovanščina di Musorgskij, nella stagione 1925-26. Benois, successivamente, passa a Roma, dove, dal 1927 al 1932 lavora come scenografo al Teatro Reale dell'Opera. Risale a questo periodo l'amicizia con Ottorino Respighi che lo propone all'allora direttore generale della Scala, Angelo Scandiani, come scenografo del suo nuovo balletto Belkis Regina di Saba, rappresentato nel 1932. Quando, nel 1937, viene nominato direttore dell'Allestimento scenico del Teatro alla Scala, egli inizia i pittori scaligeri a un modo nuovo di concepire la figura dello scenografo e la realizzazione dei bozzetti e dei costumi, insistendo sul principio dell'unità stilistica fra tutti gli elementi che compongono uno spettacolo.
Il suo modo di procedere rappresenta una novità rispetto a quei tempi. Introducendo il concetto di scenografo come vero costruttore scenografico, egli richiama l'attenzione sulla cultura e gli stili delle epoche, sul legame tra colore e musica e sulla necessità di armonizzare i costumi con le scene; all'epoca invece era consuetudine noleggiarli da agenzie esterne, il che spesso non legava con le necessità della scena. Per ovviare al problema, Benois nel 1939, promuove la creazione di una sartoria all'interno del Teatro alla Scala in modo da realizzare i costumi adatti alle messe in scena delle varie opere. Inoltre convince la Direzione del teatro a sostituire il palcoscenico fisso con il quello meccanico a pannelli e ponti mobili, progettato dall'architetto Luigi Lorenzo Secchi, e istituisce una scuola di pratica scenografica. Questo e altro. Un innovatore che arriva fino ad oggi e il cui nome resta tradizionalmente legato all’arte. Un premio intitolato a lui non può che essere degna eredità del suo sapere.