L'artista americano Sol LeWitt (Hartford 1928- New York 2007) è considerato uno dei massimi esponenti del movimento concettuale cui precursori del movimento sono Magritte, e Marcel Duchamp, con il lavoro di decontestualizzazione. Il termine concettuale non viene coniato da Lewitt direttamente, ma insieme a Dan Flavin e Carl Andre, contribuisce a esserne tra i suoi primi fondatori.
Il movimento concettuale – anche detto minimalista, nasce negli Stati Uniti intorno agli anni ‘60, e si fonda sul concetto secondo cui l'Idea è più importante della forma stessa, dell'opera finale. Non è necessario che l'idea venga resa visibile, importante è comprendere che questa è il mezzo per realizzare Arte. Infatti LeWitt ricerca nello spettatore un coinvolgimento di tipo mentale, piuttosto che emozionale. Nel '67, dopo una mostra tenuta al Jewish Museum di Ny, l’artista teorizzerà Paragraphs on conceptual arts da cui prende forma il concetto che "l'Idea diventa una macchina che crea l'arte".
Più volte LeWitt si troverà a fare il parallelo tra il ruolo dell’artista con quello dell'architetto e del compositore. Le due figure infatti generano idee, strutture, ma una volta composte, non le costruiscono personalmente, subentrano quindi ruoli esterni a realizzarle. Così l'artista si rivede all’interno di questa catena: come l’ideatore di un progetto, ma non per forza come realizzatore finale.
Sarà proprio su questi valori che LeWitt fonderà il proprio lavoro, aprendo le porte a una nuova forma di arte in grado di essere realizzata - semplicemente - seguendo i disegni che lui stesso aveva tracciato per le diverse strutture. La ripetizione del lavoro e la serialità sono altre caratteristiche del Movimento. LeWitt, sempre restando integro ai principi del Minimalismo, attraverserà tre fasi artistiche. A partire dagli anni '60 esplorerà la figura geometrica del Cubo. Il Cubo che definirà essere "mancante di aggressività e base per ogni funzione più complessa" rappresenta il passaggio alla terza dimensione, il modulo perfetto che gli consentirà di creare una serie innumerevole di combinazioni, dando origine agli Incomplete Open Cubes.
Negli anni '70-'80 LeWitt si trasferisce in Italia, a Spoleto, dove aveva una seconda casa. Qui inizierà a creare Wall Drawings e a lavorare direttamente sul muro. I grandi dipinti a parete, che pur mantenendo il rigore tipico del minimalismo, saranno influenzati e ispirati dai pittori rinascimentali del XIII e XIV secolo noti per realizzare grandi affreschi su superficie piana, utilizzando il sistema isometrico per cercare di ridurre il senso di profondità. Anche nei Wall Drawing l'artista non rinuncerà alla ripetizione degli elementi, qui manifestata attraverso l’uso seriale del colore: il rosso, il giallo, il blu, il grigio e il nero.
È a partire dagli anni '80, e proseguirà anche nei decenni successivi, che LeWitt si concentrerà sui Concrete Blocks, o Complex Forms: strutture in legno bianco che dimostrano lo stretto legame tra il disegno - avvenuto rigorosamente a priori - e le forme tridimensionali. Altra caratteristica unica del percorso artistico di LeWitt è stata quella di rendere il suo lavoro realizzabile da altre figure. Così anche gli assistenti, e le figure che collaboravano alla creazione di una sua opera, dovevano sempre essere citati nelle didascalie accanto alle installazioni presenti nei vari musei e gallerie.
Sol LeWitt è ora in mostra da Cardi a Milano. La galleria ospita una selezione di 13 opere dagli anni '60 fino al 2000.
Per maggiori informazioni: www.cardigallery.com