Dal lago Aral fino al mar Caspio ho camminato accanto agli oleodotti, seguendo il tragitto del petrolio. Ho attraversato l'Azerbaïdjan, Baku, la Georgia e la Turchia. Ho costeggiato tre mari e ripercorso il cammino di quell'energia che estraiamo dagli strati più profondi della terra e che fluisce come la forza vitale che è dentro di noi. Anche l'essere umano, come il cuore della terra, custodisce una riserva di energia che le giuste trivellazioni possono portare in superficie. Ma perché le nostre risorse ci spingono all'irrequietezza piuttosto che alla saggezza?
Oggi vogliamo viaggiare con voi facendovi conoscere il libro Baku, elogio dell'energia vagabonda, dello scrittore e viaggiatore francese Sylvain Tesson, un autentico “Russia Rider”, grande conoscitore e amante di questo Paese, un uomo che merita di essere annoverato fra i moderni scrittori-viaggiatori più illustri, alla stregua del grande Ryszard Kapuściński. Un club ristretto che non può non aprirgli le porte e non accoglierlo a braccia aperte e senza esitazione.
Una cosa è senza dubbio vera: molti, moltissimi, di noi hanno il virus del viaggio. Non vogliamo certo curare questo virus, perché, come sappiamo, è assolutamente incurabile, ma desidereremo cercare di capire come (con)vivere con esso. Per questo, Tesson va conosciuto. E per il fatto di lavorare e vivere, come lui, con energia, fermandoci, spesso, ad ascoltare l’infuriare della Natura meravigliosa nella sua tempestosa solitudine e silenziosa immensità, a capire e a capirsi, a immaginare e immaginarsi, a sognare e a sognarsi. A pensarsi e ripensarsi.
Sylvain Tesson si era definito, come Goethe, un vero Wanderer, già nel suo Piccolo Trattato sull’Immensità del Mondo del 2005, dove evocava il viaggiatore senza alcun attaccamento materiale o legame, un uomo che non si aspetta nulla dal mondo ma che si accontenta di percorrerlo, di viaggiare, solitario, in ascolto solo dei bisogni del proprio corpo e senza attendersi nulla dal cammino preso energicamente in prestito. Spazio, silenzio, solitudine fertile, ritmo, spettacolo, confidenze alla e sulla carta, voglia di librarsi in aria, pace e ancora pace. A volte disperazione ma poi fiducia e nuovamente fiducia. Ricchezza, solitudine, assenza di qualsiasi legge che non sia quella della Natura. Freddo rigido, ma anche tepore, il caldo dei pensieri liberi da ogni condizionamento, in pace con se stessi. Spazi vergini e incontaminati, aliti di vento leggermente intorpiditi e ricoperti di brina. Sempre in viaggio, in un viaggio energetico.
Esperimento di vagabondaggio interiore, quello di Baku, elogio dell'energia vagabonda è un viaggio fisico, in bicicletta e a piedi, un percorso dell’energia, dall’energia, con energia, attraverso l’energia e verso l’energia, la nostra, quella interiore, quella forza e riserva che ci danno spesso anche irrequietezza. Mi piace collegare le parole energia, riserve ed esplorazione e giocare con esse. Termini che toccano la stretta relazione uomo-natura, che mettono in relazione la profondità della terra e delle sue ricche e immense risorse con quanto si può trovare nelle profondità dell’animo di ogni essere umano. Quello che facciamo ogni giorno.
Mi piace leggere, nelle belle e scorrevoli pagine di Tesson, una ricerca di questa energia, che si può ritrovare grazie alla volontà di conoscere un luogo attraverso le sue storie e i suoi abitanti. Anche questo facciamo, ogni giorno, con costanza e impegno. O almeno ci si prova. Un uomo-scrittore, una bicicletta, un oleodotto, tre mari, centinaia di chilometri solitari. Questo incredibile e affascinante libro racconta un viaggio a due ruote dal lago Aral fino al Mar Caspio, attraverso l’Azerbaïdjan, Baku, la Georgia e la Turchia; un viaggio fisico che diventa un vero e proprio cammino di scoperta sulle tracce dell'energia e della sua forza.
Approfittando dell’attraversata di terre con immenso valore per il loro petrolio, lo scrittore consacra il proprio tempo a un’attenta riflessione sul mistero stesso dell’energia. Petrolio e forza vitale presuppongono, infatti, lo stesso principio fondamentale: l’essere umano racchiude un giacimento di energia che adeguate trivellazioni possono far sgorgare. Bellissima l’immagine dell’energia umana che può affiorare come il petrolio dalla natura, incredibile la definizione dei libri come barili di greggio. Impensabile ma scritto davvero, scolpito sulle pagine che scorrono sotto le dita frementi e curiose di continuare nella lettura. Legame da non perdere, da ritrovare. Tesson ci indica, poi, che questa forte energia umana si nutre di cambiamento e che, nella vita, il fuoco della novità rompe con irruenza le catene della monotonia e dona ai giorni la loro potenza. L’energia dell’esistenza è contenuta nella propria incertezza dell’avvenire, anche per lui, viaggiatore, che arriva a pedalare a lungo, tanto, instancabile, quasi meccanicamente, senza pensare al tempo che fu e senza dubitare del tempo che sarà. Per vivere questa energia, il segreto dimora nell’astrarsi dal concetto di durata, perché per provare l’intensità del momento non bisogna né rapportarsi all’esperienza del passato né commisurarsi alla speranza dell’avvenire.
Conscio che l’uomo è l’unico animale che non si rassegna a esserlo, ma che, tuttavia, dispone di enorme forza, a metà del libro, ci imbattiamo in un’attenta analisi della parola di origine greca, energia, che designa appunto la forza messa in atto. Il verbo energein significa, infatti, “produrre un’azione” e la parola dunamis rinvia all’idea di forza in potenza. Si passa poi all’analisi della definizione, di origine aristotelica, dei fisici, che riconoscono nell’energia la capacità di certi sistemi di produrre un lavoro meccanico. Ecco allora che, partendo da qui, scorrendo le pagine di questa entusiasmante energia vagabonda, forza che vaga e passeggia libera per il mondo, abbiamo riletto e ripercorso a ritroso anche molti pensieri di Albert Einstein, per il quale tutto è energia e questo è tutto quello che esiste… Sintonizzati alla frequenza della realtà che desideri e non potrai fare a meno di ottenere quella realtà. Non c'è altra via. Noi vediamo, sentiamo, parliamo, ma non sappiamo quale energia ci fa vedere, sentire, parlare e pensare. E quel che è peggio, non ce ne importa nulla. Eppure noi siamo quell'energia. Vero, un’esplosione cosmica.
E, infine, sempre con il grande scienziato, anche noi crediamo che l’immaginazione è più importante della conoscenza. Perché la conoscenza è limitata, mentre l’immaginazione abbraccia il mondo. (…). La volontà è la forza motrice più forte del vapore, dell'elettricità e dell'energia atomica e solo quelli che sono così folli da pensare di cambiare il mondo, lo cambiano davvero.
Quando non c'è energia non c'è colore, non c'è forma, non c'è vita, avrebbe detto Caravaggio. Non c’è energia se c’è abitudine. Non c’è energia se ogni istante non si crea e si ricrea. Questo libro è meraviglioso, perché unisce due concetti importanti e fonte d’ispirazione: energia e immaginazione. In una Natura immensa e potente fonte di ispirazione della scrittura più nobile e sincera, che fa fare pace col tempo, che lo fa quasi addomesticare. Due concetti, energia e fantasia, che il nostro scrittore, geografo e giornalista avventuriero incarna perfettamente. Insieme al cambiamento e al moto perpetuo. Che noi siamo e vogliamo essere, sempre, ogni giorno. Energeticamente energici ed energetici.