Dalla scoperta del fuoco, al primo passo sulla luna, l’uomo ha subito un’enorme evoluzione culturale e sociale. Ieri: si viveva dentro delle semplici caverne. Oggi: si vive dentro grosse città. Prima: si sopravviveva con molte difficoltà. Adesso: si vive senza grandi sforzi. Nel lasso di tutto questo tempo, l’uomo non è certamente diventato più intelligente, e neppure più forte. Allora cosa è cambiato - nel frattempo - dal momento che sono successe cose del tipo:
1- Dai versi preistorici siamo passati al linguaggio articolato;
2- Dal linguaggio articolato siamo passati alla carta stampata;
3- Dalla carta stampata siamo passati al telegrafo;
4- Dal telegrafo siamo passati al telefono;
5- Dal telefono siamo passati a internet.
E ciò significa, che l’uomo di oggi ha parecchi vantaggi in più, rispetto all’uomo di ieri:
1- Può apprendere fatti belli e brutti in tempo reale;
2- Può evitare di pagare bollette eccessive per salutare un familiare lontano;
3- Può evitare di attendere un mese per leggere la lettera dell’anima gemella;
Ma cosa ha permesso di riuscire in questa impresa? Quali sono stati i cambiamenti per ottenere questo risultato? Il moltiplicarsi delle scoperte e delle invenzioni? Sicuramente. Si è ridotto il tempo necessario per compiere una scoperta? Certamente. E tra tutte le scoperte fatte, nel corso della storia, qual è stata la scoperta più strana? Qual è quella scoperta, che anche ora, appare di difficile comprensione? La risposta alla domanda non può essere che:
1- La teoria della relatività ristretta;
2- La teoria della relatività generale.
In queste due teorie, si spiegano i paradossi temporali, in particolari condizioni. Quali? In quelle dei limiti - estremi - dell’immensamente veloce. Sembra proprio un gioco di prestigio. E indovina chi è (o meglio che cos’è) il coniglio estratto dal cilindro? Pare assurdo, ma è il tempo. Sì, hai letto giusto, e non c’è bisogno che torni indietro a rileggere. Sto parlando - sia chiaro - dello stesso identico tempo, che si misura attraverso un orologio: non di quello meteorologico. Bene, la prima di queste teorie, afferma che non ha senso separare la dimensione temporale delle altre tre dimensioni spaziali. Perché? Perché tutte sono collegate da un filo invisibile. Perché tutto ciò che è nell’universo, non importa quanto grande o piccolo possa essere, è sottomesso a questa legge... In base alla quale - il tempo - si allunga o si accorcia, come fosse un Big Babol in funzione:
• Della velocità dell’oggetto da cui si misura il tempo.
Ma la sorpresa non finisce qui. Infatti, la seconda teoria di Einstein, quella sulla relatività generale, si spinge ancora più in là. Sai cosa teorizza questa teoria? Che se un giorno di oggi è lungo quanto un giorno di oggi, non è solo perché il tempo, cambia con il cambiare della velocità dell’oggetto, ma cambia anche in funzione di un’altra cosa:
• La forza di gravità, che esiste, nel punto da cui si misura il tempo.
Insomma, Einstein, da quel momento rivoluziona la fisica ''moderna'' a discapito di quella ''classica'': la cui tendenza progrediva (in)seguendo leggi e fatti logici, per cui il tempo, era semplicemente un tempo verbale imposto dalle circostanze. Si stabilì un nuovo scenario, soppiantando le antiche credenze, stabilendo insolite coordinate fluttuanti in una sregolatezza matematica del brodo primordiale, costante nella sua (in)costanza, dove in ben descritte condizioni e giusto dire:
• È normale che non sia normale;
• È più facile quand’è difficile.
Infatti se per ipotesi, si riuscisse nell’ardua impresa di sfiorare, il fantomatico valore della velocità della luce il tempo non sarebbe più:
1- Solo un ''attimo'' misurato da un orologio;
2- Un singolo ''numeretto'' che progredisce in base a leggi lineari;
3- Un fatto in cui la ''causa” anticipa ''l’effetto'';
4- Un’entità nella quale il ''prima'' avviene prima del ''dopo''.
Einstein chiese semplicemente al mondo intero:
1- Sapete che esiste un filo invisibile nell’universo nel quale viviamo?
2- Sapete che questo filo invisibile lega lo ''spazio'' e il ''tempo''?
3- E che lo ''spazio'' può essere trasformato in ''tempo''?
4- E che il ''tempo'' può essere trasformato in ''spazio''?
5- Sapete che questo filo invisibile è tarato sul valore della velocità della luce?
È chiaro però, che tali fenomeni vanno ben aldilà della nostra esperienza quotidiana. Ed è per questo che si rimane vittima degli sberleffi degli echi, che urlano dal promontorio della nostra logica. In particolari condizioni può facilmente succedere, che un evento (A) e un evento (B), risultino:
1- Simultanei per un osservatore;
2- Non contemporanei per un secondo osservatore.
Mi spiego meglio: immagina che i due osservatori siano fermi nello stesso punto, in questo caso accade che:
1- L’evento (A) e l’evento (B) sono simultanei per entrambi;
Se invece i due osservatori si trovassero in punti assai diversi, perché uno è in moto rispetto al secondo, che cosa accade? Se la velocità è alta, i due osservatori avvertiranno:
2- L’evento (A) e l’evento (B) come non conseguenti;
Allora: immagina che l’evento (A), sia quello che chiamiamo presente; e che l’evento (B), sia quello che chiamiamo passato. Ovvero nel primo esempio fatto, accade che:
1- Il presente (A) e il passato (B) sono simultanei per i due osservatori;
Nel secondo esempio fatto, invece, accade che:
2- Il presente (A) e il passato (B) sono rovesciati per i due osservatori.
Entriamo adesso in un argomento molto complesso, ovvero quello dei viaggi del tempo. Ma ora pensa... se invece accadesse che il primo e il secondo osservatore si trovassero non in movimento fra loro, ma in due pianeti nei quali esiste una diversa forza di gravità (molto, molto, elevata), cosa accadrebbe? Per la teoria della relatività generale, per il primo osservatore:
1- Saranno le 15:00 del pomeriggio;
Per il secondo osservatore, sarà sicuramente un’ora diversa, ad esempio:
2- Le 14:00 del pomeriggio.
Cioè lo stesso fuso orario che esiste tra:
1- Roma (dove sono le 15:00);
2- Londra (dove sono le 14:00).
Quindi per renderti più facile immaginare la scena, chiameremo il primo pianeta (quello in cui si trova il primo osservatore) Roma e il secondo pianeta (quello in cui si trova il secondo osservatore) Londra. Bene! Ora immagina che il primo osservatore (quello del pianeta Roma) per mezzo di un’astronave superveloce (tipo l’Enterprise di Star Trek) viaggi nello spazio e arrivi nel pianeta del secondo osservatore (quello del pianeta Londra). Tempo del viaggio stimato: un’ora esatta. Per te, che ora segnerà l’orologio del primo osservatore, quando scenderà dall’astronave? Strano a dirlo, ma preciso spiccicato a quello di quando ha cominciato il viaggio, cioè le 15:00 esatte.