Cosa vuole raccontarci di lei?
Sono Milanese pura, di genitori milanesi, ho vissuto la mia città in tutto il mio percorso scolastico e professionale anche se ho lavorato per realtà internazionali. Sono orgogliosa di essere milanese perché Milano rappresenta il lavoro, la qualità e l’eccellenza.
La sua immagine esteriore come “personaggio” e il suo sentire come “persona”…
La mia immagine esteriore esprime me stessa, l’energia e la determinazione combinate a un profondo rispetto per le persone e per me. Ho sempre vissuto il mio essere donna e manager senza particolari sovrapposizioni e con un giusto equilibrio.
Si sente di raccontare il suo sogno?
I sogni possono essere e devono essere tanti perché rappresentano un’emozione di aspettativa e di entusiasmo per qualcosa di nuovo o un obiettivo anche temporaneo. Il mio grande sogno l’ho realizzato con mia figlia e il mio compagno, un milanese creativo e curioso che mi ha aiutato ad amare Milano sempre di più.
Per lei il piacere è…
Stare bene con me stessa e con gli altri, godere del tempo in maniera qualitativa, alimentando la mia curiosità intellettuale per le persone, i luoghi e per scoprire sempre cose nuove.
La donna oggi: liberazione o integrazione?
Direi un pezzo di percorso d’integrazione. Nel mondo del lavoro, nella propria consapevolezza di contribuire in ogni ruolo - e per le sue doti - all’evoluzione della società. La donna oggi è una parte importante del sistema e un grande riferimento per il proprio nucleo familiare e per quello sociale.
Donna e/è potere… cosa ne pensa?
La parola “potere “ per me non esiste o almeno non voglio riconoscerla perché è sempre associata a qualcosa di fosco o di negativo. La donna, come ho detto, gioca un ruolo importante sempre e comunque nella famiglia, per il suo compagno, nel mondo del lavoro, nelle posizioni di rilievo e in quelle più di esecuzione. Quello che è importante è la sua consapevolezza e che sappia calibrare il suo ruolo in modo costruttivo.
Stereotipo e realtà della donna milanese...
Il corso del tempo ha cambiato molto la tipologia della donna milanese, che attualmente - sia che lavori o meno - esprime comunque dinamismo, eleganza, e attenzione al proprio stile. La donna milanese è attenta ai trend, è curiosa, esteticamente raffinata, riservata ma anche aperta a interagire. E’ attenta e fedele al suo nucleo di amicizie coltivate negli anni. E’ una donna sicura e coraggiosa, molto spesso intellettualmente interessante.
Il rapporto della donna con l’uomo contemporaneo: confronto o scontro?
Il confronto è l’espressione dell’intelligenza di un rapporto vitale nella dinamica temporale di un mondo in evoluzione. Nella coppia, uomo e donna sono chiamati a contribuire a un ménage familiare, a supportarsi, a costruire. E’ chiaro che il confronto richiede disponibilità, coraggio e intelligenza. Lo scontro invece è il rifuggire e l’arroccarsi sulle proprie posizioni, spesso senza alcun risultato. Vedo anche le donne più giovani, più integrate nel mondo del lavoro, pretendere rapporti di livello con l’uomo, con cui vogliono confrontarsi e non scontrarsi, avendo la consapevolezza del proprio valore.
Sessualità, maternità, lavoro: tre fili che s’intrecciano, confliggono o si elidono?
Sono tre fili che vanno tessuti in modo armonico, equilibrato e consapevole, che non si elidono. La combinazione spesso non è immediata e non sempre è facile, in alcuni altri Paesi il percorso è anticipato già da molto tempo. Occorre organizzarsi analiticamente, darsi delle priorità e avere un quadro chiaro delle proprie aspettative e aspirazioni.
Siamo soliti considerare il mondo dell’alto management una sfera asettica e distaccata, lei che ne è un’attiva promotrice e profonda conoscitrice, ci può far conoscere la realtà “umana” che sta dietro le apparenze?
I manager sono persone, donne e uomini con le loro emozioni, con le loro debolezze, il loro coraggio. Sono persone che gestiscono responsabilità in posizioni che possono sembrare invidiabili ma che richiedono, oltre che capacità professionali, anche un grande impegno personale e umano. Nel mio lavoro ho avuto e ho quotidianamente il privilegio di interagire con molti profili, con competenze e caratteristiche molto differenti, ma la cosa più interessante e naturale è capire che si interagisce con persone normali, solo più esposte di altre sotto il profilo mediatico.
Lei è managing director di Korn Ferry Italia, potrebbe spiegarcene le finalità?
Korn Ferry in Italia opera in posizione leader di advisor nel supportare le realtà aziendali e istituzionali nel costruire la leadership, rispettando valori di competenza di integrità e di dedizione per il loro mandato. Accompagniamo le aziende nel percorso di cambiamento, di sviluppo internazionale o di ridefinizione delle strategie aziendali, attraverso l’inserimento di competenze manageriali a forte valore aggiunto.
Globalizzazione: opportunità o rischio?
Come molto spesso accade, la valenza è duplice. La globalizzazione è un processo di evoluzione, è una dinamica delicata che richiede regole e comportamenti consoni al processo. Penso che sia un’opportunità per la professionalità e per la crescita di un Paese come il nostro, che potrà giocare un ruolo importante capitalizzando alcune eccellenze. Milano, in questo, senso si è dimostrata e si dimostra molto ricettiva a questo processo.
Cosa fare e come comportarsi perché gli ingranaggi dell’economia fine a se stessa non facciano dimenticare l’uomo?
Gli aspetti economici e la richiesta di evoluzione ovviamente condizionano l’essere umano. Far parte di questo meccanismo richiede una profonda lucidità in merito al bilanciamento della propria vita, ai valori di base che devono preservare l’individuo, a comportarsi nel rispetto degli stessi. Dinamica, progresso e internazionalizzazione non sono in conflitto con l’essere uomo, ma sono elementi di arricchimento personale e intellettuale. E’ importante mantenersi solidi, curiosi dinamici; affrontare e accettare il cambiamento perché questo processo richiede apertura mentale, flessibilità, conoscenza delle lingue, uso della tecnologia. Vedo in termini molto positivi il minor garantismo che scaturisce da una maggiore competizione.
L’essere donna è ancora penalizzante nel raggiungimento di ruoli direttivi importanti?
Non è penalizzante se la donna è consapevole delle responsabilità e del tema organizzativo della propria vita e della flessibilità con cui deve affrontarla. Non parlo di penalizzazione: quando si intraprende un ruolo direttivo di un certo livello, l’impegno è importante per donne e uomini. Le donne hanno un DNA forte, hanno coraggio e hanno una dote, la femminilità, che è un pregio da utilizzare nella mediazione, nella sensibilità cognitiva delle situazioni e nella percezione delle persone. Uno studio di McKinsey evidenzia chiaramente come il Governo delle Società a maggior presenza femminile in ruoli apicali funzioni meglio e in maniera più efficace.
Milano ricopre ancora il ruolo di motore economico di tutto il paese?
Milano ha un ruolo molto dinamico. In particolare quest’anno l’Expo, l’apertura di nuove strutture, gli eventi del Salone del Mobile, eccetera, hanno portato un effetto euforico. Per il mio lavoro sono spesso all’estero e ogni volta, nei punti più disparati del mondo, i miei interlocutori elogiano Milano, città che è ormai diventata un “dream trip” per molti stranieri.
Quali iniziative e progetti si dovrebbero attivare per rendere Milano sempre più europea?
Bisognerebbe abbellire sempre di più la città, coinvolgere i cittadini attraverso un blog per comunicare le loro idee, tenere aperti i negozi la sera, organizzare più eventi e utilizzare spazi pubblici, musei e aree industriali per eventi privati. Insomma, bisognerebbe capitalizzare la voglia di vita che i cittadini hanno per Milano. I milanesi vogliono vivere sempre di più la città e sono sempre più disponibili e partecipativi alle iniziative.
Nella sua dinamica attività, ci saranno senz’altro dei momenti di pausa e di raccoglimento, quali ambienti della città sceglierebbe per rimanere sola con se stessa e magari sognare e fantasticare, o, al contrario, quali luoghi di frenetica vitalità preferirebbe per dimenticare se stessa e i suoi impegni?
Amo molto camminare per Milano, mi rilassa. Ci sono dei momenti in cui vedo Milano bella e a volte meno, ma ogni zona, ogni punto della città mi ricorda un pezzo della mia vita, del mio passato, dei miei sogni, delle mie abitudini, delle mie tristezze. Ed è questo che mi fa sentire che Milano è la mia città.