Mosca è una città piena di sorprese continue e di risorse inesauribili, per chiunque. Se poi si ama l’arte e se ne ricercano gli stili più svariati, la scelta è quasi imbarazzante. E’ pertanto facilissimo passeggiare per le strade della capitale e imbattersi in edifici di epoche storiche e artistiche molte diverse. Vicino a uno stesso incrocio, a pochi metri di distanza l’uno dall’altro, possiamo ammirare il palazzo che ospita l’agenzia di stampa TASS, la Chiesa della Grande Ascensione dove Alexander Pushkin, nel 1831, sposò Natalia Goncharova (della quale si era perdutamente innamorato a un ballo) e la splendida Ryabushinsky Mansion, iniziata nel 1900 per l’omonima ricca famiglia di mercanti, divenuta poi residenza dello scrittore Maxim Gorky, dal 1931 al 1936, anno della sua morte. Questo edificio fu costruito fra il 1900 e il 1902, al numero 6/2 della Malaya Nikitsaya ulitsa, per Sergei Ryabushinsky, banchiere, padrone ed editore della rivista simbolista Golden Fleece magazine. L’autore di questo meraviglioso esempio di puro e autentico stile Art Nouveau? Il famoso architetto russo Franz Schechtel. Qui vogliamo avventurarci ora e incuriosirvi un po’. Pronti?
All’esterno le grate lungo i muri di cinta sono decorate da motivi circolari che assomigliano a una bolla o a un sole splendente, le pareti ospitano fiori delicati, il giardino circostante emana energia dalle sue piante variopinte e dall’erba curata da giardinieri sensibili e gentili.
Entrare qui rasserena l’anima, alleggerisce cuore e pensieri. La combinazione di forme imponenti e monumentali con raffinati decori floreali trasmette un senso d’intimità piacevole e leggero. Un calore che passa attraverso le ampie finestre che filtrano i raggi di luce di un sole tiepido che riscalda i fiori comodamente distesi sui davanzali.
Tutta l’architettura dell’aristocratica magione, sia all’esterno che all’interno, ricorda il mondo della terra e del mare, nei dettagli dei decori floreali e di piante. Si respira un’atmosfera unica, speciale e quasi magica. Indimenticabile. L’elemento che colpisce immediatamente la vista (a subito dopo anche il tatto) è la famosa, lunga e lucida scala di marmo che porta ai piani superiori. La ringhiera riproduce uno dei motivi principali e popolari dell’Art Nouveau, quello delle onde che qui, più che mai, sono flessuose, sinuose, morbide e sontuose. Una lampada lavorata dalla forma di medusa illumina sapientemente e attentamente scale e ambienti. Sembra una grande e leggera medusa gelatinosa ma secondo alcuni, scoprirò poi leggendo, sarebbe una tartaruga.
Alla fine della scala, in alto, una colonna con teste intrecciate di serpente osserva chi sale. Movimenti ritmici e linee disegnate da abili matite guidano il visitatore. Nessuna sorpresa, allora, quando si scopre che Sergei Ryabushinsky fu un grande sostenitore di Wassily Kandinsky (1866-1944), che contribuì al movimento della “rosa blu”, la seconda generazione di simbolisti russi, attivo a Mosca dal 1904 al 1908. Ryabushinsky ospitò sulla sua rivista un articolo in particolare, Pittura e Rivoluzione di D. Imgardt (uno pseudonimo, secondo alcuni, dello stesso Kandinsky), che presentava teorie molto vicine a quelle dell’artista. I rappresentanti del movimento, come indicato in questo articolo, ritenevano che il ritmo delle linee mantenga una connessione diretta con il mondo attraverso la pittura e che l‘essenza della vita fosse il movimento e quindi il ritmo. Più musicale o ritmico è il lavoro dell’artista, più vicino esso sarà all’assoluto. Ritmo e armonia che si toccano finemente in questa casa.
Un arco aperto unisce lo spazio d’entrata alla sala da pranzo, decorata nello stesso stile, creando la sensazione di uno spazio che confluisce in un altro. Il parquet di legno è finemente decorato e sembra un merletto intrecciato che indica una direzione. Su di esso si può camminare solo con i piedi avvolti da una sorta di enorme ciabatta protettiva marroncina con tanto di elastico sul tallone. I turisti impacciati scivolano su quelle linee assomigliando a tanti giovani anatroccoli che si muovono a fatica. Le maniglie delle porte avvinghiano.
I soffitti ospitano brillanti crisantemi gialli, le finestre sono scolpite e abbracciate da lunghi rami d’albero, le vetrate riflettono i sontuosi e arzigogolati lampadari. Non vi sono simmetrie ma forme che evolvono negli spazi e li avvolgono. I materiali duri e solidi, come la pietra, il cemento, il legno o il marmo, confluiscono in forme morbide che scorrono e sembrano vive. Tipico dell’Art Nouveau (“nuova arte” in Francia ma “stile giovane”-“Jugendstil”, in Germania), un amore per linee naturali e delle Natura, una grazia equilibrata d’altri tempi, un mondo fatto di bellezza. E in Russia, come dicevamo, uno dei suoi esponenti principali fu proprio l’architetto Fyodor Shekhtel, che creò molti edifici con le caratteristiche semplici e razionali di tale nuova architettura. Per citarne alcuni, oltre alla casa che abbiamo visitato, basti pensare alla stazione ferroviaria moscovita Yaroslavsky (1902-1904), alla Derozhinskaya mansion (1905) o agli appartamenti usati dalla Stroganov Art School (1904).
Nel 1918, la Ryabushinsky Mansion fu espropriata dai Bolscevichi e data in uso a diverse istituzioni. Negli anni ’30 le autorità di Mosca assegnarono la casa allo scrittore Maxim Gorky (1868-1936), il “padre della letteratura sovietica”, rientrato in Russia dall’Italia e che visse qui per 5 anni. Luogo d’incontro di scrittori e artisti, Gorky preferì vivere confinato nelle due piccole stanze al primo piano, ritendendo la magione troppo grande e lussuosa per lui. Alla sua morte, la casa fu trasformata in un museo in sua memoria. I visitatori possono sempre vedere la cappella segreta, all’ultimo piano, che fu usata dalla famiglia Ryabushinsky per le proprie preghiere private. Da qui la vista è unica e mozzafiato. Come, d’altronde, da ogni angolo della casa. Se siete a Mosca, da non perdere.
Ryabushinsky House (Gorky Museum), 6/2 Malaya Nikitskaya Ul., / Metro fermata Arbatskaya Apertura: mercoledì e venerdì 12:00-19:00; giovedì, sabato e domenica, 10:00-17:00; chiuso il lunedì, il martedì e l’ultimo venerdì del mese. Entrata libera, 100 rubli per fotografare. Fotografie di Simonetta Sandri