Matteo Sperandio, Simone Pirisi, Gianluca Pirisi e Matteo Ceccarelli ci raccontano la storia di questo gruppo ternano pieno di talento, dal conservatorio al grande pubblico, quattro musicisti che applicano la loro tecnica a una grande passione, con un risultato sorprendente.
Il portavoce del gruppo in questa intervista è Simone Pirisi.
Come è nato il vostro gruppo?
Il gruppo è nato in famiglia, con la stessa semplicità con cui si organizza una cena al ristorante o una gita fuori porta. Ci conosciamo tutti e quattro da anni, sia umanamente che musicalmente ed è stato molto naturale ritrovarci a suonare insieme quando abbiamo avuto la possibilità di conciliare gli impegni di tutti. All'inizio il nostro obiettivo era di formare un ensemble classico, aggiungendo una viola, per suonare musica classica, barocca e romantica; dopo una o due prove (quindi quasi subito) Matteo Ceccarelli ha avuto l'idea di usare questo organico (gli archi, senza viola e con il pianoforte) per arrangiare i brani di Matteo Sperandio in una veste sonora inedita. Tutto questo accadeva alla fine di Agosto del 2010.
I tratti distintivi di ciascuno di voi, fisici, caratteriali e musicali e come questi suonano insieme?
Fisicamente i due Matteo sono alti e sembrano davvero inscindibili, per certi aspetti (stesso nome, stesso strumento, perché anche Sperandio oltre a suonare il pianoforte è violinista come Ceccarelli, si sono sposati entrambi da poco, suonano da molto tempo insieme, ecc...). Gianluca è il giovane del gruppo, il più silenzioso, una figura antica, con questi lunghi capelli legati, un uomo di un'altra epoca, tutto sommato. Io, Simone, sono il più vecchio ed ahimé il più basso, ma mi consolo suonando il contrabbasso, che con le sue dimensioni è un po' una proiezione del mio ego.
Musicalmente le nostre influenze sono tra le più varie; siamo tutti di formazione classica ed amiamo molto quasi tutto il repertorio, io sono anche jazzista ed ho un passato di musicista rock ed heavy metal, che tuttora adoro. Sperandio è un vero fan della canzone d'autore italiana e francese; insomma, un bel bagaglio di varietà, che conciliamo grazie al rispetto reciproco ed allo spirito collaborativo maturato negli anni passati a suonare insieme. Inoltre nel gruppo si sta delineando una sorta di struttura, in base alla quale Sperandio è l'autore, Ceccarelli la mente manageriale, io l'arrangiatore e Gianluca “le super grand slam de l'acrobatique” soprattutto sul palco. Ovviamente tale struttura è flessibile e tutti possono contribuire a migliorare il lavoro di tutti.
Come e dove cercate l'ispirazione?
Matteo Sperandio compone con le parole quasi in tempo reale, ogni giorno, si può dire formula frasi già pensate ritmicamente; è molto bravo in questo. Ciò gli permette di sedersi al pianoforte e buttare giù la struttura di un brano suonando e cantando quasi contemporaneamente. Ovviamente questa bozza necessita di aggiustamenti e quando ha lo scheletro pronto, io, oppure talvolta il gruppo al completo, provvediamo all'arrangiamento. Tuttavia non parlerei di ispirazione, visto che Matteo non è un autore autobiografico, basti pensare che è felicemente sposato ma riesce a scrivere di delusioni sentimentali, dando sfogo ad una vena che a tratti definirei epico-malinconica. Tuttavia quando ha scritto un pezzo decisamente autobiografico come Malamorte, lo ha fatto in modo eccellente. Per quanto riguarda me, invece è tutto l'opposto, io sono molto autobiografico ed il mio umore influenza ciò che scrivo. Se quindi ho una commissione per un pezzo che ha caratteristiche emotive diverse dal mio umore del momento devo fare appello alla tecnica ed alla professionalità per creare un distacco e scrivere serenamente.
So che avete registrato colonne sonore per importanti film, quali?
Tra gli altri direi “Un viaggio chiamato amore”, “Ginostra”, “I ragazzi della via Pal” e svariate fiction Rai.
Il vostro progetto più impegnativo suppongo sia stato finora il primo disco "Della gente che non dorme", come è stato registrarlo, produrlo e promuoverlo in tour? Voi siete gente che non dorme mai?
Io non amo molto lo studio di registrazione, preferisco il palcoscenico, tuttavia, quando lavori con i profesisonisti, anche registrare può essere appagante. A me è piaciuto molto seguire le fasi del missaggio. La promozione è un'aspetto difficile e faticoso e fin qui dobbiamo ringraziare Matteo Ceccarelli che decisamente non dorme mai; ha una media di quattro ore per notte. Andare in tour, beh...non riesco a pensare nulla di più appagante.
E la sensazione nel girare il vostro primo video "L'amore originale", tutto homemade con attori ternani (Riccardo Leonelli e Camilla Ferranti) quale è stata?
Per quanto riguarda il video...che dire, è stata una splendida esperienza, perché tutto si è svolto all'insegna della massima professionalità. L'aspetto homemade ha semplicemente facilitato i contatti umani.
Avete ricevuto alcuni riconoscimenti, tra cui l'importante Premio Fabrizio De André nell'ambito del Festival della Canzone Italiana di Isernia, che esperienza è stata?
Ad Isernia ci siamo andati quasi per caso, perché abbiamo saputo in extremis di questo bel concorso e per giunta in trio, senza Gianluca, che era impegnato in un tour giapponese con i Solisti di Perugia, eppure fin da subito abbiamo capito che c'era un'energia forte in noi. Siamo saliti sul palco con grande determinazione e francamente...un po' ce lo aspettavamo, di vincere. Tra l'altro eravamo un gruppo piuttosto atipico in quel palcoscenico. Per nostra fortuna è stato apprezzato l'elemento di novità. Al De André invece abbiamo gareggiato con gruppi più simili a noi e meno pop, in un contesto in cui nessuno si meraviglia se vede un contrabbasso ed abbiamo cercato semplicemente di fare del nostro meglio. Non pensavamo di vincere e la gioia è stata grande.
A quali artisti vi ispirate?
Matteo Sperandio è ispirato dalla canzone francese ed italiana, ma anche ovviamente dai grandi temi classici, barocchi e romantici; io come ho detto prima amo molto il jazz, il metal, ma anche la musica balcanica, il klezmer ecc... Non tutto si può ascoltare distintamente nella nostra musica, e tuttavia non si può dire che non influenzi il lavoro, almeno ad un livello inconscio.
Il vostro concerto più bello e perché e soprattutto in quale tipo di location preferite esibirvi?
Il concerto più bello è il prossimo. Ad ogni modo siamo indicati per i teatri ed i club, ma non disdegnamo certo l'air play.
Un commento di un fan che vi è rimasto impresso e che vi rappresenta davvero?
Una nostra amica attrice, che ha adorato il nostro disco, ci ha detto che le sembra di ascoltare una sintesi di tutto il bello della canzone d'autore. Davvero un bel complimento. Dal vivo, più di una persona ci ha detto che facciamo l'effetto di una sorta di orchestra.
Mi è giunta notizia che state registrando il secondo disco, è vero? Quali sono le differenze rispetto al primo, vi sentite maturati, cambiati in qualche aspetto?
Il disco è in fase di lavorazione, ci sono già molti pezzi abbozzati ma non arrangiati. Per il momento non si parla di studio di registrazione, but "you know: things move on" e presto potrei dirti altre cose. Comunque il prossimo materiale confermerà la vena autoriale e si perderanno ulteriormente le caratteristiche più esplicitamente pop.
Avete un'etichetta e un'agenzia che vi segue?
Al momento siamo totalmente indipendenti.
Quanto è difficile ricavarsi uno spazio in Umbria e come sono state le vostre esperienze come gruppo nelle altre regioni, visto che avete suonato a Firenze, a Varese e in molti altri posti?
E' difficile suonare ovunque. E' questo scorcio d'epoca...che altro dire...noi andremo avanti. Ad ogni modo dovunque andiamo il consenso è quasi unanime. Posso solo ringraziare.
Il brano per il quale siete riconosciuti e quello che vi rappresenta di più?
L'Amore originale, per il video, e Sette vite, per la vittoria al De André.
Ascoltando le vostre canzoni è evidente che l'amore sia il motore della vostra espressione musicale, di quali altri sentimenti parlate attraverso le note?
Più che di sentimenti parlerei di storie o frammenti storie. Se non si parla di storie d'amore, Sperandio usa la sua ironia per parlare di un po' tutto ciò che ci circonda: dalla crisi economica ai reality show, passando per vicende personali, anche dolorose, ma sempre con un certa sana leggerezza.