L’attuale palazzo è il risultato dell’intervento dell’architetto Arthur Stanislas Diet (1827-1890) che intervenne su un preesistente edificio, di cui si hanno notizie sin dal Seicento quando la proprietà apparteneva alla famiglia Diotallevi. Da questa passò dapprima ai Martinelli, poi ai Belmonti delle Caminate che la vendettero, nel 1846 al marchese Adolphe Nöel des Vergers (1804-1867) archeologo, etruscologo e orientalista parigino il quale conservò i preesistenti palazzo e giardino. Alla morte del marchese, il figlio Gaston Nöel e la moglie Emma Firmin Didot, figlia del celebre stampatore parigino Ambroise, diedero avvio alla trasformazione della villa incaricando del progetto Diet il quale trasformò il palazzo secondo le esigenze della committenza e modificò sensibilmente la facciata facendole assumere l’aspetto che tutt’ora conserva e che richiama la grandeur francese.
Anche il giardino subì una radicale trasformazione in stile eclettico. L’intervento interessò una superficie di 7 ettari che venne sistemata nelle zone più prossime alla villa, in maniera formale, in sintonia con lo stile eclettico che la villa aveva assunto e nella parte più lontana in maniera paesaggistica, con vegetazione in forma libera costituita per lo più da alberi d’alto fusto e arbusti lasciati crescere liberamente. Di fronte alla villa fu realizzato un parterre, una vasca di forma rettangolare e due scale di collegamento che mettevano in comunicazione il primo giardino con un altro giardino, sopraelevato di circa 4 metri, rispetto il piano di campagna della villa. Tutto intorno si realizzò il giardino paesaggistico al cui interno, con molte probabilità, venne creato anche da un lago di forma irregolare e relativa isoletta.
Nel 1938 il complesso venne acquistato dal principe Mario Ruspoli di Poggio Suasa. Questi incaricò l’allora giovane paesaggista Pietro Porcinai al quale commissionò la ristrutturazione del vasto giardino. Porcinai effettuò dei cambiamenti “in stile” soprattutto nella parte prossimale alla villa attingendo al repertorio del giardino storico. In particolare ampliò la vasca d’acqua e la dotò di due file parallele di zampilli d’acqua, ora rimossi, che davano maggiore movimento e rilievo alla scena vegetale che si andava completando. Il riferimento alle fontane zampillanti dell’epoca barocca è chiaramente leggibile. Oltre a ciò, tra le due scale ascendenti ideò una sorta di esedra, arricchita da statue poste sulla balaustra e da mascheroni posti sul muro dell’esedra, che costituisce il tratto conclusivo di questa porzione del giardino. In questo modo il giardino diventa più affine allo stile architettonico della villa, la cui facciata aveva assunto ai tempi dei des Vergers un aspetto “monumentale”. Porcinai aggiunge anche due portali neobarocchi che costituiscono il punto di passaggio tra il giardino formale e il giardino paesaggistico. Ad est, poi sviluppa un giardino di sapore rinascimentale (o all’italiana”) che si conclude con una finestra di verzura che si affaccia sul paesaggio riminese. Sulla restante parte del giardino, quello paesaggistico, pare Porcinai non sia intervenuto in modo pesante limitandosi, a quanto risulta, a inserire punti di sosta e a creare un percorso coperto realizzato da pergole in ferro battuto.
Attualmente villa e giardino sono di proprietà privata e vengono affittati per matrimoni, ricevimenti meetings e servizi fotografici. Il giardino è visitabile su appuntamento. Grand Hotel Primavera tel. 0549 90 20 07
Testo di Eraldo Antonini
In collaborazione con la rivista Giardini: www.giardini.biz