Finalmente un evento che vede coinvolti artisti italiani in una mostra collettiva nella capitale inglese, proprio durante il ‘First Thursdays’, l’equivalente dell’italiana ‘notte bianca’, che si ripete nell’East End londinese ogni primo giovedì del mese.
Nel tardo pomeriggio la gente passeggia lungo la famosa Brick Lane nel quartiere Tower Hamlets che collega da sud verso nord Whitechapel High Road a Bethnal Green Road, e attraversando Spitafield traccia un colorito e vivido solco in una zona prettamente residenziale. Nel gergo di Londra, l'area di Brick Lane, data l'altissima concentrazione di immigrati sud-asiatici specie in passato, è conosciuta anche con il nome di "Bangla Town" ma la zona è anche un vivido centro artistico, con frequenti iniziative ed esposizioni (a volte proprio all'interno di bar e locali), numerosi atelier di moda (è a tutti gli effetti una zona dove molte tendenze nascono), e famose opere di street-art tra le quali spiccano alcuni lavori di Banksy.
Nella galleria 5th base a ridosso di opere di street-art tra le più famose, troviamo una dimostrazione del talento italiano contemporaneo, che raccoglie undici artisti, provenienti da varie zone d’Italia, che si sono riuniti in una mostra unica un po’ perché appunto l’unione fa la forza, un po’ per avere la meglio sulle tariffe delle gallerie londinesi molto poco economiche. La lista degli artisti italiani : Andrea De Angelis, Claudio Della Rocca, Donatella Marraoni, Elisabetta Grappasonni, Federica Gabrielli, Francesco Bertucci, Giuseppe Zotti, Gladys De la Raba, Lorenzo Menichini , Mario Napoletti, Roberta Ceccarelli, sono undici, alcuni si sono uniti all’ultimo momento, altri ci hanno creduto sin dall’inizio, hanno tecniche e stili completamente diversi ma che ci fanno capire che l’arte contemporanea in Italia è viva, senza perdere il contatto con un grandioso passato.
Entrando nella galleria, incominciamo a vedere le opere degli artisti, accompagnati da un sottofondo di musica classica, troviamo molto figurativo e nature morte e stupende forme astratte, per non parlare di immagini e icone religiose, molteplicità di colori e di visioni artistiche, tipico di una pulsante attività creativa. Il curatore della mostra Francesco Bertucci, anche lui presente con i suoi quadri, ci dice che nonostante le enormi difficoltà e soprattutto la riluttanza generale e la non troppa disponibilità a investire da parte degli artisti per il momento di crisi generale e in particolare quello che sta passando l’Italia, ha voluto fortemente questa esibizione appunto Italian Artists in London proprio per portare nella capitale londinese una immagine positiva dell’Italia e degli italiani, con tutta la bellezza che il paese può ancora sfoggiare anche in un momento di debolezza come questo.
Le opere di Francesco infatti sono azzardatamene visionarie, con un tocco di figurativo e con combinazioni di colori azzeccate, sono rimasto colpito dalla sua opera Follow the river, icona dell’esibizione e presente nella locandina, un dipinto ‘bello’ e sensuale, ma non volgare, ho visto molte persone soffermarsi e avere le mie stesse impressioni. Un altro artista era presente insieme ai suoi quadri, Andrea de Angelis, un pittore che dipinge temi classici, figurativo e natura morta, l’innovazione è nei soggetti, come il suo melograno che sinceramente come frutto è molto raro nelle nature morte, in quanto già poco diffuso appunto come frutto, e il vecchio con la barba bianca, che ci racconta essere la rappresentazione di un famoso clochard e della sua storia di ricchezza e povertà.
Un afflusso moderato ma costante ha reso interessante osservare l’interesse dei londinesi e dei turisti a questa isola di arte italiana racchiusa nel cuore pulsante di Londra. Chiediamo qualche impressione a un visitatore, un certo Paul D. di Breentwood, un paesino nell’interland londinese, dice che osservando i quadri si capisce che sono italiani, lui ha fatto un corso di storia dell’arte, e sia i temi trattati, sia lo stile e i colori, riconducono al bel paese, è rimasto colpito da questa combinazione tra classico e contemporaneo, andrà sicuramente in rete per approfondire i vari artisti. La signora Margaret F. è rimasta ferma a osservare le icone religiose di Giuseppe Zotti, convinta di percepire un trapelare di senso mistico da quelle opere, e sinceramente io stesso ho sentito qualcosa dentro, forse anche per il tema trattato, la religione, o forse per il senso di antico, di passato che il dipinto stesso riesce a trasmettere.
La mia impressione generale è sicuramente positiva e spero si facciano ancora mostre di questo tipo in grado di diffondere il talento italiano facendo passare un sicuro pomeriggio di cultura e di tranquillità a chiunque lo voglia passare, anche nella frenetica e instancabile Londra, che già si prepara comunque al suo circo mediatico serale.