Konsequenz, la factory culturale (rivista, concerti, ensemble, cd) fondata nel 1994 a Napoli da Girolamo De Simone e da musicisti come Daniele Lombardi, Giancarlo Cardini, Giuseppe Chiari, compie vent’anni, e per festeggiare l’evento propone tre nuovi dischi.
Dedita fin dalla fondazione alla musica di frontiera e al superamento dello sperimentalismo già assimilato, Konsequenz è stata una eccezionale macchina da guerra per la divulgazione e l’affermazione delle nuove estetiche della contaminazione, in anni in cui l’assunto dei plurali in musica non era affatto scontato. In vent’anni di attività Konsequenz, diretta da Girolamo De Simone, ha pubblicato un centinaio di volumi monografici, ora presenti nelle biblioteche di tutto il mondo, realizzato decine di concerti e rassegne musicali, prodotto dischi, mostre, ed eventi trasversali, tanto da essere oggi riconosciuta come imprescindibile archivio del contemporaneo e anima delle sue memorie, altrimenti inconciliate.
La nascita di Konsequenz, si colloca tra le iniziative rizomatiche che suppliscono all’assenza di programmazione di accademie e istituzioni ufficiali. Alla fine del ‘93, difatti, si consolida un progetto editoriale nato da convergenze e diversioni tra intellettuali, musicisti, critici e giornalisti. Nel maggio di quell’anno nasce una nuova testata scientifica in grado di offrire ampi spazi critici alla riflessione estetica sulle nuove musiche, ma il primo numero di Konsequenz appare nel gennaio del 1994. Subito dopo la fondazione il primo passo è quello di coinvolgere Giancarlo Cardini, Daniele Lombardi e Riccardo Risaliti. Un contributo essenziale per la fabbrica di un prodotto omogeneo è offerto dall’esperienza e competenza di Francesco Bellofatto e Alfredo D’Agnese, giornalisti di calibro e di grande esperienza di redazione. Numerosissimi gli intellettuali, critici o musicisti che nel tempo pubblicheranno per la testata: saranno Giampiero Bigazzi, Gabriele Bonomo, Michele Bovi, Paolo Castaldi, Enrico Correggia, Enrico Cocco, Renzo Cresti, Roberto Doati, Mario Gamba, Angelo Gilardino, Max Fuschetto, Giuseppe Limone, Guy Livingston, Sergio Ragni, Giulio de Martino, Manlio Sgalambro, Tommaso Tozzi, Stefano Valanzuolo, Federico Vacalebre, Luigi Verdi, Claudio Bonechi. Importanti fiancheggiatori di grande prestigio, purtroppo oggi scomparsi, saranno Miriam Donadoni Omodeo, Pietro Grossi, Luciano Chailly. La testata pubblicherà inediti di Luc Ferrari, Giuseppe Chiari, Iain Chambers, Albert Mayr Marco Boccitto, Walter Veltroni, Dino Villatico.
Le evenienze appena descritte hanno condotto a operazioni pionieristiche di programmazione a lungo respiro. Tra queste, una rassegna storica è stata certamente Eclettica – Musica Millemondi. Nel 1997, per la prima volta in una programmazione tanto lunga e articolata, venivano affiancati nomi di rilievo nazionale a interpreti e compositori partenopei. Non è facile rintracciare prima del ’97, nella storia culturale e musicale napoletana, qualcosa di analogo, con l’eccezione degli interventi di programmazione di Luciano Cilio (con i quali implicitamente dialogavamo). Musica Millemondi riesce per la prima volta a dare visibilità a eventi ‘rimossi’ dalla memoria storica cittadina, a offrire una sponda alle ‘memorie inconciliate’, senza per questo togliere spazio alla più avanzata musica di frontiera. Le ultime attività, le più recenti, hanno visto svolgersi l’anno scorso La fabbrica eXplosiva, alla Galleria Toledo e al Cinema Modernissimo, e l’installazione multimediale Scarl/ACT al PAN, Palazzo delle Arti di Napoli. Konsequenz ha compiuto nel 2014 i suoi venti anni di attività.
Girolamo De Simone, Jommelli granular
(KNZ/011)
Girolamo De Simone, che in un precedente lavoro (ScarlAct) aveva esplorato la ‘dissonanza’ partendo da centinaia di frammenti pianistici mutuati dalle Sonate di Scarlatti, propone in questo nuovo disco un aggiornamento della ‘consonanza’ di Niccolò Jommelli, attraverso la sintesi additiva granulare. Il risultato è una musica d’atmosfera, contrappuntata da inserimenti del clavicordo, unico strumento a tastiera capace di riprodurre un vibrato delle corde percosse, il cosiddetto ‘Bebung’, che diventa nel lavoro di De Simone una sublimazione della vibrazione, metafonia che rallenta il tempo. Il disco è tuttavia aperto da alcuni brani pianistici ispirati via via all’antica Armenia, ai canti antifonali, o agli arcaici inni cristiani siriani...
“Per realizzare Jommelli Granular – dichiara Girolamo De Simone – ho centrifugato con il computer centinaia di frammenti registrati con uno strumento antichissimo, il clavicordo. Ho poi realizzato tre movimenti, come nelle più classiche delle Sinfonie, usando il mio Mac. Dalla forma d’onda ho tratto una partitura ‘visiva’, sulla quale inserisco nuovamente, dal vivo, il suono del clavicordo, reso tuttavia ‘elettrico’ con l’uso di filtri. Il brano si conclude con l’innesto live di un altro strumento a me caro, un piccolo Moog a due oscillatori. Il risultato finale è poetico e straniante: una variazione sulle consonanze usate dal grande compositore Niccolò Jommelli, nel trecentesimo anniversario dalla nascita”.
Girolamo De Simone, nato a Napoli nel 1964, vive e lavora alla periferia della metropoli partenopea, alle pendici del Monte Somma, a ridosso del Vesuvio. Musicista e agitatore culturale, è considerato tra i principali esponenti della musica di frontiera. Ha pubblicato molteplici dischi, libri, articoli e tenuto concerti per festival e rassegne non solo italiane. La sua musica è stata utilizzata in film pluripremiati, e trasmessa da canali radiofonici e televisivi nazionali e stranieri. Per la sua attività ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti istituzionali.
Antonelli Neri, Iren - ImprovvisAzioni vesuviane
(KNZ/012)
Iren 1-2-3-4 consta di quattro momenti dove la storia è nel primo e nel terzo con due affioramenti bachiani e diviene realtà nei restanti due. Una guerra illustre contro il tempo fu in sostanza detto essere la musica ricorrendo al concetto contenuto nell’apertura manzoniana.
“Quel che si ha da dire è che la storia esiste Fuori della musica, è proprio la musica che rivela questo straordinario anello conoscitivo e lo riflette in se stessa. Non confundar. Sì, perché sarei un mistificato(re) se aderissi alla funesta idea che, siccome in musica il tempo può essere fermo (e fermato), esso in realtà non esiste. A Maria Antonietta la testa gliela tagliarono sul serio. Deriva piantata nell’oggi è questa musica dove anche la memoria di attimi di passato eccelso deve divenire controcultura, strappata al dominio e alla sua dominante ideologia, che non domina il mio cervello” dichiara Antonello Neri.
Antonello Neri nasce all’Aquila nel settembre del lontano 1942, e ha vissuto in vari luoghi ma principalmente a Roma. Ha operato nel campo della musica contemporanea e di ricerca, sia componendo e sia improvvisando al pianoforte e con strumenti elettronici. Ha composto per il teatro d’avanguardia. Ha suonato in diversi luoghi del pianeta terra. Ha insegnato Lettura della Partitura nel Conservatorio A. Casella dell’Aquila e molto collaborato con la Società dei Concerti B. Barattelli di quella città. Ha tenuto corsi sul cromatismo musicale presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Ha tenuto corsi d’improvvisazione presso la N.Y. University.
Pietro Grossi, Sacre
(KNZ/013)
“Non faccio che dire che nel 1967 ebbi il primo ‘colpo di fulmine’ al computer. In cinque minuti suonai alla perfezione il quinto capriccio di Paganini, e dopo altri cinque minuti ne ho fatto quello che ho voluto. Vorrei che ascoltasse un cd in cui c’è proprio questa esperienza!”
(Pietro Grossi)
“E il disco arrivò. Rimase a lungo in un cassetto, ma ora siamo in grado di presentarne al pubblico una selezione autorizzata dalla moglie di Pietro Grossi, l’artista Marcella Chelotti, cui va il mio personale ringraziamento...” (Girolamo De Simone)
Pietro Grossi (Venezia 1917 - Firenze 2002), grande pioniere della musica elettronica italiana, mescolò intuizioni musicali, estetiche, sociologiche, precorrendo i tempi e anticipando le tecnologie e le teorie utilizzate oggi per realizzare in ogni casa divertimento, creatività, comfort. David Toop, uno dei più autorevoli critici e musicisti di frontiera, scoprendo con ritardo l’opera di Pietro Grossi scriveva sull’autorevole The Wire: “La risposta del perché Grossi risulti una figura così poco nota malgrado il suo profetico lavoro si potrebbe trovare nello Zeitgest degli anni Sessanta. Non vestito in abiti indiani né dedito alla costruzione di una carriera, Grossi continuò ad applicarsi tranquillamente alle sue teorie. Forse con ritardo, ma sono contento di scoprirlo”.
Per maggiori informazioni:
www.konsequenz.it
www.girolamodesimone.com