L’idroterapia è quella disciplina medica che cura vari tipi di patologie per mezzo di trattamenti a base di acqua: per bevanda, inalazioni, abluzioni, bagni o lavaggi. Praticata in antichità dagli egizi, dai macedoni e dai greci fu ripresa intorno al XVII secolo e definitivamente introdotta come branca medica nei primi anni del 1900.
Si deve al medico viennese Wilhelm Winternitz (1835 – 1917) l'inserimento dell'idroterapia nei programmi di insegnamento ufficiali della facoltà di Medicina di Vienna e poi in Europa. A Livorno l’idropinoterapia (assunzione per bevanda) fu celebrata dall’illustre speziale granducale Diacinto Cestoni e nei secoli successivi i principi benefici della terapia idrica furono sostenuti da un medico innovatore e alquanto ingegnoso, il dottore Fabio Grilli. Accanito sostenitore delle guarigioni dalle malattie bronchiali, polmonari e di quelle causanti piaghe ulcerose, ottenute con l’acqua di mare, progettò e diresse i bagni d’acqua dolce e salata del Signor Vincenzo Pancaldi fin dal 1867.
Gli effetti salutari ottenuti dall’immersione marina e dal “batter d’onda” non potevano essere praticati da tutti, così volle ricreare all’interno di stanze appositamente allestite ciò che il mare offre ai bagnanti e a coloro che dell’aerosol marino traggono benefici. In alcuni locali dello Stabilimento, fece costruire delle tinozze di marmo per bagni a corrente continua d’acqua calda e fredda da graduarsi a piacere, facendola scaturire dalla larga bocca reticolata del fondo. Dette vasche erano utili sia per chi non sapeva nuotare o per chi, come i bambini, aveva paura dell’acqua. Per ottenere invece l’effetto della sferzatura dell’onda marina fece costruire in altre stanze delle docce orizzontali di cui potere adattare la forza. Ma la sua più grande invenzione fu la macchina nebulizzatrice che ricreava nell’ambiente chiuso del locale di cura il fine particolato dell’aerosol marino che si respirava durante le mareggiate.
La macchina a forma di fontana, posta al centro dell’ambiente, era provvista di ugelli dai quali fuoriusciva con forza l’acqua marina la quale andando a infrangersi con violenza su di un corpo sferico centrale, ne frantumava il getto in particelle finissime. Questo fu solamente il primo passo del dottor Grilli poiché per l’anno successivo raccomandò al signor Pancaldi di incatramare la camera della nebulizzazione e di cospargere il pavimento di alghe come faceva il celebre professor Laennec in Francia, che ne spargeva in abbondanti quantità nelle stanze dei tisici degli ospedali di cura. Nella sua mente comunque vagheggiava l’idea di realizzare ai Regi Bagni Pancaldi di Livorno “oramai famosi per bontà di sito e di acqua e per l’amenità di geniali conversazioni” una grande sala galleggiante…