A questa domanda dovremmo rispondere tutti noi che siamo in viaggio verso la consapevolezza, e con l’aiuto del metodo del focusing potrebbe essere ancora più facile! Prendo spunto da quanto scritto da Martin Buber nel suo libro Il cammino dell’uomo e cioè, l’uomo deve fare della sua vita un cammino, rispondendo alla domanda "Dove sei?" senza tentare di nascondersi o sentirsi impotente... non c’è una via unica, occorre scegliere la propria e scegliere significa anche rinunciare. Ognuno ha una sua vita e la deve realizzare con risolutezza.
Il focusing può aiutarci a scegliere la nostra via, ciò che di buono vogliamo perseguire, per noi e per gli altri. Questo metodo, nel contempo semplice e potente, è un grande aiuto per scegliere, ci permette di sentire la qualità della decisione e di verificare cosa è meglio per noi. Alla domanda fatidica "Dove sono in questo momento della mia vita" potrebbe esserci la risposta, come nel racconto di Buber, "Mi sono nascosto!" ... e quindi dare il via a un viaggio verso la scoperta di sé e dei propri valori. E cioè: "Sappi da dove vieni, dove vai, e davanti a chi dovrai un giorno rendere conto…".
Il focusing, aumentando la sensibilità e soprattutto l’attenzione verso le nostre sensazioni, può permetterci di scoprire quello che è più giusto e consono a noi e soprattutto farci conoscere il cammino che attrae il nostro cuore e farcelo scegliere con tutte le nostre forze. "Quali sono le cose importanti della mia vita alle quali dedico troppo poco tempo e quali sono le cose meno importanti che prendono il mio tempo?"
Il focusing permette di collegarsi al proprio sé interiore, facendolo diventare sempre più solido, superando gli ostacoli che in genere si trovano, come la dipendenza verso qualcuno o qualcosa e il non volersi assumere la responsabilità della propria vita; permette di radicare un sentimento d’identità saldo, con un autoriconoscimento nel tempo e nello spazio, comporta un agire autentico, conforme al proprio sentire profondo: permette di coinvolgersi senza rimanere coinvolto, fondersi senza confondersi. Ci mette in contatto con il nostro centro e con la nostra unicità, originalità e irrepetibilità, offre la necessaria calma interiore per distinguere ciò che è essenziale e ciò che non lo è.
Il focusing ci permette di diventare artefici della nostra vita e non consumatori passivi, attingendo alla farina del nostro sacco, senza replicare la vita di nessuno anche se solo involontariamente. Dà un significato alle nostre sensazioni, facendoci abbracciare una filosofia radicale sul cambiamento. Normalmente pensiamo di dover far qualcosa per cambiare, mentre nel focusing è importante dare attenzione al fluire dell’ordine naturale delle cose. In ognuno c’è qualcosa di prezioso che non c’è in nessun altro. Ma ciò che è prezioso dentro di sé, l’uomo può scoprirlo solo se coglie veramente il proprio sentimento più profondo, il proprio desiderio fondamentale, ciò che muove l’aspetto più intimo del proprio essere… (Martin Buber).