“Nessun vento è favorevole per un navigante senza meta” credo che molti di noi abbiano letto questa considerazione che, a mio modo di vedere, rappresenta ciò che può cambiare radicalmente l’esistenza di una persona (a me è successo così). Hai presente il momento in cui ti compare davanti ciò che realmente vuoi fare? Hai presente quando hai un obiettivo e riesci a focalizzare i tuoi sforzi direttamente su quel punto specifico? Credo che almeno una volta nella tua vita ti sia successo di avere un obiettivo da raggiungere, qualcosa da ottenere a tutti i costi: è vero o no che, quando succede, vai a dormire con quello scopo e ti risvegli con quel pensiero?

È questo che io chiamo “la stella polare” il punto di riferimento che ci guida sulla strada e che diventa la chiave che sblocca e indirizza i tuoi comportamenti. Che si chiami ispirazione, missione, per quanto mi riguarda, mi comparve davanti alcuni anni fa e fu una semplice affermazione: diventare a mia volta un punto di riferimento, illuminare la vita altrui, aiutare persone a sviluppare il proprio potenziale.

È stata come un’illuminazione appunto, quando ho vissuto, sentito, capito che mi avrebbe svoltato le giornate, quando visualizzare me stesso diventare una persona che aiuta, coinvolge, guida, illumina, ispira la vita altrui, ho capito cosa volevo fare: volevo diventare un leader, una guida, una luce. Pensa che mi sono letteralmente visto persino come avrei voluto essere vestito!

Premetto che ho sempre avuto la sensazione latente di voler aiutare le persone. È sempre stato qualcosa che mi rendeva felice e appagato e mi capitava di farlo anche da bambino. Col tempo però questa luce si è affievolita, oscurata da obiettivi che credevo fossero i miei. Invece pian piano mi sono reso conto che bastava legassi la mia vita a questo concetto perché tutto cambiasse, lavoro compreso.

Ho dovuto combattere e tutt’ora mi capita di dover vincere la paura di non sentirsi all’altezza, perché sono sempre stato una persona riservata, taciturna e anche timida. Tuttavia, così facendo, esercitandomi, sperimentando semplicemente nella vita di tutti i giorni questi atteggiamenti ho in qualche modo decodificato tutto e oggi tutto si svolge naturalmente grazie a questo paradigma che, in qualche modo, indirizza e reinterpreta le mie giornate, in modo quasi del tutto automatico.

Iniziai col dire al barista quanto fosse buono il caffè che mi serviva al mattino (senza mai fingere perché mi si sarebbe letto in faccia), poi cominciai ad elargire un sorriso in più, a ringraziare con trasporto chi mi serviva un piatto al ristorante, o mi serviva in un negozio. Ripeto, non ho mai finto né mai detto nulla che non fosse davvero sentito, era un’affermazione, un ringraziamento per il servizio o il piacere ricevuto. In poche parole, ho iniziato ad elargire gentilezza a casaccio, in auto, nei mezzi pubblici, al supermercato.

È così che ho cambiato le mie giornate e, pian piano, il mio modo di vivere. Adesso appena mi rendo conto che mi sto allontanando o per qualche motivo dimentico il mio mantra, magari a causa di un periodo stressante o qualcos’altro, vedo le mie giornate che si ingrigiscono e devo ricondizionare tutto per rivedere la mia luce.

E tu, hai mai pensato davvero a cosa ti migliora e quindi ti fa sentire migliore? Ti sei mai chiesto davvero cosa potrebbe cambiare le tue giornate e di conseguenza quelle altrui? Cosa ti farebbe stare meglio, sentire migliore?

Ti chiedo questo perché non è affatto una cosa scontata e, credimi, non è nemmeno semplice. Una buona parte di noi, nel mondo intero, naviga senza una meta reale. Molti sono condizionati da qualcosa che ritengono, superficialmente, sia il loro vero obiettivo, ma spesso si sbagliano, perché lo confondono con quello che hanno inconsciamente assimilato da altri. Siamo stati e siamo ogni giorno condizionati da ciò che ci è stato impartito in famiglia, a scuola o dalla società. Siamo macchine che portano avanti, purtroppo troppo spesso, obiettivi altrui. Ad esempio, il tuo piano di studi, la scuola, l’università, o forse lo sport e il lavoro che fai, finanche la persona con la quale vivi, sono davvero quello che TU volevi, oppure sono il frutto di un condizionamento esterno, di un volere che non era davvero il tuo?

È semplice comprenderlo perché già basterebbe leggere il tuo umore al mattino quando ti svegli. Se per te è un peso iniziare la giornata, fare ciò che fai, beh, qualcosa non torna. Ti piace quello che studi? Ti piace il tuo lavoro? Ti piace quello che fai? Lavori con tuo padre o con tua madre o con i tuoi fratelli o parenti perché davvero lo volevi o perché se lo aspettavano da te? Il tuo piano di studi è davvero la tua passione?

Se a tutte queste domande la risposta è no, allora è bene fermarsi e farsi delle domande. Certo non sto affatto dicendo di mollare tutto di punto in bianco; tuttavia, cercare di capire cosa davvero ti piacerebbe fare è un passo fondamentale per reindirizzare la vita che non ti soddisfa. Fai o hai fatto abbastanza per cambiare? Hai davvero cercato di fare quello che ti piace? Inoltre, è proprio impossibile conciliare le due cose?

Io non sognavo di fare il lavoro che faccio, anzi, dicevo che mai avrei potuto fare il lavoro di mio padre. Oggi invece, dopo varie esperienze, mi ritrovo a fare l’agente e l’Area Manager. Certo, mi sarebbe piaciuto studiare psicologia e svolgere la professione di psicologo ma, in qualche modo, oggi svolgo un lavoro molto affine, anzi, se proprio vogliamo dirla tutta credo che sia il modo migliore che mai avrei potuto immaginare per fare quello che mi piace!

Eppure, è bastato capirlo, vederlo, immaginarlo. Dopo poco mi sono ritrovato a un corso triennale di counseling e coaching strategico, alla veneranda età di 48 anni. L’ho fatto per migliorare me stesso e di conseguenza il mio modo di lavorare, ho imparato a gestire le persone ma anche la mia stessa quotidianità. Oggi posso aiutare i miei clienti solo ed esclusivamente grazie al mio nuovo equilibrio e al mio nuovo modo di essere. Non mi sono affatto fermato, anzi, mi ritrovo sempre a voler affinare, perfezionare, migliorare perché è nella natura umana voler crescere, questo lo sai anche tu. Il mio obiettivo l’ho scritto a caratteri cubitali sul mio primo punto della To Do List.

Dunque, cosa senti di voler fare che possa renderti felice e migliore? Il cammino di Santiago, oppure ti piacerebbe o suonare uno strumento? Sei appassionato di botanica e vorresti avere un orticello oppure sei un appassionato di automobili? Cosa puoi fare perché il tuo sogno possa migliorare la tua esistenza e allo stesso modo rendere migliore il tuo lavoro e le tue giornate? Cosa puoi fare per farlo oggi stesso o iniziare ad organizzare da subito?

Lo sottolineo e lo dico sempre: tutto ciò che fai, se è fatto bene e con convinzione, in qualche modo ti migliora e di conseguenza migliora ciò che fai, migliora chi sei e condiziona in meglio la tua vita perché, indirettamente, rende migliore anche la vita altrui.

Se sei un artigiano del legno e ti piace intarsiare mobili o costruire qualcosa di bello e utile, il fine è quello di realizzare un oggetto che sia utile a qualcuno. Così se sei un personal trainer migliorerai lo stato di salute psicofisico del tuo cliente. Se sei un parrucchiere e lo fai con passione e sentimento, le tue clienti, all’uscita dal salone si sentiranno meglio. Se sei un medico e tratti con gentilezza i tuoi pazienti, puoi farli sentire protetti, compresi, sicuri… e così via.

Qual è la tua stella polare? Qual è il tuo paradigma? Qual è quella cosa che puoi fare affinché migliori la tua vita e di conseguenza quella altrui?