Nessuno dei politici, impegnati soprattutto in problemi di deficit, spread, fiscal compact, job act e spending review, avrà pensato di mandare un emissario a seguire i lavori di Taste 9, il salone delle eccellenze del gusto, tenutosi alla Stazione Leopolda di Firenze il mese scorso. Eppure il cibo, a pari merito con arte e paesaggio, è il nostro petrolio.
Lo ha capito, dopo lo scandalo del metanolo (1986), l'industria italiana del vino, che si è conquistata una piattaforma mondiale, come dimostra anche il grande successo della manifestazione Vinitaly, appena conclusa a Verona. Uno dei discorsi conclusivi incita a bere bene mangiando il nostro buon cibo. Una sinergia dunque col salone Taste, nato a Firenze nove anni fa, che compie un'alta operazione di divulgazione della tradizione gastronomico-culturale italiana, fornendo visibilità a prodotti di nicchia speciali, che erano inizialmente poco noti pure alla maggioranza degli operatori di settore, e per niente fuori d'Italia.
Facendo leva sulla superiorità, tipica italiana, di attenzione per il cibo, sempre molto curato nella presentazione ma, soprattutto nell'uso di materie prime di grande qualità, l'organizzazione di Taste fa del salone, sempre più frequentato anche da stranieri, luogo di dibattiti su argomenti caldi. Ci si domanda come fare a conservare la nostra multiforme produzione di eccellenza, proteggendola da contraffazioni e da una legislazione europea che spesso non distingue la qualità, quando non impone, in nome dell'igiene, norme assurde. Come indirizzare la legislazione italiana per creare anche all'estero una cultura del buon cibo? Come proteggere l'uso di componenti lavorati artigianalmente con sistemi tradizionali, a lungo già sperimentati, da false accuse di poca igiene?
Moderati dal Gastronauta Davide Paolini,che ha riunito sul palco un ring di esperti,si sono svolti dibattiti di grande interesse, primo fra tutti quello sulla contraffazione dei prodotti alimentari made in Italy, il cosiddetto Italian sounding, che è stato sviscerato alla ricerca di rimedi. Ma sono stati affrontati anche argomenti quali la mitica “Pasta madre”, chiarendo le caratteristiche del lievito che può fregiarsi di tal nome. Nome spesso abusato con grave svantaggio dell'acquirente.
Italian sounding: danno o opportunità, si è tenuto all'arena cultural-gastronomica che prende il nome di Taste Ring. Due ore fitte di segnalazioni, spunti e proposte, premiate da un pubblico attentissimo, composto da produttori ma anche da consumatori attenti e appassionati, le due categorie per le quali il salone è pensato. Un pubblico che cresce di anno in anno e che ha raggiunto le 15.000 presenze, superando del 10% quello che era stato il pubblico al Taste del 2013.
Seduti in cerchio parecchi addetti ai lavori, fra cui i direttori di Consorzio di prodotti Dop ( Prosciutto San Daniele, Grana Padano, Parmigiano, Mozzarella), la Confagricoltura, l'imprenditore Farinetti che, col suo Eataly, ha creato all'estero, oltre che in Italia, la vendita organizzata dei prodotti di eccellenza italiani (remando contro le vendite sottocosto della grande distribuzione), affrontando con molti altri la contraffazione con un interessante scambio di vedute. Al riguardo è consigliabile vedere il video postato sul sito di Pitti Immagine. I ministri, dovrebbero studiarlo per capire le difficoltà che gli imprenditori del settore devono affrontare, a causa di una legislazione spesso inadeguata a risolvere seriamente i problemi che ruotano intorno all'export. Tanto più che il Ministero dell'Agricoltura, da un governo all'altro è posto nelle mani di persone che sono inesperte del settore, delicatissimo per l'Italia di oggi.
Molti degli esperti concordano nell'affermare che va spiegata ai mercati esteri la pretesa tutta italiana di adoperarsi affinché il cibo prodotto sia, oltre che gustoso, non nocivo per la salute, e che proprio nella cura dell'alimentazione sta il plus di qualità della vita che gli stranieri notano venendo in Italia. Siamo unici al mondo nel pensare così. E' da qui che si originano i nostri prezzi, decisamente più alti di quelli di prodotti stranieri delle stesse categorie. Uno dei modi per allargare il mercato è suggerito da Bob Mueller, giornalista autore di un'appassionata storia sulle varietà degli oli italiani dal titolo “Extraverginità”. Bob, incantato dalla diversità dei modi di produzione, tutti validi, che permettono di ottenere varietà di gusto, ha scelto di vivere stabilmente in Italia, e suggerisce di invitare, a piccoli gruppi, importanti buyer stranieri nei luoghi di produzione. “Così li mettiamo in grado di vedere come e in quali territori vengano prodotti i nostri cibi e le materie prime che li compongono” - afferma Bob - "Gli stranieri" - Bob parla per esperienza - "sono facilitati a recepire il messaggio che la bontà del cibo italiano sia frutto di lavorazioni speciali, sviluppate da molto tempo, grazie a un territorio (magari piccolo come un fazzoletto di terra), che spesso è stato preservato per la volontà di portare avanti la ditta ereditata dai padri. Una simile strategia, uscendo dal mondo virtuale della pubblicità, genera sicuramente l'apprezzamento necessario per acquistare prodotti più costosi della generalità degli alimenti reperibili in un mercato globalizzato come quello attuale".
Anche il Concorso King of Catering, che ha premiato quest'anno i matrimoni del gusto più riusciti, ovvero i menù composti da piatti tradizionali delle grandi cerimonie, richiesti da Cina, Azerbaijan, Emirati Arabi, ma rivisitati dal gusto italiano, svolge un ruolo importante per la valorizzazione dei nostri esperti di catering e banqueting, chiamati a celebrare matrimoni, nascite e compleanni in altri ambiti culturali. E' risultato vincitore Le Gourmet di Varese, che meglio ha saputo dare una sapiente interpretazione, mostrando grandi capacità culinarie e doti scenografiche in armonia con quelle dei paesi committenti. Roberto Cioni, autore e organizzatore del concorso insieme con Bisol, ritiene che la nostra tradizione culinaria sia in grado di aggiungere gusto e gradevolezza a tali piatti tradizionali, senza cambiarne i componenti.
Per concludere, un invito agli addetti ai lavori a riflettere su tutto ciò che è stato dibattuto nella tre giorni di Taste 9, poiché, ricordiamolo, l'EXPO di Milano è in preparazione e le aspettative del Sistema Italia sono tali da sconsigliare l'inesperienza nell'organizzazione di un evento di tali dimensioni.