A calcio come detta il nome, e come addirittura specifica il termine in lingua inglese, cioè, football, ossia, letteralmente piede palla, si gioca con i piedi dato che i calci si danno con i piedi. Eppure, in tutti gli altri sport che si giocano con palle o palline (tranne quelli diretta emanazione del calcio tipo il beach soccer) si usano le mani libere o attrezzate con stecche, racchette o bastoni. In tutti questi sport, che si disputino all’aperto piuttosto che al chiuso, su un prato piuttosto che su un tavolo, le mani sono gli strumenti principali per far muovere le palle, oggetto dei risultati, in ogni disciplina sportiva che le vede protagoniste.

La domanda, come si suol dire utilizzando una frase trita e ritrita ma sempre efficace, sorge spontanea: perché nello sport più praticato al mondo dove si utilizza una palla, che comunque resta praticamente l’unico, si usano i piedi ed in tutti gli altri si usano le mani?

Gli statunitensi che da sempre snobbano il calcio (o soccer, come lo chiamano loro per distinguerlo dal loro football che invece si gioca prevalentemente con le mani - e questo genera in me un’altra domanda: come mai gli americani USA definiscono football un gioco che non si fa quasi mai usando il foot ma prevalentemente, invece, usando le mani?-) perché, a loro modo di vedere, usare i piedi per far muovere una palla è un sistema barbaro e mai raffinato quanto l’utilizzo delle mani (e poi chiamano il loro sport più seguito football, mah?), non disdegnano, comunque, di provarlo e ne traggono interesse e divertimento.

Tutti gli altri sport, dove ci sono di mezzo palle o palline, singole o multiple, si giocano con le mani nude, come nel basket e nella pallavolo, o grazie ad attrezzi manovrati comunque dalle mani come nel tennis, nel golf, nel baseball oppure sul tavolo da biliardo, non per niente il verbo che si utilizza per definire il manovrare attrezzi è manipolare e non piedipolare (che, come neologismo, sarebbe niente male ma che ad oggi non troverebbe riscontro reale). Resta il fatto che il calcio da solo annovera più atleti in tutto il mondo che tutti gli altri sport in cui la palla si usa con le mani.

Ciò è perlomeno singolare, ma io una spiegazione ce l’ho: la difficoltà di manovrare un pallone con i piedi piuttosto che con le mani è decisamente più alta e quindi il riuscire a fare azioni di base con i piedi piuttosto che le stesse fatte con le mani è più elevata - il movimento piede/palla più semplice, cioè un lineare passaggio ad un altro giocatore è chiaramente più difficile se fatto con i piedi piuttosto che con le mani - e perciò il piacere di riuscirvi risulterà maggiore e quindi giocare a calcio dà maggiori sensazioni positive in confronto a quelle che si possono ottenere grazie agli altri sport pallonari.

Sono sicuro che chi snobba il calcio lo fa con una discreta aria di superiorità come chi gioca a calcio guarda tutti gli altri sport dall’alto in basso e questa due rovesci della stessa medaglia stanno alla base di ogni esperienza anche se nessuno mai si sognerebbe di ammettere pubblicamente di essere orgoglioso della propria aria di superiorità.

Lo sport è come la vita e praticarlo è un po’ come vivere la propria esistenza quotidiana, che ci pone sul corretto gradino legato ai risultati che riusciamo ad ottenere nella vita (un po’ come nelle classifiche sportive) e da quell’altezza ci dà la possibilità di osservare il mondo e i suoi abitanti.

Intuitivamente, la visione che si ottiene cambia in funzione dell’altezza dalla quale guardiamo il panorama, ma per molti di noi, incatenati come Prometeo per errori commessi anche se involontariamente ma anche per aver sfidato il non sfidabile (l’avversario assolutamente più forte per cui non ci sono mani o piedi che tengano), il risultato della vista che si ottiene è comunque filtrato attraverso una lente tutta personale, che ha come colorazione la sfumatura di grigio che più ci appartiene e che proviene dal vivere una vita mediocre eppure essere convinti di stare su un gradino perlomeno discretamente elevato.

Tutto ciò ci mette nella condizione di sentirsi in diritto di guardare tutti gli altri dall’alto in basso e giudicare chi gioca con i piedi comportarsi come un barbaro e risultare ai nostri occhi un essere inferiore; ma questo giudizio è dato da nani sulle spalle di giganti, che, per quanto in alto possano tendere sempre minuscoli restano.

Non ci nascondiamo dietro ad un dito, noi tutti siamo Prometeo e la condanna che subiamo è tutta colpa dei nostri comportamenti anche se non abbiamo alcuna intenzione di ammetterlo.