Le strade di casa, i balconi familiari da cui si possono osservare le macchine sfrecciare senza limiti, un sogno nel cassetto pensato irrealizzabile troppo a lungo. Sono le stesse vie che hanno accompagnato il monegasco, sin dalla sua infanzia, ad accoglierlo in un caloroso abbraccio quella domenica di maggio; la domenica in cui vede per primo la bandiera a scacchi volteggiare sopra la pista, segnando la storia. Il 26 maggio 2024, dopo esser riuscito a qualificarsi in pole position il giorno precedente, Charles Leclerc riesce a vincere il Gran Premio di Monaco, diventando il primo monegasco a raggiungere un tale successo in 93 anni.

È un giorno di festa per chiunque abbia, almeno un minimo, provato mai un senso di affetto nei confronti di questo sport. È una vittoria sudata, pianta ed agonizzata; non tanto per la vera e propria gara, che ha subito il duro colpo di una bandiera rossa al primo giro e stravolto le strategie dei diversi team, ma per il bagaglio emotivo che tale circuito portava con sé, specialmente per la squadra dalle tinte rosse ed il pilota col numero sedici. Un passato di delusioni, di una mancata partenza nel 2021 ed un clamoroso errore strategico nel 2022, hanno fatto scivolare in un batter d’occhio il trofeo dalle mani di Leclerc; quella pole position divenuta ormai quasi un incubo per il monegasco, la maledizione di Monaco che lo tormenta.

È un sospiro di sollievo quello del pilota, il quale ha ammesso di aver corso tutta la gara con la paura nel petto che qualcosa sarebbe potuto andare nuovamente storto, senza che lui potesse fare qualcosa, per l’ennesima volta. Ma sono lacrime di felicità che sgorgano dai suoi occhi, ben quindici giri prima della fine: il monegasco comincia a riflettere sulla propria storia, su tutta la fatica fatta per raggiungere quella vettura dallo sgargiante rosso, sul padre Hervé e l’amico Jules a cui ha promesso di vincere. E Charles Leclerc ha finalmente vinto, incidendo il proprio nome sull’asfalto bollente di Monte Carlo.

La gara non ha presentato troppe difficoltà strategiche per il muretto Ferrari quest’anno: la collisione tra la Red Bull di Sergio Perez e la Haas di Kevin Magnussen – dalla quale fortunatamente ne sono usciti entrambi incolumi –, ha provocato una bandiera rossa e liberato le squadre dal peso dell’obbligatorio pit stop di gara, permettendo di svolgere il cambio ruote durante l’interruzione della gara. La particolarità del circuito ha dato la possibilità alla maggior parte dei piloti di portare le proprie ruote in ottime condizioni fino al traguardo — la Mercedes del britannico Russell ha, infatti, completato i restanti 77 giri su un paio di medie, riuscendo anche a difendere dal campione in carica dietro di lui, Max Verstappen in una Red Bull.

Il cuore in gola e le mani salde in preghiera, i volti nel garage della Scuderia quella domenica rappresentavano per certo tutti coloro che hanno offerto, almeno una volta nella loro vita, il proprio supporto a questa scuderia e ai suoi piloti. La Ferrari è come una religione, è sempre stato detto; e non è mai stato così vero, in quel giorno di festa, dove ogni Tifoso, in ogni angolo del mondo ha celebrato e sorriso, che sia stato dalle gradinate del circuito o davanti ad uno schermo nella propria dimora.

“Non ho parole per spiegare questa emozione, si tratta di una gara talmente difficile. Le due pole che ho conquistato in passato senza riuscire a vincere lo hanno dimostrato. Vincere qui significa tanto per me, è la competizione che fin da piccolo mi ha fatto sognare di diventare pilota di Formula Uno.” sono le parole di Charles Leclerc, alla fine della gara, che mostrano tutto ciò che bisognerebbe sapere di questa vittoria.

Il principe Alberto, colui che ha sempre supportato la carriera del giovane ferrarista, si mostra alle sue spalle con la bottiglia di champagne in mano e le lacrime agli occhi sul podio. Egli offre il trofeo al vincitore, le cui spalle portano la bandiera monegasca ed il volto un sorriso e un sospiro di felicità, ma questa vittoria non è solo una tra le sei di Charles Leclerc. È una vittoria di tutto il Principato di Monaco, che la festeggia come farebbe una grande famiglia e si gira ad applaudire quando il monegasco si getta in acqua al porto, mano nella mano con il team principal, Fred Vasseur.

Questa vittoria a casa propria è per certo una vittoria che non sarà mai dimenticata. Attesa e rimpianta a lungo, Charles Leclerc può tenere tra le proprie mani il trofeo e sentire il freddo metallo a contatto con la propria pelle, con la consapevolezza che ce l’ha fatta, dopo così tanto tempo.