La città di Nola, circa 34mila abitanti in provincia di Napoli, è famosa per aver dato i natali al filosofo Giordano Bruno, per essere stata il luogo della morte dell’imperatore Ottaviano, per la sua data di nascita antecedente a quella di Roma, per la millenaria Festa dei Gigli e per tante altre motivazioni storico-culturali.

Da decenni, però, è diventata anche tristemente famosa per il suo “48”. Due numeri che identificano un casermone militare di oltre 18mila metri quadri che si staglia nella centralissima Piazza d’Armi. La sua storia viene da lontano ed è legata a doppio filo alla comunità locale e alla storia di tutta l’Italia della Seconda guerra mondiale.

Edificata nella seconda metà del Settecento, la Caserma ospitò a lungo battaglioni dell’esercito italiano. Dopo l’unificazione, la visita del Duca Amedeo D’Aosta, nel 1899, gli valse il nome di “Caserma Principe Amedeo”. La Caserma ha ospitato per anni il 48esimo Reggimento di Artiglieria Divisionale e molti credono che il soprannome che gli hanno dato i cittadini del posto sia dovuto a questo elemento.

Le truppe di stanza nella Caserma negli anni della Seconda guerra mondiale furono fondamentali per la storia di questa struttura. Nei giorni immediatamente successivi all’Armistizio di Cassibile, infatti, in città erano presenti sia i reggimenti tedeschi che quelli italiani e le truppe naziste avevano tutto l’interesse di assoggettare gli italiani a Nola. Le prime schermaglie, tuttavia, non si fecero attendere e, nel tentativo di disarmare alcuni soldati italiani, i tedeschi trovarono la resistenza di militari e cittadini del posto.

Perse la vita un militare tedesco e questo provocò la reazione furiosa dei nazisti che occuparono Piazza d’Armi con i carri e costrinsero i soldati italiani ad arrendersi dopo una strenua difesa. Nonostante la resa, i tedeschi l’11 settembre del 1943 rastrellarono la Caserma e uccisero sommariamente 10 militari compiendo quella che ad oggi è la prima strage nazista in Italia dopo l’Armistizio. Successivamente i cittadini nolani riuscirono a conquistare le munizioni conservate nella Caserma e a cacciare i tedeschi in fuga dopo l’avanzata degli Alleati ma quella strage non fu mai dimenticata, seppur poco conosciuta.

Negli anni l’edificio fu rimodulato ad uso amministrativo e scolastico, accogliendo prima una scuola media e poi gli archivi della Procura. Dal 2000 in poi, tuttavia, l’intero edificio fu abbandonato diventando ricettacolo di vagabondi, criminali vari e scarichi di rifiuti.

Nonostante sia interdetto l’accesso, infatti, è molto facile entrarvi. Al proprio interno è possibile ancora oggi vedere i resti della scuola con lavagne e laboratori intatti, oltre ai calchi in cartapesta delle opere degli obelischi della Festa dei Gigli che venivano creati proprio in quei porticati dai mastri artigiani decenni fa. Lo stato di abbandono ha fatto sì che in quella piazza e in quell’edificio si creasse una sorta di zona franca in cui i senzatetto potessero trovare ristoro. Nell’estate del 2022 un senzatetto che dormiva in quella stanza, Ghorghe Parasciv, fu ucciso nella vicina Scisciano e il suo cadavere fu gettato in una campagna in un sacco della spazzatura. Tutti sapevano chi era e dove dormiva e, anzi, spesso gli veniva offerto anche qualche lavoretto di giardinaggio per sostenersi.

I clochard, tuttavia, non sono gli unici a “rifugiarsi” in quell’immenso casermone senza luci. Negli anni, infatti, sono stati scoperti anche sversamenti illegali (tra cui anche il “deposito” di schede elettorali vidimate) e giri di prostituzione e droga.

Il discorso di rivalutazione della Caserma è legato a quello della Piazza ma non ne è dipendente. Mentre, infatti, la Piazza d’Armi è di proprietà del Comune di Nola e sta andando incontro ad un lavoro di rivalutazione che sfiorerà i 10 milioni di euro, la Caserma è ancora di proprietà demaniale. Lo Stato, che negli anni non ha mai iniziato veri e propri lavori di ristrutturazione, ha organizzato mesi fa un audit per comprendere le necessità dei vari ministeri per l’utilizzo di quei locali e solo il Ministero di Giustizia si è detto timidamente interessato.

Mesi fa anche gli studenti del posto si erano interessati alla vicenda e, in occasione di un premio culturale locale, avevano proposto di trasformare la struttura in una mega area di accoglienza e formazione per le persone in difficoltà. Ad oggi, però, dopo che negli anni sono stati scongiurati ed evitati anche progetti di natura commerciale, l’imponente Caserma Principe Amedeo ex Cesare Battisti dorme ancora così ai piedi della città di Nola, circondata da bar, a due passi dal centro storico e in una bellissima piazza che tra qualche anno potrà rinascere, seppur con una pesante ombra. Un fantasma, in pieno centro, che la città proprio non merita ma che da anni ha imparato tristemente ad accogliere e a conviverci.