Rivoluzione in casa Napoli. Antonio Conte sarà il nuovo allenatore del Napoli. Pronto per lui un ingaggio triennale da 6.5 milioni a stagione.
Antonio Conte è il nuovo allenatore del Napoli. È lui il primo passo verso quella che sembra essere una vera rivoluzione per la squadra del capoluogo campano. L’uomo, il calciatore, e una città, strettamente legati. Il club partenopeo e il tecnico leccese non condividono solo la stessa fame di vittorie, ma anche un passato comune.
È il 5 novembre 1989, allo stadio San Paolo di Fuorigrotta, va in scena Napoli - Lecce. Contro un Napoli capolista in piena corsa per lo scudetto, si presenta un Lecce arrembante, sospinto dal talento di un giovane Leccese poco più che ventenne. il suo nome è Antonio Conte. Una partita quella del giovane talento salentino di sacrificio e tanta spinta, coronata infine dal primo dei suoi 43 Gol in Serie A. Una città certo non banale per il neotecnico azzurro, la quale riporta al cuore dell’allenatore cari ricordi.
Un incontro che sembra scritto nel destino, ora suggellato tra le stanze di Palazzo Reale da un contratto triennale. Un accordo quest’ultimo, frutto di mesi di intense trattative e che vedrà l’ex campione salentino rivestire l’incarico di allenatore della prima squadra del Napoli fino al 30 giugno 2027. Il tutto condito da un ingaggio faraonico, trapela, di 6.5 milioni di euro a stagione. Il tecnico salentino ha deciso così di tornare in panchina, dopo un anno di riposo vissuto a seguito della sua ultima esperienza al Tottenham nel 2023.
L’ex stella della Juventus e della Nazionale riparte dall’Italia, tre anni dopo l’addio alla panchina dell’Inter. È lui l’uomo scelto dal numero uno del Napoli, Aurelio De Laurentiis, per guidare la rivoluzione azzurra post scudetto. Il quale si definisce entusiasta per l’arrivo del nuovo tecnico, sottolineandone le indubbie qualità tecniche e di leader, auspicando così l’inizio di un nuovo ciclo di vittorie.
Conte più che mai entusiasta e spronato da questa nuova avventura alle porte, si esprime così in conferenza stampa:
Sono felice ed emozionato di sedermi sulla panchina azzurra. Posso promettere certamente una cosa: il mio impegno, insieme a quello del mio staff, sarà totale.
Come dice un famoso detto Napoletano l’aria s’adda cagná: si deve cambiare aria. Obiettivo del nuovo Napoli di Conte, invertire la rotta. Dopo una stagione post scudetto, magra di soddisfazioni e conclusa con un misero piazzamento al decimo posto in classifica, sarà proprio il salentino la prima tessera della rifondazione azzurra. Il motto è chiaro amma faticá. Così l’ex allenatore di Juventus, Tottenham e Inter che si lancia un perfettibile dialetto napoletano. Bisogna dare il 100%, questo il messaggio di Antonio Conte ai supporters azzurri.
Un mantra che l’allenatore porta avanti sin dai tempi del Siena: il Napoli è una piazza importante, globale. Così di comune intento le parti, aspirano alla creazione di un vero e proprio brand a tinte azzurre. Il Napoli, da sempre trampolino di lancio, punta ora più che mai a diventare meta e attrazione per futuri campioni. Per fare ciò, Antonio Conte è stato chiaro: il Napoli ripartirà dalle sue stelle. Kvaratskhelia e Di Lorenzo saranno incedibili. Questi i punti fermi del progetto. L’obiettivo: ricominciare dalle proprie stelle e investire su giovani di talento, ribadiscono il club e l’allenatore.
Un progetto senza dubbio ambizioso, alla cui base si staglierà un mercato estivo ricco di interventi e partenze. Partendo dall'annosa questione del capitano azzurro Giovanni di Lorenzo, al rinnovo del fuori classe georgiano Kvara, alla partenza del bomber Victor Osimhen, il mercato partenopeo si prospetta più che mai attivo.
La parola chiave insomma è rivoluzione. Detto addio ad un ormai malinconico 4-3-3 Spallettiano, il Napoli riparte dallo stile di gioco dinamico del nuovo allenatore e dalla sua grinta. Conte ha una predilezione per i moduli che equilibrano difesa e attacco come il 3-4-3 o il 3-5-2. Alla base della sua idea di gioco vi è l’uso di esterni versatili in grado di coprire l’intera fascia così da garantire sia un supporto difensivo, che una spinta offensiva. Questi giocatori rivestono un ruolo cruciale. Devono essere fisicamente prestanti e resistenti, per sostenere così l’intensità richiesta. Inoltre, Conte richiede un centrocampo robusto e fisicamente resistente per sostenere questo tipo di gioco. Uno stile ad alto voltaggio, noto anche in fase di non possesso per il suo pressing ultra-offensivo, con la squadra intenta a recuperare il pallone più rapidamente possibile.
Il tutto frutto della coesione dei due reparti di difesa e controcampo, attraverso un gioco di pressing e marcature strette, coadiuvato da un diligente uso degli esterni. Schemi dall’alto tasso agonistico, ma che, se mal eseguiti, possono aprire a rapide e sanguinose ripartenze avversarie. Collante della proposta di calcio del salentino è il suo instancabile spirito combattivo. Un vero e proprio martello tattico in grado di entrare nella testa dei giocatori e di spronarli al di là dei loro limiti.
Uno dei migliori allenatori della sua generazione, segnato agli esordi da due promozioni dalla serie B alla serie A ottenute con Siena e Bari. Sei anni di successi in patria sulle panchine di Inter e Juventus. Un eroico quarto di finale a Euro 2016 da commissario tecnico della nazionale. Una gloriosa esperienza oltremanica, coronata con il titolo di campione di Inghilterra.
Un palmares invidiabile, tra cui: quattro Campionati di Serie A, una Premier League, una UEFA Cup e una Supercoppa italiana. Questa l’identikit dell'uomo mercato del Napoli, che riparte oggi dalla Serie A. Obbiettivo salvare il Napoli. Sarà Antonio Conte l’uomo della provvidenza per i partenopei?