La lettura è uno dei passatempi più completi e appassionanti. Ci apre le porte del mondo, ci offre una visione delle cose nuova. L’immaginazione del lettore viene stimolata dal lavoro di fantasia dell’autore. La prerogativa primaria è che quest’ultimo parla di ciò che conosce e ama profondamente. Leggere, dunque, diventa un’immersione in un oceano di conoscenza.

Sui social, lo scrittore napoletano Maurizio De Giovanni, qualche tempo fa ha raccontato un episodio, accadutogli durante un’intervista rilasciata ad una giornalista francese.

«Ambienterebbe un suo romanzo a Parigi?» era la domanda dell’intervistatrice. «Non credo, risponde lo scrittore napoletano; è una città meravigliosa ma non la conosco bene, e credo che uno scrittore debba parlare di luoghi che conosce».

La giornalista insiste: «Potrebbe essere interessante, per una volta, raccontare di una città così internazionale, e priva della criminalità organizzata».

…e ancora: «mi scusi, ma in che cosa Napoli è più bella di Parigi?». A quel punto la risposta lapidaria (forse apparentemente insolente) dello scrittore non si fa attendere: «Parigi, che è splendida, l'hanno fatta gli uomini; Napoli l'ha fatta Dio».

Credo che uno scrittore debba parlare di cose e luoghi che conosce; questo è il focus, che forse abbiamo perso di vista. Come possiamo non allontanarci dal centro delle cose? In fondo, viviamo in un mondo dove tutti vogliono fare tutto.

A tal proposito, di recente pubblicazione è il libro Gli occhi di Monna Lisa di Thomas Schlesser. Un romanzo che parla di arte e bellezza; non a caso il suo autore è uno storico dell’arte, docente all’École polytechnique, nonché autore di biografie di noti pittori e artisti. I diritti del libro sono stati venduti in oltre venti paesi, ancora prima che uscisse in Francia.

Gli occhi di Monna Lisa racconta il viaggio che nonno e nipotina fanno alla scoperta di opere e artisti come Leonardo, Degas e tanti altri. Ma è solo il pretesto per raccontare l’emozione, i segreti e l’immenso potere della bellezza.

«Ma perché sorride così? Sembra strano!»
«Fa un leggero sorriso. Dietro di lei, l’immenso paesaggio assomiglia all’universo in piena fase di sviluppo, soggetto al caos delle energie che lo attraversano, un caos affascinante, ma anche angosciante. La donna, però, sorride con una precisione deliziosa, senza arroganza o condiscendenza. È un sorriso amichevole e sereno che ti invita a fare altrettanto.»
«Quindi, forza Dadé, sorridiamole!»
«Vedi che hai capito… Secondo Leonardo da Vinci la pittura scatena un riflesso: l’immagine di un uomo che sbadiglia fa sbadigliare; quella di un uomo aggressivo induce all’aggressività. Allo stesso modo, l’immagine di una donna che sorride, è un invito a sorridere a nostra volta. Questa è l’energia che la sua pittura cerca di trasmettere per aprirsi all’esistenza, sorridere alla vita, anche di fronte a ciò che riusciamo a scorgere poco e male… a un mondo deserto e confuso, perché è la strategia migliore per distillarvi un ordine felice. Per far sì che la felicità non sia solo della misteriosa e travolgente donna rinascimentale dipinta vicino a una loggia, ma dell’intera umanità…».

(da Gli occhi di Monna Lisa di Thomas Schlesser)

Thomas Schlesser si muove abilmente su un terreno che conosce molto bene. Il nonno e la nipote hanno un segreto: l’intesa è visitare e ammirare a piccole dosi le opere d’arte e la loro bellezza, al posto delle sedute dallo psichiatra infantile.

Il Louvre non è stato sempre un museo, ma nasce come fortezza e dimora del re. La piramide in vetro e metallo del Louvre custodisce antichi tesori, che milioni di persone ogni giorno, avidamente cercano di ingurgitare, senza capirne il senso né scorgere oltre. I protagonisti del romanzo, invece, osservano le opere in silenzio, s’inoltrano nella vita degli autori, assaporano e sperimentano piano piano la bellezza che salva.

Nel celebre dipinto di Botticelli custodito al Louvre, Venere e le tre Grazie offrono doni a una giovane. Le Grazie sono allegorie, cara Lisa. Non esistono in realtà, ma rappresentano valori importanti, le tre abilità. La prima è saper dare, la terza è saper restituire, mentre tra le due c’è la chiave di volta che sostiene la natura umana: saper ricevere. Bisogna imparare a ricevere, per accogliere, per realizzare cose meravigliose. Dare, ricevere, restituire. È questa la catena che lega gli esseri umani. L’affresco di Botticelli rappresenta una scena che si svolge in un giardino, con una piccola fontana a sinistra. La donna che riceve i doni indossa abiti floreali. Le protagoniste sono eleganti e molto belle. I colori sono chiari e l’effetto luce illumina ciò che avviene nella scena.

«Dadé, cosa dico a mamma e papà, se mi chiedono il nome del medico da cui sono stata?». Chiede la bambina al nonno. «Dì loro che si chiama dottor Botticelli».

(da Gli occhi di Monna Lisa di Thomas Schlesser)

Queste sono le storie che insegnano, la bellezza che ci consola in un mondo di storture e meschinità. La nostra cura, la nostra fortezza, la dimora delle meraviglie… e gli occhi con cui guardare, cara Lisa, sorridendo e aprendosi al mondo. Per accogliere, ricevere e restituire, per creare doni di bellezza in un ciclo di vita infinito.

Cara Monna Lisa, custodisci per sempre i segreti della tua bellezza, il tuo sorriso misterioso. Ma solo per restituire a chi vorrà vedere e accogliere.