C’è fermento nel mondo dello spettacolo italiano. Da giorni ormai, in innumerevoli siti dedicati ai casting per il mondo dello spettacolo, campeggia l’annuncio relativo alla ricerca di performer per uno spettacolo con il noto attore comico Enrico Brignano. Il fermento è dovuto al titolo dello spettacolo che il mattatore porterà prossimamente sui palcoscenici di tutta Italia; stiamo parlando de “I sette re di Roma”.

“I sette re di Roma" con protagonista Gigi Proietti sotto la regia di Pietro Garinei, è stato rappresentato con successo dal 1989 per diverse stagioni al Teatro Sistina di Roma. È una "leggenda musicale" di due atti e venticinque quadri che in circa due ore e mezza racconta i primi 244 anni della storia di Roma, da quando i sacri colli erano abitati da figure fantastiche fino all'ultimo dei sette Re.

Si parte da Romolo, che singhiozza al pubblico "ho ammazzato mi' fratello" e si passa al vecchio Numa Pompilio, innamorato della Ninfa Egeria ("C'ho l'anni der cucco, me scrocchiano l'ossa, so vecchio bacucco, sto in pizzo alla fossa").

Poi Tullo Ostilio, terzo Re, "bellicoso per definizione", quindi Anco Marzio, il sabino, l'etrusco Lucumone che diventa Tarquinio Prisco ("Ma voi mette Roma co' Cerveteri?"), per poi seguire con Servio Tullio ed il terribile Tarquinio il Superbo ("Ma perché poi superbo?").

Tanti anche i personaggi di contorno, dal Dio Tiberino ad Enea (che appena approda in scena deve andarsene perché già passato), Fauno Luperco ("divinità silvana e boschereccia"), il padre degli Orazi, Bruto Minore fondatore della Repubblica, in questa versione tutti interpretati dall'attore e regista Andrea Antonelli.

Naturalmente, come è nella tradizione di Gigi Magni, non mancano allusioni sempre attuali alla realtà contemporanea con quell'ironia tipica romana e mai volgare.

Le molteplici bellissime musiche composte dal premio oscar Nicola Piovani offrono allo spettatore un viaggio immersivo unico.

Uno spettacolo a tutto tondo adatto ad un pubblico di giovani e adulti che ha diverse letture, da quella meramente storica, al riscatto della figura femminile, dalle ragioni che hanno dato origini a certe scelte determinanti ancora oggi. La sola idea che l’imponenza di questo spettacolo, firmato da Pietro Garinei, possa essere ripreso suscita grande attesa in quel pubblico italiano affezionato alla commedia musicale. Proietti, amato ed indiscusso attore italiano, fu maestro di Enrico Brignano e, quasi magicamente, potremmo oggi assistere ad un “passaggio del testimone”; il maestro cede all’allievo uno degli spettacoli più imponenti che il teatro “Il Sistina” abbiamo prodotto nel tempo.

L’ipotesi in campo garantirebbe ai cartelloni di tutta Italia di godere di uno spettacolo davvero emozionante che, da un lato lascia emergere la bravura degli attori e del corpo di ballo e dall’altro insegna la storia di Roma con sarcasmo, ironia ed amore verso l’Urbe. Siamo sicuri che il connubio Brignano-Piovani è già un ottimo punto di partenza per un lavoro teatrale che per essere davvero grandioso meriterebbe una particolare attenzione nei confronti dell’impianto scenografico che, ai tempi di Proietti, venne commissionato al grande scenografo italiano Giulio Coltellacci che, con l’ausilio due girevoli concentrici riusci’ a portare in scena diverse ambientazioni.

Chi vide lo spettacolo con Proietti non potrà dimenticare la bellezza dell’ingresso in scena della nave di Enea o la costruzione di un tempio a tempo di musica. Se Brignano che probabilmente vestirà anche il ruolo di regista, saprà curare anche l’aspetto scenografico siamo certi che lo spettacolo riscuoterà il successo meritato in omaggio a Pietro Garinei e Gigi Proietti che, nel 1989, regalarono alla nostra nazione una commedia musicale che guardava avanti con pieno spirito di rinnovamento per l’impianto teatrale di uno spettacolo teatrale di quei tempi.

Adesso non resta che attendere novità dal fronte della produzione dello spettacolo che, da notizie assunte, concluderà la fase dei provini nel mese di marzo. Lo spettacolo italiano torna ad essere competitivo dopo gli anni del covid. Questo è già un buon punto di partenza.