Percorrendo la Valle Telesiana sulle pendici del massiccio del Matese svetta Guardia Sanframondi, un borgo ricco di storia e di magia che con il suo suggestivo centro storico è stata definita “gemma dell’Italia meridionale”.

Il paese appare protetto dal maestoso castello voluto dal normanno Raone di Sanframondo intorno al 1139, anche se molti studiosi ritengono che la struttura del maniero sorga su un edificio preesistente. Il castello è costituito da torri e mura merlate e da esso partono le strette strade lastricate in pietra e le ricorrenti scale che collegano i vari rioni del paese. Il maniero risulta più volte rimaneggiato in base alle esigenze belliche del tempo fino a diventare un palazzo feudale. Al nucleo medievale del castello si accorpano unità edilizie di base creando nuove tipologie edilizie che suscitano fascino e curiosità nel visitatore.

Il nome del borgo si deve dalla famiglia Sanframondo che nel XII secolo possedeva il feudo di Cerreto Sannita e i suoi dintorni. La famiglia volle la costruzione del castello che lo rese un borgo fortificato e successivamente la località venne chiamata Warda per la posizione strategica di difesa che controllava l’intera vallata. Esistono varie versioni sull’origine del nome del paese sannita ma l’unione del Warda e il nome della famiglia che contribuì alla sua edificazione è la più plausibile. Dal maniero parte un primo tessuto edilizio riferibile al medioevo composto da terrazzamenti con passo costante e da un reticolo fitto di strette stradine e scale.

Il borgo subì notevoli danni durante il terremoto del 1456 e successivamente venne ricostruito per volere degli Aragonesi e nel 1600 si espanse notevolmente dando al centro storico un tessuto più ampio di quello che circonda il castello, con edifici i cui piani di calpestio risultano sfalsati per adeguare le abitazioni alla ripidità del terreno. Sono presenti diversi elementi architettonici, come cornici e finestre, che riconducono l’ampliamento edilizio e la trasformazione al XVII secolo. Ricorre spesso sui portali del centro storico una conchiglia vista dall’alto e per chi visita il borgo viene la curiosità di capire quale sia il suo significato. La conchiglia potrebbe rappresentare il pellegrinaggio che i fedeli fanno verso la terra Santa. Forse era il borgo era meta o tappa per il pellegrinaggio verso i luoghi sacri?

Il borgo è chiuso dalle mura e si accede ad esso grazie alle quattro porte (Porta Francesca, Porta dell'Olmo, Porta Ratello e Porta di Santo) che rimandano ai quattro rioni del paese: Rione Croce, Rione Fontanella, Rione Piazza e Rione Portella. I Sanframondo nel XV secolo si schierarono al fianco degli Angioini ma vennero sottomessi ed umiliati con la confisca di tutti i beni e di tutte le proprietà terriere. Per questo Guardia Sanframondi entrò a far parte della Casa Carafa. Quest’ultimi finirono il loro dominio quando vennero spogliati dei loro possedimenti con la legge del 2 agosto 1806 con la quale Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone, abolì tutte le istituzioni feudali. Solo nel 1861 Guardia Sanframondi diventa parte della provincia di Benevento abbandonando la provincia della Terra di Lavoro.

La sua storia è davvero affascinante come la manifestazione di devozione popolare, che avviene ogni sette anni, le cui origini sono spesso discordanti. I riti in onore della Vergine Assunta sono legati alla tradizione mista di magia e valori morali e spirituali. Attira studiosi, antropologi, religiosi ma anche semplici curiosi.

La nascita della celebrazione è legata ad una legenda della quale però, secondo l’antropologo De Blasio, sono presenti varie versioni ma due risultano le più accreditate dalla memoria popolare. La prima nella quale La Vergine si mostrò in sogno ad una donna dicendole di voler essere tirata fuori dai ruderi del castello di Limata per essere trasferita a Guardia. Il giorno dopo la statua venne trovata nel punto indicato ma data la pesantezza della stessa anche con l’aiuto dei devoti alla Vergine non riuscirono ad estrarla. La donna, la notte seguente, ebbe di nuovo in sogno la Vergine e le disse che sarebbe uscita dalle macerie se i devoti che l’avevano accompagnata si fossero battuti a sangue. La richiesta venne esaudita e la statua venne portata nel luogo da lei desiderato.

La seconda, quella più amata dai fedeli, narra di un rozzo contadino che mentre guida i buoi legati all’aratro li vede fermarsi e inginocchiarsi nel luogo in cui era un tempo la chiesa di Santa Maria a Limata. Il contadino iniziò a spronare, con le buone e con le cattive i due animali ma senza riuscire a farli muovere. Mentre la rabbia saliva sentì dal sottosuolo un suono di campane. L’uomo si spaventò e andò a cercare aiuto nei suoi vicini che accorsero al luogo indicato e iniziarono a scavare. Trovarono la statua della Vergine e nel momento in cui cercarono di portarla a San Lorenzo Maggiore si rese pesante e impossibile da spostare. I Battenti di Guardia vennero a conoscenza della scoperta e una volta giunti sul luogo iniziarono a flagellarsi. Dopo l’atto di penitenza la statua si rese leggera e venne trasportata a Guardia Sanframondi senza intoppi.

Nascono diatribe su dove deve essere collocata la statua, se a Limata o a Guardia, e ne scaturisce una lotta per la proprietà della statua ritrovata. E al di là della storia narrata, resta l’identificazione dei battenti con il paese intero. Secondo De Blasio la statua era venerata con il titolo di Madonna della Grotta e si trovava nelle grotte del Taburno dove si incontravano i fedeli per compiere esercizi spirituali. Quando i devoti intuirono che il loro emblema era in pericolo la portarono nel castello di Guardia dove sarebbe stata al sicuro. Erano presenti sul territorio dei barbari che con le loro scorribande distruggevano tutto al loro passaggio e uccidevano o facevano schiavi gli abitanti. Da questo momento le sorti della statua sono legate alle sorti delle varie cappelle che nascono sul territorio.

Con la fine dei saccheggi la popolazione cresce e viene incrementa la costruzione di nuove chiese, tra cui nel 1400 una cappella fuori la Porta di Santo dove si riunivano la Congrega del Confalone e i da poco costituiti Battenti. I devoti a questa congrega si riunivano ogni venerdì sera, preceduti da un sacerdote e da uno stendardo con i simboli della passione e si disciplinavano cantando i lori inni sacri. La chiesa chiamata Santa Maria della grotta prese il nome di Santa Maria dell’Assunta. Storicamente ricorre la richiesta dei fedeli alla Vergine di grazie che aiutino la popolazione da carestie, siccità o pestilenze e che in cambio venga eseguita la penitenza dei battenti. Ancora oggi, il borgo medievale di Giardia Sanframondi, celebra l’antico rito in onore della Madonna dell’Assunta. La manifestazione religiosa è un unicum nel panorama regionale nonché in quello nazionale e questo lo rende particolarmente interessante da un punto di vista sia storico-religioso che antropologico sociale.

Bibliografia

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