L’ingordigia di consumismo e materialismo è finita, anche se ancora molti si ostinano a “lucidare gli ottoni mentre il Titanic affonda”. È tempo di realizzare il mondo nuovo formato dall’uomo nuovo, condizione sine qua non per operare la transizione. C’è chi tra di noi pensa che questa possa avvenire solo tramite lo strumento politico e chi, come il sottoscritto, ama pensare che qualunque sforzo in tal senso sarebbe inutile, mentre la soluzione starebbe nel prospettare una società parallela all’attuale, come ho già scritto molte volte. Esistono già realtà orientate in tal senso, comunità che non si allineano al comune senso di cosa sia la vita o di come dovrebbe essere vissuta.
In questo scritto parlerò di una di esse, senza giudicarla, non ne sarei in grado e non è nemmeno mia intenzione farlo. Ciò che vorrei far emergere è il sacro santo diritto di ognuno di noi di pensare alla vita secondo la propria coscienza e rivendico questo diritto a favore di chi non si vuole allineare al pensiero unico. Come dice il filosofo Roberto Mancini, la vera ignoranza è non aver trovato nuovi modi di vivere. Per cui è fondamentale, quando ci si imbatte in realtà che un nuovo modo di vivere l’hanno trovato e lo applicano da decenni, difendere i loro diritti e la loro autonomia. In tal senso la lezione di Auroville potrebbe essere molto utile a tutti noi, perché lì, in questo preciso momento, si sta giocando su entrambe i tavoli, quello politico e quello laico-spirituale e l’esito non è scontato. Il mio intento è farvi percepire quanto stia accadendo in quella bellissima realtà e cosa succede quando la politica si intromette in un ambito che non è di sua competenza. Soprattutto se è la politica di un partito estremista come quello attualmente in carica in India.
Auroville si trova in Tamil Nadu, uno Stato del sud ovest dell’India. Il suo progetto urbanistico, voluto dalla Madre - al secolo Mirra Alfassa, francese di genitori turchi - e disegnato dall’architetto francese Roger Anger, prevede una pianta della città a forma di galassia, che può ospitare fino a 50.000 abitanti, circondata da una cintura verde. Al momento sono presenti in Auroville più di 3.000 cittadini. Al centro della città è stato eretto il Matrimandir, una struttura sferica, luogo di meditazione e cuore della città. Esternamente alla zona del Matrimandir si dovrebbero collocare, come quattro petali, le aree principali: l’area residenziale, quella culturale, quella internazionale e quella industriale. All’interno di queste aree è stata prevista la Crown, una zona di servizi concentrica che collegherebbe le quattro zone. Il progetto è stato approvato dal governo indiano molti anni fa. Questo il progetto urbanistico, ma Auroville è molto di più; è un esperimento che consiste nel far nascere un nuovo tipo di uomo e, quindi, di società partendo da persone di buona volontà provenienti da Paesi, credi, culture ed esperienze assolutamente eterogenee, che hanno scelto di seguire i principi dello Yoga Integrale annunciati da Sri Aurobindo, una personalità indiana che sfugge alle classificazioni semplicistiche convenzionali. Evito, perciò, di identificarlo meglio e lascio a voi l’onere della scoperta.
Auroville nacque ufficialmente il 28 febbraio del 1968 con una cerimonia durante la quale alcuni giovani hanno posto la terra di 124 nazioni e 23 stati indiani in un’urna di marmo a simboleggiare l’internazionalità del progetto. A suggello di tale principio L'Assemblea Generale dell'UNESCO approvò all'unanimità nel 1966, 1968, 1970 e 1983 le risoluzioni di sostegno ad Auroville, dichiarando: “Gli stati membri e le organizzazioni internazionali non governative partecipano allo sviluppo di Auroville come una cittadina culturale internazionale progettata per riunire i valori di diverse culture e civiltà in un ambiente armonioso con standard di vita integrati che corrispondono ai bisogni fisici e spirituali dell'uomo”. Un’ulteriore risoluzione di questo organismo internazionale fu approvata a favore di Auroville nel 2017.
Il defunto Primo Ministro indiano, la signora Indira Gandhi, descrisse Auroville come: “Un progetto entusiasmante per realizzare l'armonia tra culture diverse e per comprendere le esigenze ambientali della crescita spirituale dell'uomo.” Uno degli elementi cardine a cui si ispira Auroville è la sua “Carta” scritta dalla Madre, i cui punti sono i seguenti:
- Auroville non appartiene a nessuno in particolare. Auroville appartiene all'umanità intera. Ma, per vivere ad Auroville, bisogna essere un servitore volontario della Coscienza Divina.
- Auroville sarà il luogo di un’educazione infinita, di un progresso costante e di una gioventù che non invecchia mai.
- Auroville vuole essere il ponte tra passato e futuro. Sfruttando tutte le scoperte dall'esterno e dall'interno, Auroville si svilupperà coraggiosamente verso realizzazioni future.
- Auroville sarà un luogo di ricerche materiali e spirituali per l'incarnazione vivente di una reale unità umana.
Dal ’68 a oggi molto è stato fatto: in questa comunità ci sono biblioteche, scuole di diverso ordine e grado, cinematografi, spazi espositivi, sale riunioni, padiglioni internazionali, palestre, piscine, dispensari sanitari, mense e ristoranti, un centro d’accoglienza per i turisti, centri per i giovani, si sono costruite strade, piantati migliaia di alberi, c’è un servizio di autobus per muoversi all’interno della città o per raggiungere la vicina Pondicherry; ci si è dotati di pale eoliche che non solo provvedono all’energia elettrica necessaria per la città, ma ne creano un esubero che viene venduto allo Stato indiano. Ci sono aziende agricole che coltivano parte dei vegetali di cui abbisogna la comunità, come anche caseifici e i relativi negozi che vendono i vari prodotti interni, tra i più famosi dei quali vi sono gli incensi e i profumi. Si fanno corsi che aiutano a sviluppare la propria evoluzione personale quali meditazione, yoga di ogni genere e tipo, Tai Chi, massaggi Shiatsu o Ayurvedici, riflessologia, lettura dell’aura, cromoterapia, omeopatia, agopuntura, naturopatia, permacultura, bagni di suono, musicoterapia, gemmoterapia ai quali si affiancano corsi più tradizionali quali quelli di ceramica, danze varie, pittura e molti altri ancora. Forse in questi cinquantacinque anni si sarebbe potuto fare molto di più, ma tanto è stato fatto.
Probabilmente, fino a quando era in carica il governo condotto dal partito del Congress, nessuno ha esercitato pressioni sugli auroviliani perché si portasse avanti il progetto più speditamente. In questo modo parte degli auroviliani si sono rilassati e non hanno portato a compimento il progetto ideato dalla Madre, anche se, per quanto ne so io, non vi era una data di scadenza. Da quando al governo c’è il BJP le cose sono cambiate: Modi è andato ad Auroville nel 2014 e nel 2021 ha nominato la nuova Segretaria dell’Auroville Foundation, la dottoressa Jayanti Ravi che ha il compito di portare a termine il progetto originale. Da quel momento, in questa bellissima e longeva realtà, coesistono “ambientalisti estremi” - contrari a seguire il progetto quando entra in conflitto con l’ambiente naturale e che sono poco disposti a vedere Auroville come una nuova realtà urbana; persone più vicine all’idea originale della Madre, che era quella di sperimentare un nuovo modo di vita dove l’opera artificiosa dell’uomo si armonizzasse con il resto della natura; altri che hanno abbracciato in toto l’avvento della nuova Segretaria come fosse l’arrivo del messia.
A questo punto la comunità sta vivendo una sorta di scissione interna, almeno dal punto di vista emotivo, che però potrebbe portare nuova vitalità sia per lo sviluppo di Auroville, prospettato dalla Madre e aspettato da molti sostenitori internazionali di Auroville, sia per il modo di stare insieme dei suoi abitanti, che potrebbero prendere spunto da questa vicenda per andare oltre ciò che li divide, riconciliarsi e ricordarsi chi sono e quali sono gli obiettivi che la loro cittadina si pone già fin dagli albori.
Ultimamente ho vissuto per due mesi all’interno di Auroville, per due motivi fondamentali: il primo conoscere meglio questa realtà e capire quello che vi sta succedendo, il secondo finire di scrivere il mio nuovo libro. Quello che ho appreso in queste settimane, e che ho potuto constatare con i miei occhi, è che il BJP – l’attuale partito al governo in India – per mezzo della nuova Segretaria della Foundation, se ne sta approfittando del tempo che il Tribunale di Chennai ci sta mettendo per visionare e prendere una decisione su una causa intentata dagli auroviliani nei confronti della Segretaria stessa per, sostanzialmente, un abuso di potere, in quanto ha preso decisioni senza consultare gli organismi collegiali della comunità. In questo lasso di tempo la Segretaria sta facendo abbattere tutti gli alberi che insistono su quelle aree che il progetto iniziale prevedeva come edificabili, ma c’è sempre la possibilità che il tribunale di Chennai dichiari illegale questo ordine di abbattimento. Ma intanto gli alberi vengono tagliati nella sconsolazione degli auroviliani più ecologisti. Ho parlato in altri articoli di cos’è il BJP e della sua attuale figura di riferimento Narendra Modi, ma non è mai tempo sprecato ribadirlo.
Il BJP (Bharatiya Janata Party) è un partito dichiaratamente di destra e le sue politiche hanno storicamente riflesso un'ideologia nazionalista indù tradizionale; ha stretti legami ideologici e organizzativi con il Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS) che a sua volta è un'organizzazione indiana di destra, paramilitare e nazionalista indù, fondata il 27 settembre 1925, prendendo ispirazione dal partito fascista di Mussolini. I nostri buoni esempi vengono sempre seguiti dal resto del mondo! L'RSS fu bandito una prima volta durante il dominio britannico, e poi per tre altre volte dal governo indiano post-indipendenza. La prima nel 1948 quando Nathuram Godse, un membro dell'RSS, assassinò il Mahatma Gandhi; poi durante il famoso periodo dell’Emergenza (1975–1977); e per la terza volta dopo la demolizione di Babri Masjid ad Ayodhya nel 1992. Se nessuno di voi si ricorda o non ha mai sentito parlare della Moschea di Babri, sappia che nella tradizione indù, la città di Ayodhya è il luogo di nascita di Rama. Nel XVI secolo un generale moghul, Mir Baqi, costruì una moschea, nota come Babri Masjid, in un sito identificato da alcuni indù come Ram Janmabhoomi, ovvero il luogo di nascita di Rama. Negli anni '80, il Vishva Hindu Parishad (VHP) ha avviato una campagna per la costruzione di un tempio dedicato a Rama nello stesso sito, con il BJP come voce politica.
Il 6 dicembre 1992 il VHP e il BJP organizzarono una manifestazione presso il sito che coinvolse 150.000 persone. La manifestazione ebbe un epilogo violento e la folla sopraffece le forze di sicurezza e demolì la moschea a furia di martellate e colpi di bastone. Una successiva inchiesta sull'incidente individuò 68 persone responsabili, tra cui diversi leader del BJP e del VHP. La demolizione provocò diversi mesi di rivolte intercomunali tra le comunità indù e musulmane dell'India, causando la morte di almeno 2.000 persone. Violenze di rappresaglia contro gli indù si sono verificate anche in Pakistan e Bangladesh. Un mio caro amico Professore di Storia ed ex leader del Movimento Studentesco Indiano negli anni ’70, in un intervista dichiarò che fu un atto irresponsabile da parte del BJP aver fomentato la folla. Da allora vive sotto scorta, costantemente minacciato di morte. Proprio qualche giorno fa Modi ha inaugurato il nuovo tempio di Rama, sorto sulle ceneri della moschea.
Ma questo non fu l’unico atto criminale recente in cui fu coinvolto il BJP. Il 27 febbraio 2002, 59 persone, soprattutto donne e bambini sono morte nell'incendio di un treno a Godhra, nello Stato del Gujarat. Il Sabarmati Express trasportava i pellegrini indù che tornavano dal luogo sacro dell'antica moschea Babri ad Ayodhya, esatto, la stessa dell’incidente precedente. Nei primi giorni dopo l'incendio del treno, diverse persone furono accusate di essere responsabili sia dell’incendio che dei disordini succedutisi e la polizia ritenne che fossero tutti musulmani. Ma un rapporto forense riferì che l’incendio non scoppiò all'esterno, ma all'interno della carrozza interessata. Nei giorni e nelle settimane che seguirono, tra le 800 e le 2.000 persone furono uccise nel Gujarat, in una delle violenze intercomunitarie più gravi dell'India dalla sua indipendenza.Il governo, l'amministrazione e la polizia di stato furono accusati di non aver adottato misure sufficienti per proteggere i civili e, addirittura, di aver partecipato attivamente alle violenze. A seguito dei massacri, si dice che da 140.000 a 200.000 persone siano state costrette a lasciare le loro case. Dopo le violenze, le forze dell'ordine, accusate di legami con i rivoltosi, furono sospettate di aver impedito il corretto svolgimento delle indagini. La responsabilità del governo centrale dello Stato del Gujarat è stata direttamente messa in discussione dalla Commissione internazionale per i diritti umani. E chi governava il Gujarat in quel periodo? Narendra Modi. Per inciso Modi, da ragazzo, militava nel RSS.
Quindi, come scrissi in questo articolo, chi governa oggi l’India sono gli stessi che hanno assassinato il Mahatma Gandhi e che hanno causato la morte di migliaia di civili, ma soprattutto, hanno minato un sentimento di appartenenza alla comunità indiana che era un dato acquisito, fino a pochi anni fa, sia da parte degli indù che dei musulmani, così come dei sikh e di tutte le altre minoranze religiose. Il BJP è un partito di estrema destra, ultranazionalista, filo hindu e Modi, da quando è al governo, viene accusato di manipolare i mezzi d’informazione indiani, criticato per le sue posizioni dispotiche e le sue idee nazionaliste ed estremiste, oltre per aver fatto modificare il metodo di calcolo del PIL, permettendo di gonfiare artificialmente i dati di crescita.
Ci sarebbe ancora molto da scrivere sulle scelleratezze messe in atto da Modi, come la distruzione della parte storica di Varanasi, città santa per antonomasia, con la conseguente perdita di innumerevoli templi e la disgregazione di una popolazione intera. Ma l’articolo non vuole concentrarsi solo su questi aspetti. Ne ho voluto però parlare perché, a mio avviso, non è possibile un’analisi seria su quanto sta avvenendo ad Auroville, senza tenere conto di chi sono gli attori in campo. Queste sono il tipo di persone che hanno approfittato del “piede infilato” nell’esperimento. E credetemi, non lo stanno facendo per fini altruistici, per far sì che gli auroviliani portino a termine lo stesso. Se avete capito chi è Modi e cosa rappresenta il BJP non potete pensare che facciano qualcosa gratuitamente. Hanno i loro interessi. E quali sono nel caso di Auroville?
Dal mio punto di vista e giudicando quanto è successo ad Ayodhya e a Varanasi, Modi vuole Auroville come fiore all’occhiello, un esempio che dimostri la “benevolenza” dell’India, ma soprattutto sua, nei confronti di chi vuole investire nella spiritualità indiana e non solo in quella. Perché, dopo l’abbuffata d’occidentalismo, è venuto, secondo lui, il momento di imporre l’India come esempio da seguire. Esempio sia di crescita economica (truccata) che di visione del mondo. Per questo ha bisogno di impadronirsi dell’immagine di Sri Aurobindo. Sono convinto che se potesse cancellerebbe dalla faccia della terra la figura della Madre, in quanto non indiana. D'altronde la stessa Segretaria Ravi si è lasciata sfuggire l’infelice accusa di “colonialismo spirituale” rivolto agli auroviliani. Leggete come nel suo discorso del 2018 Modi citi Auroville come esempio da seguire per tutto il mondo. La prima frase del suo discorso recita: «La visione di Sri Aurobindo della leadership spirituale dell'India continua a ispirarci anche oggi». Ma la visione deve funzionare, deve essere portata a compimento. Nessuno vorrebbe mostrare all’occhiello un fiore a cui mancano dei petali. E allora via con i giri di vite, anche se contemplano le ruspe e l’abbattimento di alberi piantati con tanta fatica in un territorio praticamente desertico; via con i soliti balletti ignobili degli “yes men”; via con l’approfittarsi di una transizione non completata per infilarsi nelle crepe dell’essere umano, in questo caso auroviliano, per dividere ed imperare.
Auroville è un faro per chi, come me, sostiene la possibilità della coesistenza tra questo mondo e un mondo diverso. Ma vediamo come l’uomo ancora debole cede facilmente alle tentazioni del potere, in questo caso incarnato dalla politica. Spero vivamente che gli auroviliani riescano a mantenere la barra dritta, che si ricordino chi sono e come e perché tutto questo ha avuto inizio. Spero che sappiano mediare e raggiungere uno stato di equilibrio tra loro per continuare la loro pacifica coesistenza. Spero che riescano a trovare dentro ognuno di loro la forza e l’orgoglio di essere auroviliani. E, soprattutto, spero che riescano a trovare ancora degli alleati che li aiutino a riprendersi la titolarità esclusiva dell’esperimento e che la politica resti in disparte come mera spettatrice di un processo inarrestabile. Un mondo diverso è possibile.