Aveva una gran voglia di dipingerlo quel quadro perché ci teneva alla loro amicizia. Non gli era stato commissionato, era proprio una sua precisa volontà. Delacroix ammirava Chopin e teneva una corrispondenza fitta con George Sand. Li voleva entrambi nella sua tela a olio e nel 1838, riuscì a realizzarla ma non a finirla. L’opera rimase incompiuta. Chopin e Delacroix si incontravano nei salotti in cui il compositore si esibiva suonando il pianoforte. A Delacroix pareva fiero, potente ed espressivo e così lo raffigurò nel dipinto. Nella realtà Chopin era biondino, smunto e gracilino. Non godeva di buona salute e non era in cerca di un amore. Così quando incontrò in quei salotti George Sand, la sua vita cambiò di colpo. Delacroix li ha rappresentanti così come li vedeva, Chopin mentre suonava il piano e la Sand mentre seduta accanto cuciva. Era una delle sue attività domestiche preferite. Ma George Sand non era esattamente una donna che poteva rimanere imprigionata tra quattro mura. Era uno spirito ribelle, mai domo, ricco di energia.
Frédéric Chopin frequentava i salotti parigini e si esibiva suonando il pianoforte di fronte a personalità importanti. In quelle riunioni incontrava il compositore Franz Liszt, il musicista Berlioz e appunto Delacroix. George Sand, vero nome Aurore Dupin, era una scrittrice, era stata allontanata dalla società bene parigina dopo la separazione dal barone Dudevant. Poco male per lei, era stata subito accolta dalla comunità intellettuale della capitale francese e nello scambio ci aveva guadagnato. Aveva guadagnato la libertà che tanto le stava a cuore e di cui Chopin faticava a capire le implicazioni. Chopin si manteneva impartendo lezioni di pianoforte alle ragazze aristocratiche e si faceva pagare caro. Per lui l’aristocrazia era il suo mondo. Alle persone aristocratiche dedicava le opere, per loro teneva i tanto odiati concerti, da loro la sua carriera veniva appoggiata e finanziata. Quando suonava lasciava tutti a bocca aperta. «Cosa mi colpì di Chopin? Che lo vidi e che lo vidi suonare. Giove mi scagliò addosso due fulmini, non uno solo» confidò George Sand a un amico.
Chopin aveva sei anni in meno rispetto a George Sand. Lei convinse il compositore Franz Liszt a diventare sua complice e organizzare un incontro. Se ne era proprio innamorata. Probabilmente Chopin non provò gli stessi turbamenti mentre la incrociava in quelle prime occasioni. George Sand aveva un aspetto mascolino, fumava i sigari, si vestiva come i maschi, si esprimeva in maniera disinvolta. Come poteva conquistarlo? Bastarono alcune serate, il silenzio della platea ipnotizzata, lei accanto al pianoforte ad ascoltarlo rapita. Chopin capì abbastanza in fretta che Aurore sarebbe stato il porto tanto ricercato in cui la sua anima avrebbe potuto trovare qualche anno di riposo. E così fu nella realtà.
Delacroix era al corrente della passione che George Sand nutriva per Chopin. Lei gliene accennava ogni volta durante la corrispondenza che tenevano puntualmente e tramite cui finì per diventare loro intimo amico. Non che questo potesse tenerlo al riparo dalla gelosia di Chopin. Ecco cosa succedeva secondo quanto riferito dalla scrittrice. George Sand riceveva la posta, c’era spesso una lettera di Delacroix. La apriva, la leggeva e rideva. Ma scorgeva di lato il muso di Chopin, per questo si avvicinava a lui per fargli leggere il contenuto sottolineando qualche spiritosaggine del pittore che l’aveva fatta ridere. E così Chopin si tranquillizzava. Delacroix aveva grandi baffi, prestanza fisica e fama da rubacuori, era normale essere gelosi, ma quella di Chopin era una vera malattia e spesso la scrittrice si sentiva in trappola all’interno della loro relazione. Eppure era stato Chopin ad avere problemi all’inizio dell’amicizia con Aurore. Entrambi erano delle celebrità, se si fossero fatti vedere insieme, sarebbe stato lui a pagarne le conseguenze. Da ciò che pensavano gli aristocratici parigini dipendevano dai suoi guadagni. Lei da quella realtà si era staccata e viveva senza regole, se non le sue. Se avesse deciso di andare a vivere con Chopin avrebbe dovuto mettere in conto delle rinunce. Chopin dal canto suo avrebbe dovuto rompere con le persone che lo spalleggiavano e fare una scelta coraggiosa. Si amavano, è vero, ma dovettero aspettare. Quando il compositore capì che il suo sentimento per la Sand era più forte di ogni convenzione, decise di allontanarsi da Parigi e diventare, come diceva lui, un concubino.
Cosa significava essere un concubino? La prima conseguenza era non poter dedicare le opere alle donne e agli uomini dell’aristocrazia come aveva fatto fino a quel momento. Avrebbero potuto offendersi nel ritrovarsi dedicata un’opera di un compositore che si stava ricoprendo di scandalo. La Sand minimizzava dicendo al suo amico che avrebbe dovuto fregarsene. Quando si trattava di commentare le vicende parigine, George Sand non utilizzava giri di parole, diventava sboccata e si lasciava andare a improperi. Chopin smise di dare lezioni, si dedicò solo alla composizione, alle passeggiate in campagna, a godersi la compagnia di Aurore e dei suoi figli. Era felice e stava in salute a Nohant, aveva tutto ciò che poteva chiedere alla vita.
Ma quanto erano diversi Chopin e George Sand! Non era solo l’età, c’era il carattere, il fatto che lei avesse due figli e lui non si fosse mai sposato prima. Chopin era un cattolico polacco. La Sand era repubblicana, liberale e femminista. Era contraria alla proprietà privata, pur essendo lei stessa proprietaria della tenuta di Nohant, nel Berry. Durante la Rivoluzione del 1830 espresse con chiarezza le sue idee e dovette per questo lasciare Parigi. Le sue dichiarazioni pareva incitassero i francesi alla guerra civile e allo stesso tempo non erano ben accette dai contadini di Berry. Non potendo vivere in città e nemmeno nelle sue tenute di campagna, fu costretta a trovare riparo a Tours, lontano da pericoli e minacce. Questi argomenti erano spesso al centro di discussioni accese tra lei e Chopin durante gli anni che trascorsero a Nohant insieme ai figli di Aurore, Maurice e Solange. Furono gli anni più felici della loro vita e quelli più produttivi per la loro arte.
Cosa c’era dietro il menefreghismo che George Sand manifestava verso l’aristocrazia parigina e che aveva esasperato durante la permanenza a Nohant? Nelle affermazioni di George Sand c’era molto di più che un senso di odio dovuto alla sua estromissione in seguito alla separazione dal barone Dudevant. Il barone lo aveva più volte tradito, quindi non poteva certo lamentarsi del trattamento ricevuto. Non era questo a toccarla. La Sand era molto più arguta e brillante di così. Aveva sostituito la famiglia del barone con quella degli intellettuali che l’avevano accolta, e la sua vita con Chopin ne era stata la sublimazione. Quell’indifferenza era il riconoscimento del genio di Chopin. George Sand era convinta che Chopin fosse inferiore solo a Mozart, che avesse superato Bach e Beethoven, che fosse diventato, con il suo pianoforte, uno dei più grandi romanzieri del tempo. Superiore persino a Victor Hugo, che la Sand deprecava. Secondo la scrittrice, infatti, il famoso intellettuale nato a Besancon, scriveva per una classe sociale in particolare, predicava i valori della famiglia in pubblico e conduceva una vita scandalosa in privato. Chopin, invece, scriveva, con la sua musica, romanzi che riguardavano l’umanità intera e non una classe sociale solamente. Per questo odiava che lui si sentisse tanto legato a certi valori sociali. Per lui era impossibile non esserlo, viste le sue origini polacche.
George Sand amava Chopin, amava il suo genio, avrebbe fatto tutto per lui. Fino a che la gelosia che già si era intromessa tra loro non divenne un problema serio. Chopin era possessivo. Se la Sand si allontanava per andare a pranzo con un amico, lui ci vedeva l’inizio di una nuova passione amorosa. Era geloso del suo passato, che chiaramente non poteva essere cambiato. Era geloso dell’attore Pierre Bocage, che scriveva lettere a George Sand e che fu costretto a cambiare il nome del mittente ogni volta che spediva una missiva nuova. A Nohant, Chopin e la Sand erano stati felici nonostante i capricci del compositore. Eppure già in quel periodo, dopo solo un anno di convivenza, la loro amicizia si era trasformata in un rapporto materno da cui entrambi avevano cominciato a prendere ciò che potevano. Chopin veniva curato e si sentiva sicuro tra le braccia dell’amica. La Sand aveva capito che il lato brusco del carattere di Chopin era legato al suo stato di salute e, quando questo migliorava, anche l’umore lo faceva e in casa regnava la tranquillità. Ma la gelosia di lui non riusciva proprio a gestirla. Scriveva a Delacroix raccontandogli che la loro passione era mutata e il rapporto aveva preso una strada diversa.
Quando si trasferirono a Maiorca per trascorrere al caldo l’inverno del 1839, sia Chopin che Geroge Sand avevano aspettative altissime. Sapevano che nell’isola regnava il bel tempo anche in inverno, il cielo era azzurro, il sole splendeva, le palme e le piante di aloe avrebbero ritemprato Chopin nello spirito e nel corpo. Forse non avevano messo in conto il periodo delle piogge. Fu un inverno umido e Chopin si ammalò. Il suo pianoforte si era perso durante il trasloco, quindi per gran parte del tempo dovette comporre la sua musica utilizzando un vecchio piano male in arnese presente nel convento di Valdemosa. È lì che andarono a vivere, nella magnifica Certosa, come la descriveva Chopin nelle sue lettere, ma le celle umide in cui dormiva non aiutavano certo il fisico a riprendersi, anzi, aggravavano la situazione. George Sand si chiedeva come era possibile comporre musica paradisiaca utilizzando uno strumento così in rovina come quello. Era ammirata ed estasiata. E in effetti, nell’isola, Chopin compose alcuni Preludi, i Notturni opera 37, il terzo Scherzo e la Polonaise in Do minore. Naturalmente non tutti i capolavori vennero composti con il vecchio piano del convento perché alla fine il pianoforte tanto atteso arrivò a destinazione. Venne contrabbandato non si sa esattamente come per evitare le tasse doganali che erano pari a metà del valore dello strumento stesso.
George Sand ha scritto spesso di Maiorca. Un inverno a Maiorca contiene il resoconto di quella permanenza. Storia della mia vita ne contiene stralci interessanti. Il risentimento che la Sand provava per i maiorchini venne meno con il tempo. Ma, inizialmente, si capiva che non aveva preso bene la loro mancanza di ospitalità. L’arrivo nell’isola di una coppia non sposata aveva fatto scandalo e le difficoltà nel trovare appartamenti in affitto aveva costretto la coppia a scegliere il freddo convento di Valdemosa, dove le condizioni di Chopin erano tanto peggiorate da costringerli alla fuga. A Maiorca la passione tra i due artisti visse il periodo più basso. George Sand ha raccontato a Delacroix che la sua relazione con Chopin era stata molto passionale agli inizi, prima che il loro rapporto diventasse appunto materno. Chopin aveva avuto bisogno di cure per un lungo periodo più che di amore fisico. Ma dopo la parentesi di Maiorca e l’arrivo a Marsiglia, dove un medico curò Chopin ridandogli stabilità, quella passione tornò a vivere una nuova e intensa stagione che diede alla Sand molte più soddisfazioni rispetto alla precedente.
Fu quindi la gelosia a rovinare tutto. E probabilmente anche le diversità che tra loro non si sono mai appianate. Diversità nel modo di intendere la vita, l’arte, la politica e la spiritualità. Chopin non sopportava il lato popolare e triviale della scrittrice. Non comprendeva gli ideali altruistici e l’amore per la Rivoluzione, non tollerava i comportamenti degli amici della Sand, democratici maleducati che ridevano ad alta voce e sostavano in casa scomposti, ubriacandosi e litigando tra loro. Alla Sand non importava dell’etichetta. Quando Chopin si rinchiudeva in camera per evitare quegli spettacoli, lei dava la colpa alla malattia, i suoi comportamenti erano quelli di una persona stufa di stare sempre male. Erano chiaramente molto diversi tra loro, avevano provenienze diverse, convinzioni che non combaciavano, Chopin era molto religioso, la Sand era indifferente. Eppure lei era convinta che quell’amore, che inizialmente li aveva folgorati, avrebbe trovato una sua stabilità e sarebbe durato nel tempo. La Sand ha sempre scritto che fu Chopin a chiudere con lei, senza che si fosse preoccupato di informarla circa i motivi che lo avevano portato ad allontanarsi.
Il dipinto di Delacroix è fortemente simbolico e ha una storia peculiare. Proprio perché non commissionato rimase nello studio del pittore fino alla sua morte. Poco dopo venne tagliato nel mezzo per ottenere due opere distinte. Le figure dovevano risultare in primo piano, quindi i tagli furono violenti e invasivi rispetto all’opera come era stata concepita. Molte parti del dipinto sono andate perdute. Il ritratto di Chopin si trova oggi al Louvre. Quello di George Sand è ospitato dall’Odrupgaard Museum di Copenaghen. L’opera è stata divisa per un solo motivo: poter vendere le due parti separatamente e ottenere un guadagno maggiore. In ogni caso, la divisione del quadro è avvenuta venti anni dopo la separazione dei due artisti. Seppure era stato Chopin a volere la fine, fu lui a subire le conseguenze della rottura. La depressione che seguì a quell’allontanamento contribuì decisamente al peggioramento del suo stato di salute.
Nel 1848 l’amicizia tra Chopin e George Sand era finita. Lei chiedeva in giro agli amici come stava il compositore. Non andò mai a trovarlo. Chopin era rimasto in contatto con la figlia di Aurore, Solange, che aveva un matrimonio tribolato e aspettava un bambino. Durante una visita fatta a un’amicizia in comune, Chopin, mentre andava via, si imbatté in Aurore un’ultima volta. Il saluto fu formale e ci fu dell’imbarazzo. Chopin chiese da quanto non sentisse la figlia che il giorno prima aveva partorito. Il parto era stato difficile ma lei si era ripresa tanto da riuscire a scrivergli un biglietto. La madre era all’oscuro del parto imminente. Non sapeva che la figlia si scrivesse con Chopin e che la sua vita non fosse proprio un idillio.
Dopo aver fatto le scale, Chopin pensò che Aurore si sarebbe preoccupata, era stato troppo parco di informazioni e non le aveva raccontato tutto. Chiese quindi al suo accompagnatore di risalire e dire alla signora che sua figlia stava bene ed era fuori pericolo. Se avesse fatto le scale in quel momento i suoi polmoni si sarebbero affaticati. Il suo accompagnatore tornò con Aurore di fianco che chiese insistentemente se la figlia stesse bene. Chiese anche perché non le aveva scritto e cosa diceva il marito. Chopin la rassicurò. Non fece notare ad Aurore che avendo lei buttato fuori di casa la figlia, non poteva ora lamentarsi che non la tenesse aggiornata circa le ultime vicende della sua vita. Il marito di Solange era uno scultore e cercava lavoro all’estero, non si capiva se avesse intenzione di badare alla moglie e alla figlioletta appena arrivata. Chopin comunque tranquillizzò Aurore e i due si salutarono in maniera formale. Ognuno rimase della propria opinione circa la fine della storia. Chopin e Aurore si erano amati, l’amore non era bastato a tenerli uniti, come accade spesso nella vita. Se il vizio prevale sulla virtù, l’amore finisce per soccombere.