Come sarebbe il mondo senza Internet?
Sicuramente non sono il primo che si pone questa domanda e le risposte sono le più disparate: vivremmo meglio, saremmo più vicini alla natura, avremmo l’opportunità di creare una comunione più profonda con l’essenza della vita, non saremmo controllati, ma anche non riusciremmo a scambiarci informazioni in tempo reale e non avremmo la possibilità di utilizzare sempre in tempo reale le informazioni ottenute per risolvere velocemente problemi teorici e pratici. Perciò la scelta sta fra il bianco e il nero, come sempre, fra ottimisti e pessimisti, fra realisti e complottisti; di sicuro Internet è uno strumento che, se ben utilizzato, può aiutare a migliorare la conoscenza e a rimanere in contatto con il mondo dovunque si possa essere.
Internet ormai fa parte del nostro immaginario collettivo, la sua presenza fa parte del panorama costituito da tutti gli strumenti che l’uomo utilizza normalmente e con nonchalance ma questa situazione fino a non più di trenta anni fa non esisteva perché la Rete non c’era fisicamente, nessuno ci aveva pensato pur avendo la tecnologia per crearla.
Nel 1990 Tim Berners-Lee, un fisico prestato all’evoluzione dell’informatica, dette la risposta definitiva alla domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto che non è 42 ma si chiama World Wide Web, aprendo il vaso di Pandora delle comunicazioni iperveloci e dello scambio di informazioni istantanee. Tim Berners-Lee è venuto al mondo nel 1955 in un quartiere periferico di Londra, un luogo che non avrebbe fatto presagire l’importante rivoluzione che stava per portare nell’ambito dell’informatica e delle comunicazioni.
Dopo aver conseguito una laurea in fisica all’Università di Oxford nel 1976, ha iniziato a plasmare il suo futuro nell'ambito dell’informatica. Nel 1980, è entrato a far parte del CERN a Ginevra, assumendo un ruolo di responsabilità nel dipartimento di Ingegneria del Software. In quel periodo, le comunità scientifiche e di ricerca in tutto il mondo affrontavano una sfida cruciale: la necessità di trovare un mezzo rapido ed efficiente per condividere informazioni e risultati di studi.
Qui entra in gioco il genio di Berners-Lee. Esaminando il linguaggio di programmazione SGML (Standard Generalised Markup Language), ha concepito un nuovo linguaggio di markup noto come HTML (Hyper Text Markup Language), progettato per definire la struttura dei documenti elettronici. L’HTML ha aperto la strada a un mondo in cui i documenti elettronici potevano essere collegati tra loro attraverso testo e immagini, dando vita a quella che ora conosciamo come il World Wide Web, comunemente denominato Internet, sebbene sia importante notare che Internet è l’infrastruttura su cui opera il WWW. Questo avvenimento ha rivoluzionato la diffusione delle informazioni e la connettività globale.
Nel 1990, Berners-Lee ha presentato il suo lavoro al CERN insieme al suo collega belga Robert Cailliau, uno dei co-fondatori del World Wide Web. Il 23 agosto 1991, ha svelato al mondo intero il suo rivoluzionario sistema con una breve dimostrazione pratica. Questo sistema ipertestuale ha reso possibile la navigazione tra argomenti correlati attraverso collegamenti denominati “link”, semplificando notevolmente il lavoro degli scienziati e dei ricercatori dell’epoca.
Le tecnologie informatiche come i browser e le interfacce utente sono nate in seguito, consentendo agli utenti di estrarre facilmente informazioni dai documenti elettronici e facilitando la ricerca e la consultazione dei contenuti sul Web, anche per coloro che non erano esperti informatici.
Alla fine del 1994, Tim Berners-Lee ha lasciato il CERN per intraprendere una nuova fase della sua carriera accademica. È diventato docente presso la Scuola di Ingegneria del Massachusetts Institute of Technology (MIT) a Boston, un’autorevole istituzione nel campo dell'informatica. Attualmente, oltre a essere coinvolto in progetti di intelligenza artificiale e informatica presso il MIT, è professore nel dipartimento di elettronica e scienze del computer presso l’Università di Southampton nel Regno Unito.
La sua influenza nella comunità scientifica è stata tale da fargli guadagnare un posto di rilievo come membro della Royal Society a partire dal 2001. Inoltre, ha ricevuto numerosi riconoscimenti prestigiosi, tra cui il Japan Prize, il Millennium Technology Prize e il riconoscimento tedesco Die Quadriga. Tuttavia, tra tutte le gratificazioni che ha ricevuto, la più illustre è il premio Turing, considerato il Nobel dell’informatica, che gli è stato conferito nel 2017, sottolineando il suo impatto straordinario nel mondo della tecnologia e delle comunicazioni digitali.