Ai miei tempi (ha un fascino particolare iniziare con questa frase perché da una parte fa sembrare più vecchi, ma dall’altra fa sembrare proprio saggi), dicevo ai miei tempi i cantanti avevano il loro nome e cognome, inventato o meno, oppure il nome d’arte.
C’erano i Biagio Antonacci, Carmen Consoli, Eros Ramazzotti, Francesco De Grogori, Pino Daniele e bla bla bla… È inutile andare a cercare la discografia di Bla bla bla, perché è semplicemente un modo di dire, lo si può capire anche dai puntini sospensivi…
Io personalmente sono cresciuto ascoltando i Queen, con il mito di Freddie Mercury, al secolo Farrokh Pluto Bulsara. Ok, posso anche capire quando nel tuo nome c’è quello di un noto cane cartone animato, ma visto che c’era ha cambiato tutto. Ma andiamo a vedere perché questo nome d’arte. “Freddie” perché da piccolo lo chiamavano tutti così, inglesizzando il suo nome vero nome, Farrokh. Ma Mercury? Chissà se era in onore della divinità Mercurio, dio del commercio e del guadagno, o magari in riferimento al metallo, o forse al pianeta? Se cercate su Google troverete spiegazioni plausibili per ognuno di questi sopra elencati, quindi vi lascio a quello che preferite voi. Il punto è che effettivamente era un nome d’arte figo, fighissimo, Mercury! Molto meglio di Johnny Rotten, letteralmente Giovanni il marcio, o Calcutta, per esempio. Ora che ci penso abbiamo anche visto nomi d’arte che rasentano il ridicolo, con Jovanotti o Nicola di Bari. In realtà Niccola di Bari era di Zapponeta, cioè provincia di Foggia, immagino quanto l’abbiano presa bene i suoi compaesani. Almeno Peppino di Capri è veramente di Capri, perché mentire sulla provenienza già dal nome? Bah…
Piccola parentesi, se stai leggendo e sei di Foggia, veramente per dire “Ciao” dite: "Oh, pesc' 'o cul! "? Ma soprattutto, che ne pensate di Nicola di Bari di Foggia?
Torniamo a noi e ai nomi d’arte, che in genere servono, fondamentalmente, per nascondere la verità se hai un nome di merda. Questo che ho appena detto non è per nulla collegabile al prossimo esempio: Ron.
Ron come d’arte funziona, piace. È breve, diretto, semplice da ricordare, l’opposto del vero nome dell’artista in questione: Rosalino Cellamare…
Devo ammettere che l’ho apprezzato come cantante, conosco e mi piacciono alcune sue canzoni, ma ammetto che non so se lo avessi ascoltato se si fosse chiamato Rosalino Cellamare, diciamo che qui i discografici o chi ha deciso il nome d’arte, ha fatto bene!
Per tornare al discorso con cui ho iniziato, ai miei tempi, come non citare Bud Spencer e Terence Hill, cioè Carlo Pedersoli e Mario Girotti, certamente per un discorso di internazionalità.
Ma anche il compianto Franco Nero, none d’arte, Franco Sparanero, nome vero. Qui direi che la scelta è per non far girare voci sull’evidente razzismo…
Ma veniamo a noi, perché vi sto parlando dei nomi d’arte? Perché se oggi senti in radio l’annuncio del nuovo singolo di Annalisa, la prima domanda che ti viene in mente è: Ma chi? Mì Zia? Quella che ha sposato lo zio di Roma?
O magari senti parlare dell’uscita del nuovo album di Emma, di Gianmaria, di Moreno, Mattia, Alessandra…
Io credo che il nome d’arte, se non vuoi usare nome e cognome, serva per distinguersi.
Vedendo i numeri, in Italia, di Alessandra ce ne sono 154716! Di Mattia, sempre in Italia, ce ne sono 13862. Di Emma 78706, Moreno 24054, Gianmaria 2528…
Oppure il nome d’arte Luchè, perché? Perché lo chiamavano tutti Luchè, quasi ai livelli di Freddie Mercury… Da piccolo conoscevo un tipo, un certo Gianni ma non vi dico il cognome. Non so per quale colossale illuminazione o incrocio astrale, ma alcuni bulli iniziarono a chiamarlo “Merda”. Non proprio il soprannome ideale, e lo dico io che a me chiamavano Pollo, perché da piccolo somigliavo al bambino che, nello spot di un famoso dado da utilizzare in cucina, diceva “Hey papà guarda, un pollo!”.
Aggiornamento, nel frattempo sono nate altre 4 Alessandra, quindi siamo a 154720.
La maggior parte di questi “nomi d’arte” che ho elencato, se non tutti, provengono da una cosa terribile che voi tutti conoscete: Amici di Maria de Filippi.
E, secondo me, non è un caso se, oltre al notevole abbassamento della qualità musicale, ci sia un’impennata, drasticamente al ribasso, proprio della fantasia di questi cosiddetti “Artisti”, a partire proprio dal nome, figuriamoci nelle canzoni…