Leggendo la biografia del Signorelli, a tutti noto per il valore del suo percorso artistico nel contesto della pittura rinascimentale centro italiana, appaiono anche le sue doti umane di interesse per la cosa pubblica, alla quale si è molto dedicato nella città natale, Cortona, nel corso di tutta la sua esistenza.
Era nato nei dintorni del 1450 e già nel 1479 fu eletto nel Consiglio dei Diciotto. In seguito ottenne numerosi incarichi, Conservatore del Comune, Priore, uno dei Sindaci del Capitano. Fu incaricato nei Collegi, fino all’anno della sua morte. In contemporanea gli furono commissionate opere a Città di Castello, Loreto, Firenze e altri centri toscani, Roma, Orvieto, ma non dimenticò mai la sua amata Cortona, dove era nato e dove morì.
Un’ulteriore descrizione dell’uomo ci viene fornita dal Vasari in questi termini: «Fu Luca persona d'ottimi costumi, sincero et amorevole con gl'amici, e di conversazione dolce e piacevole con ognuno, e soprattutto cortese a chiunche ebbe bisogno dell'opera sua e facile nell'insegnare a' suoi discepoli. Visse splendidamente e si dilettò di vestir bene; per le quali buone qualità fu sempre nella patria e fuori in somma venerazione».
Poco si conosce delle prime opere del pittore, dalle quali si sarebbe potuto dedurre chi abbia concorso alla sua formazione artistica. Secondo diverse fonti sarebbe avvenuta negli anni sessanta del XV secolo. Viene spesso indicato come allievo di Piero della Francesca. Completò la sua formazione prima a Firenze, dove fu seguace dei Pollaiolo, poi a Urbino dove dipinse la Flagellazione, attualmente conservata nella Pinacoteca di Brera, infine a Roma. Nel 1482 fu collaboratore del Perugino negli affreschi della Cappella Sistina. Il contatto con quest’artista, lo indusse a ingentilire lo stile, come si può notare negli affreschi della sagrestia del santuario di Loreto e nella Pala di Sant’Onofrio del duomo di Perugia, datata al 1484. Trasferitosi a Firenze, Luca Signorelli diventò un protagonista dell’ambiente culturale raccolto intorno a Lorenzo de’ Medici. A questa fase risalgono alcune tavole conservate nella Galleria degli Uffizi, tra cui il robusto tondo La Madonna col Bambino.
Dopo la morte di Lorenzo il Magnifico, il pittore preferì lasciare Firenze per affrontare due grandi, memorabili cicli di affreschi: le Storie di San Benedetto nel chiostro dell’abbazia di Monte Oliveto Maggiore (1496-1498) e la serie della Fine del mondo con Giudizio Universale nella cappella di San Brizio, nel duomo di Orvieto. Gli ultimi due decenni di attività si svolsero quasi interamente in provincia, tra Cortona e Città di Castello.
Già nel 1923, a 400 anni dalla sua morte, a Cortona gli furono tributati onori raccogliendo sue notevoli opere nel Museo diocesano del Capitolo di Cortona, nella cosiddetta Sala Signorelli. Questa raccolta, oltre ad illustrare un periodo della grandezza italiana nell’Arte, rappresentò un tributo della città di Cortona al suo figlio più illustre. Si tratta di opere della maturità ad eccezione del Compianto sul Cristo morto, datato 1501-1502.
Quest’anno, in cui ricorrono i 500 anni dalla morte del pittore, la Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro presenta un nuovo allestimento della sala a lui dedicata, e insieme un catalogo bilingue dal titolo Luca Signorelli e «la grazia della invenzione», che fa da guida per le 11 tavole presenti nel Museo. Questo progetto di valorizzazione, per custodire e rendere fruibile al visitatore un patrimonio pittorico di rilevante importanza, è stato avviato lo scorso anno e guidato dalla dottoressa Serena Nocentini, direttrice dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi. Nella sala Signorelli sono stati sostituiti i punti luce esistenti con corpi illuminanti moderni, collocati in basso nelle tavole, e schermati da una struttura che ha la funzione di distanziatore protettivo della tavola stessa. Con questa illuminazione, la leggibilità risulta molto aumentata. Una didascalia ragionata è stata inserita in ogni dipinto esposto. Tutti accorgimenti atti a mettere in evidenza al visitatore la creatività di questo grande artista, che è stato fonte di ispirazione per molti dei suoi successori. Giorgio Vasari lo ricorda come ispiratore di Michelangelo!
Questa mostra merita una visita in sé ma anche per il contesto nel quale è inserita. A cominciare dalla città di Cortona, in provincia di Arezzo, principale centro culturale e turistico della Val di Chiana aretina. La sua posizione strategica - sorge su una collina di circa 600 metri sul livello del mare - tra l’VIII e il VII secolo a.C. ne fece un'importante lucumonia etrusca. Furono costruite proprio dagli Etruschi nel IV secolo a.C. le imponenti mura che circondano la città per circa tre chilometri, le tombe nobiliari "a melone" sparse nei dintorni della città e il monumentale altare funerario adornato da sfingi, esempio unico in Italia. A Cortona è stata ritrovata anche la Tabula Cortonensis, una lamina bronzea con una delle più lunghe iscrizioni in lingua etrusca.
Ma anche il territorio in cui Cortona è immersa è cosparso di opere d’arte. Ci dà un’idea della ricchezza di storia e arte del territorio il risultato del progetto CeiOA promosso dalla CEI per l’inventariazione dei beni storico-artistici e la loro identificazione qualitativa e quantitativa della Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. I lavori, conclusi nel 2020, hanno portato al censimento di 246 parrocchie oltre ai palazzi vescovili di Arezzo, Cortona e Sansepolcro, ai seminari e ai musei di Arezzo e Cortona per un totale di 68.314 opere schedate.