L'espansione dell'abitato di derivazione suburbana si ha con la costruzione delle nuove barriere per una cinta muraria che doveva ampliarsi in modo da garantire i medesimi privilegi agli abitanti della città e dei sobborghi.
La città di Livorno ha fatto fortuna grazie alle franchigie per i commercianti che trattavano merci in importazione ed esportazione con l'estero dal momento che la città era considerata per questo “non italiana”. Chi viveva fuori le mura ed aveva industria spesso era attore di contrabbandi per evitare il dazio che era imposto, la decisione di ampliare la cinta daziaria fu determinante per dare pace a crescenti moti che reclamavano uguali benefici.
La nuova cerchia muraria quindi ebbe necessità di procurare nuove uscite e varchi che furono realizzate per dare accesso alle direttrici viarie principali. Nella parte est della città l'inserimento della Barriera Vittorio Emanuele riapriva la passeggiata alla campagna progettata da Pasquale Poccianti che correva in parallelo all'acquedotto di sua progettazione sotto la guida dei Granduchi di Lorena, che portava acqua in città dal vicino paese di Colognole, e al contempo tracciava la naturale direttrice di espansione della città. Industrie e caseggiati si innalzarono in quest'area che richiesero la creazione di servizi di trasporto organizzati, dapprima omnibus, poi di tram a cavalli e successivamente elettrificati, tutto ciò rese appetibile l'edificazione di ville e palazzette in questa nuova arteria chiamata viale degli Acquedotti.
Questa parte di città sarà connotata pertanto in varia misura e azzardo da uno stile decorativo che prelude e timidamente attinge dall'Art Nouveau. L'odierno viale Carducci (ex viale degli Acquedotti) è l'esempio più concreto di questa edilizia che si impianta tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900 di stile meglio definito modernista. Un altra direttrice che consoliderà la sua importanza e si arricchirà di strutture essenzialmente vocate all'intrattenimento turistico sarà il viale a mare che fin dal suo sbocco dalla città murata vedrà realizzati il giardino di acclimatazione con servizio di restaurant e il giardino dell'Eden che non era altro che un parco giochi per adulti con montagne russe, pista di pattinaggio, campo da lawn tennis e cinematografo. Tutto in quello stile carico ed abbondantemente fregiato e circonvoluto da definirlo il “barocco della Bell'Epoque”.
Fu proprio il Cinematografo che vide la prima proiezione italiana del cortometraggio dei fratelli Lumiere nel 1897 e che dette il via alla mania del cinema a Livorno. Se ne costruirono 15 per una città che ebbe il primato italiano di avere una sala ogni 7.100 persone nel 1906. Questi mostravano nelle loro decorazioni tratti più o meno palesi del nuovo stile a dare bella mostra di una città d'avanguardia, al pari con le mode del tempo delle grandi città. Insieme ai cinematografi , il lungomare si imbellettò con nuovi interventi estetici degli Stabilimenti balneari costruiti decenni prima ma che volevano adeguarsi al clima frizzante di questo rinascimento sociale e delle baracchine che offrivano servizio di bar e ristoro.
Il viale a mare fu dotato di mezzi di trasporto pubblici fino alle frazioni di Ardenza e di Antignano che si trasformarono in località balneari turistiche, in special modo in Antignano e che fu tessuto di una precisa e ordinata urbanizzazione che consente ancora oggi di apprezzare villini a due piani o terratetto in uno stile Liberty ben più evidente, con applicazioni di volti di donna e fiori sui prospetti. La terza area dove il nuovo stile fece la sua presenza a Livorno fu in quelle aree di risulta che si trovarono pronte per riscrivere il disegno della città in seguito al risanamento edilizio.
Nel 1902 il Antonio Pedrini scrisse un manuale dal titolo La città moderna in questo gettava le basi di quelle che saranno le idee di una nuova fase urbanistica che dovrà e vorrà tenere conto delle necessità igieniche delle città. Per Pedrini un piano regolatore di una città deve riflettere o il presente o il futuro. “Se si tratta di correggere, aggiustare in modo celere per ragioni igieniche, questo sarà un Piano di Risanamento, se si tende a scopi sanitari ed edilizi a lunga scadenza (25 anni), questo è un Piano Regolatore, se poi si trattasse di un piano di aggiustamento e di coordinazione dell'abitato futuro, egli è un Piano di Ampliamento”. Ciò che ispira il costruire in questa fase storica è la preoccupazione igienica dell'abitare, “indice misuratore della civiltà è il grado di salute dei popoli”. A Livorno si attuarono tutte e tre le suggestioni: un piano di risanamento nelle zona ebraica e di quella comprensiva del vecchio ospedale di sant'Antonio; un piano regolatore nel nuovo quartiere della Stazione ferroviaria progettato da Angiolo Badaloni con le case popolari dei ferrovieri; un piano di ampliamento che vide la rettificazione del fosso reale e la costruzione delle due piazze ponte Carlo Alberto e Cavour e della via Cairoli.
Ma tornando alla Livorno Liberty vocata al turismo d'elite, questa sulla carta doveva avere un grande centro mondano Kursaal sulla collina di Montenero, adiacente al Santuario della Madonna delle Grazie. Il progetto fu commissionato da Rosolino Orlando, figura di spicco nella città, dotato di spirito sociale e filantropico, che aveva ottenuto insieme ai fratelli la trentennale concessione dal Demanio dei cantieri navali granducali. A Montenero aveva molti possedimenti compresa una sorgente di acqua minerale chiamata del Sasso Rosso e proprio queste proprietà le aveva messe a disposizione per la realizzazione di un progetto grandioso che non vide però mai realizzazione, se non per la costruzione della linea funicolare necessaria per raggiungere il colle e di una villetta adibita a restaurant in stile chalet svizzero che tanto piaceva nel periodo della Bell'Epoque, il Padiglione Bleu. Ma l'apice dell'edilizia del nuovo stile si esprime con forte dirompenza nella realizzazione dello Stabilimento termale delle Acque della Salute, inaugurato nel 1904 per la crenoterapia con 5 acque mineralizzate che erano diuretiche, risolventi e purgative.
Lo Stabilimento era così moderno per tecnologia edilizia, per bellezza di decorazioni e importanza medica che divenne il centro d'elezione della nobiltà e dell'alta borghesia, nonché di personaggi famosi del mondo dello spettacolo, dello sport e della politica di mezza Europa. L'adiacente Hotel Terminus Corallo, realizzato due anni dopo mostrava ancora di più il carattere floreale e antropomorfo tipico delle decorazioni Liberty. In conclusione possiamo dire che la Città di Livorno ha partorito costruzioni in un Liberty accennato e timido per la natura stessa della città, fatta si di ricchi commercianti stranieri residenti, ma che già si erano costruiti palazzi di città e ville di campagna dal 1700, riservando la nuova edilizia ad una borghesia poco coraggiosa nello spendere per una palazzetta che poi sarebbe stata connotata demodè dallo stile successivo.