Il giardino all’inglese si sviluppò nel XVIII secolo in Gran Bretagna, si opponeva alla rigidità dei giardini formali francesi e italiani, ispirandosi invece alla natura e ai paesaggi pittorici romantici, con un mutamento che venne riconosciuto dalla riflessione filosofica e sancito nella vita sociale. Tutto ciò implicava, come si noterà in seguito, un differente, e più libero, pensiero della natura stessa e del paesaggio.
Vediamo in particolare i connotati fondamentali che danno vita a un giardino all'inglese.
Progettazione paesaggistica irregolare
Asimmetria e naturalezza: a differenza dei giardini geometrici, il giardino all'inglese privilegia un'architettura del paesaggio che appare casuale e non strutturata. I prati, i sentieri e le aiuole si fondono senza seguire linee rette, dando un senso di libertà e di apertura.
Linee sinuose: i percorsi pedonali sono curvilinei e serpeggiano attraverso il giardino, dando l'impressione di un paesaggio scoperto gradualmente.
Elementi acquatici e riflessione del paesaggio
Laghetti e corsi d'acqua: gli specchi d’acqua sono centrali nel giardino all'inglese, non hanno bordi costruiti o regolari, ma si inseriscono naturalmente nel paesaggio, spesso circondati da alberi e fiori.
Cascate e ponticelli: piccole cascate o ruscelli attraversano il giardino, con ponticelli di legno o pietra per attraversarli, creando un effetto pittoresco.
Prati e praterie naturali
Ampie superfici verdi: il prato è uno degli elementi distintivi, non è tagliato (tosatura) in modo eccessivamente preciso, ma lasciato leggermente selvatico. Questi prati si alternano ad aiuole floreali e boschetti di alberi.
Piante selvatiche e autoctone: la vegetazione è composta da specie autoctone o naturalizzate che fioriscono in modo spontaneo, contribuendo a un aspetto meno artificiale.
Vegetazione variegata e arborea\arbustiva
Alberi secolari e solitari: alberi maestosi come querce, olmi o faggi sono spesso piantati isolati in grandi spazi verdi, diventando punti focali.
Boschetti e macchie di arbusti: piccoli boschi o raggruppamenti di arbusti creano aree d’ombra e danno profondità visiva al giardino.
Elementi architettonici
Tempietti e gazebi: piccole strutture architettoniche, ispirate spesso all’antichità classica (come tempietti greci o romani) sono inserite nel giardino per creare punti di sosta panoramici o scenari poetici.
Folli architettoniche (Follies): rovine artificiali di castelli, torri o altri edifici vengono costruite deliberatamente per creare un senso di antichità e mistero.
Ponti ornamentali: spesso in pietra o ferro battuto, i ponti attraversano piccoli corsi d'acqua o fossati, donando al giardino un aspetto romantico.
Fiori e aiuole informali
Colori delicati e piante perenni: i fiori sono spesso disposti in modo apparentemente casuale. Rose, lavanda, digitali e altre piante perenni colorano il paesaggio senza un ordine rigido. Aiuole irregolari, a volte circondate da siepi basse o erbe, si integrano con la natura circostante.
Rampicanti e roseti: i roseti, insieme a piante rampicanti come il glicine o l'edera, adornano pergolati, muri e gazebi, aggiungendo un tocco romantico.
Effetti pittorici
"Quadri" paesaggistici: il giardino all’inglese è progettato come un quadro, dove ogni vista e prospettiva sembra una scena pittorica. I progettisti del giardino sfruttano effetti di profondità, cambi di luce, e riflessi per creare paesaggi evocativi e mutevoli a seconda delle stagioni e delle ore del giorno.
Aree di sosta per la contemplazione: spesso sono presenti panchine o sedute in pietra posizionate strategicamente per invitare i visitatori a fermarsi e ammirare la vista.
Fauna e sensazione naturale
Habitat naturale per animali selvatici: il giardino all'inglese è spesso abitato da fauna locale, come uccelli, insetti, e piccoli mammiferi. La varietà della flora e la presenza di specchi d’acqua attirano questi animali, contribuendo a creare un ambiente ecologico in equilibrio.
Effetti sensoriali: il fruscio delle foglie, il canto degli uccelli, il suono dell’acqua che scorre e i profumi delle piante aromatiche sono tutti elementi pensati per arricchire l’esperienza immersiva di chi cammina nel giardino.
Simbolismo e atmosfera romantica
Melanconia e bellezza fugace: le rovine artificiali, gli alberi solitari, i sentieri tortuosi e le strutture coperte di vegetazione sono tutte metafore della fragilità e del passare del tempo, temi cari all'estetica romantica.
Luoghi di introspezione: il giardino diventa uno spazio per meditare, riflettere e apprezzare la natura in tutta la sua bellezza imperfetta.
In sintesi, il giardino all'inglese unisce estetica naturale, romantica e filosofica, celebrando la bellezza spontanea e il legame armonico tra uomo e natura.
Le unicità e le differenze peculiarità tra giardino all'italiana, inglese e francese
I giardini esistono per un sentimental empatico acuto che superi lo stereotipo di un “luogo” green, sono creazioni artistiche che comunicano il patrimonio di conoscenze e dei momenti in cui sono stati ideate, con elementi in comune e differenziali tra che tra le diverse le tecniche di architettura del paesaggio: all'italiana, alla francese e all’inglese si distinguono.
I giardini all'italiana lasciano basiti per la loro eleganza e raffinatezza e le forme ordinate, quelli alla francese per magnificenza e rapporti smisurati, e infine quelli all'inglese imprigionano lo sguardo per la vocazione naturalistica e informale, senza figure riconoscibili, senza prospettiva né geometria.
Tentiamo, di seguito, di tassonomizzare i connotati di ognuno dei tre stili.
Giardino all’italiana
Sorto nel Cinquecento raffigura un amalgama di rapporti proporzionati e profondità ideati, suggestioni artistiche che influiscono sia sulle costruzioni che nelle vite umane; in un’età in cui i nani di corte si trasformano in metafora di bizzarria, questi luoghi giardini manifestavano una severa corrispondenza sospesa solo da costituenti atipici.
Le sue peculiarità comprendono siepi potate perizia topiaria, sculture eleganti e fonti abbellite da scherzi idrici, l’intero valorizzato da divari e scaloni che concorrono all’amalgama del visivo, dominano equilibrio e raziocinio, con essenze floreali e arbustive che si intessono per restituire realtà a schizzi raffinati, delimitando le superfici altresì con piante che amano i climi caldi e come l’olivo, l’oleandro, il corbezzolo, il pino marittimo, il mirto, la lavanda e l’erica, fico d’India e\o l’agave, piante semi endemiche, l’edera che attecchisca naturalmente in verticale: darà un pizzico di arditezza, il tutto sarà completato dagli agrumi (aranci, limoni, pompelmi, mandarini), erbe aromatiche della macchia mediterranea (rosmarino, origano, salvia, basilico, alloro), le allée, vengono sostituite da “spazi non praticabili” selciati e\o ghiaiosi, con il solo fine ornamento, terrazze panoramiche in pendenza e antri, con al di dentro sculture e\o giochi d’acqua o ambedue.
Giardino alla francese
Sorto nel Seicento, è un'evoluzione di quello all'italiana, caratterizzato da simmetria, ordine e terreni pianeggianti. Si distingue per le siepi sagomate in disegni geometrici perfetti e le aiuole simmetriche che creano un equilibrio visivo. Un vialone di ghiaia, chiamato allée, attraversa il giardino, con viali incrociati disposti a forma di croce, trasformando il paesaggio in un'opera architettonica.
Nell’epoca barocca André Le Nôtre, architetto del paesaggio francese e formalizzatore del giardino alla francese, che progettò e ideò i giardini di Versailles, con vasche e fontane simmetriche, parterre e boschetti bosquet attorniati da vegetazione arborea e fontane geocentriche, sculture esornative, flora policromatica, essenze arboree sempreverdi, associano un aspetto imponente.
Il fascino del giardino alla francese si ammira segnatamente dall'alto, dove si apprezzano le sue organizzazione razionale e figurazione schematica
Giardino all'inglese
Sviluppatosi nel Settecento e proseguito nell'Ottocento, si distingue per il suo legame con la natura, caratterizzato da un’inconfondibile combinazione di elementi selvaggi e paesaggi che ricordano un dipinto. La presenza di maestosi alberi sempreverdi e un'atmosfera "sublime" creano un ambiente affascinante e inquietante.
In questo contesto naturale, si integrano abilmente componenti artificiali come laghetti, ponti, tempietti, rovine, panchine di pietra, sentieri nascosti e piccole fontane. Il lago, in particolare, è centrale rispetto alle fontane comuni negli altri giardini, mentre statue e aree di riposo sono celate dalla vegetazione, favorendo una continua scoperta in linea con il concetto di "giardino segreto" tipico dell’Inghilterra dell’Ottocento. Le variazioni del terreno, come dolci colline, arricchiscono il panorama, rendendolo vario e grandioso. Sebbene siano presenti elementi esotici, come padiglioni cinesi e giapponesi, le grotte rimangono spoglie, accentuando la spontaneità del giardino. Infine, i belvedere offrono vedute mozzafiato, incrementando il fascino di questo stile di giardino.
Planimetria di un giardino all'inglese a sinistra e a destra di un giardino francese (fonte elaborazione dell’autore)
Giardino all’italiana nel parco della Reggia di Caserta
Giardino all'Inglese della Reggia di Caserta
La Reggia di Caserta, per abbrivio, è tra le più grandiose dimore reali del mondo, una meraviglia dell’architettura barocca e neoclassica, affidata al paesaggista Luigi Vanvitelli, per la progettazione e realizzazione, da Carlo di Borbone, Re di Napoli, nel XVIII° secolo, il nucleo primigenio della residenza reale prevedeva un palazzo con 1.200 stanze e un parco di 120 ha, i lavori del cantiere iniziarono nel 1752, continuarono per molti anni (N.d.R. nel frattempo nel 1735 Carlo di Borbone diventa Carlo III sovrano della Sicilia.
La sua facciata di 250 metri, è ornato con marmi, affreschi e stucchi, mentre il parco si divide in giardini all'italiana e giardini all'inglese, l’elemento più iconico è l'intreccio prospettico tra Palazzo e Parco della Reggia di Caserta, valorizzato da una condizione scenica che trafigge l’occhio dello dei visitatori: una lunga galleria appellata "Cannocchiale". Questo corridoio porticato, con un effetto prospettico, allinea la Via d'Acqua della Reggia con Viale Carlo III, che conduce a Napoli, ma collegava anche l'interno del palazzo con il parco esterno, creando un rapporto figurativo tra la famiglia reale e il popolo, ed inoltre ne agevola la mobilità. Attualmente questo gioiello architettonico è patrimonio UNESCO, (N.d.R. Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura).
Un aneddoto meteorologico nel gennaio del 2019, sulla Campania cadde un’intensa nevicata, che svelò un particolare seducente: il sentimentalismo del progetto vanvitelliano per la Reggia di Caserta si ispirava alla forma di un violino, la neve si estendeva lungo tutto il perimetro della reggia e oltre, circondando il monumento e accentuando la maestosità del palazzo innevato, rendendone la bellezza ancora più suggestiva. Il giardino informale (N.d.R. inglese) della Reggia di Caserta, fu elaborato da Graefer, giardiniere botanico germanico, Vanvitelli, architetto paesaggista, fondeva scenografie suggestive e ricerca di biologia vegetale innovatrice con l'immissione di piante esotiche e rare (Stachis circinata, Bryonia palmata, Xysmalobium undulatum, Asclepia; dal Giappone introduce Orontium Aucuba japonica; dall’India la Bryonia cordifolia ecc…).
Le serre di Grafer funzionali ad adattare al clima essenze vegetali originarie da tutto il globo, e la restante superficie a giardino naturalista si confermò come un orto botanico, arricchito da invii e contraccambi con diversi vivai occidentali. Alla metà del XIX secolo fu nominato Direttore del Giardino Botanico all'Inglese il botanico puteolano N. Terracciano, lasciando una forte impronta positiva con potenziamento delle collezioni di essenze vegetali in piena area, la ricerca di novelle colture per la produzione tessile, l’edificazione della Serra e la coltivazione vivaistica di piante autoctone ed esotiche, specie aliene endemizzate.
Nel Novecento, il Complesso Vanvitelliano fu acquisito dal Demanio, in seguito alla rinuncia della Corona Sabauda, si verificò un progressivo deterioramento del Giardino Inglese, con l’abbondono e il degrado le delle attività vivaistiche, produttive e di ricerca scientifica, si persero scorci e visuali prospettiche, a cagione dell’ecclissamento di molteplici specie fondamentali per il paesaggio.
Ad oggi è in l’attuazione del Progetto Semi per la “Valorizzazione delle Serre Borboniche nel Giardino Inglese della Reggia Di Caserta”, che prevede interventi mirati alla ripresa culturale di uno dei giardini storici più importanti al mondo, potenziando e ampliando le sue funzioni produttive e commerciali, attraverso un esemplare gestione delle Serre e l'uso di canali distributivi moderni.
Parte architettonica: manutenzione delle serre (serra a botte, serra del roseto, serra moderna) con interventi conservativi su finiture, infissi, vetri, intonaci e pavimentazioni;
diserbo della vegetazione aliena, ripristino percorsi, riqualificazione fontane e giardino acquatico;
maggiore densità della flora per la protezione visuale, esecuzione di novelle superfici educative di botanica e aree espositivi;
cure colturali e gestione del verde;
conservazione e valorizzazione del patrimonio, onde salvaguardare i le essenze botaniche con il monitoraggio della cimice asiatica e con interventi di etnobotanica per specie ornamentali storiche, ripristinando nelle serre la vendita di piante da fiore da fioritura, attraverso la collaborazione con università, enti regionali e vivai.
A sinistra le Serre di Graefer a destra una ricostruzione dell’autore
In chiusura di questa panoramica, è doveroso sottolineare la presenza di numerosi alberi monumentali che arricchiscono il giardino informale della residenza reale di Caserta. Tra questi, si possono citare, a titolo esemplificativo, la Pseudotsuga menziesii (Abete di Douglas), la Maclura pomifera, l'Araucaria, il Cedrus atlantica (Cedro del Libano) e la Phillyrea latifolia (Ilatro comune).
Questi esemplari secolari conferiscono al giardino un valore storico e naturalistico di inestimabile importanza.