La nostra posizione è quella di combattenti tra due mondi: uno che non riconosciamo, l’altro che non esiste ancora.
(Raoul Vaneigem)
Pochi mesi fa ho avuto il piacere di visitare il “Ducato del Bardo”, presso Mondovì (Cuneo) dove vive l’artista Piercarlo Bormida che mi ha ospitato amichevolmente facendomi conoscere come un mondo parallelo fatto di esperienze, progetti, cultura viva, relazioni.
È stata per me una rivelazione, anche in considerazione del fatto che le parole di Piercarlo e ciò che ho visto, specie l’aura vivente della sua intensa dimora spirituale, mi hanno confermato nella futuribilità vitale della congiunzione di due dimensioni fino a poco tempo fa viste come oppositive e qui invece congiunte: l’anarchia e l’autarchia.
Non ho potuto quindi trattenermi dal desiderio di capire meglio e di saperne di più. Come resistere dalla tentazione di intervistare un “Duca anarchico”?
Caro Duca, che cos’è il “Ducato del Bardo”?
Il Bardo è un Ducato, una micronazione1 che abita un territorio e non si limita alla dimensione virtuale, aspetto tipico di molte altre.
Nasce dall’associazione omonima che dal 2013 ha puntato su un modello di vita comunitaria integrata con l’ambiente e una visione fortemente propositiva sotto il profilo culturale. Il Bardo si estende per circa 20.000 metri quadri nel bosco di Torre Mondovì, nel Piemonte meridionale: i fondatori hanno acquistato una proprietà immersa nel bosco ponendo una sempre maggiore attenzione all'ecosofia. Dal 2020 il progetto Bardo si manifesta come una micronazione intenzionale dalla missione ben precisa: vivere l’arte come risposta al degrado. Intenzionale, cosa significa? In una realtà in cui gli esseri umani sono stati trasformati in consumatori compulsivi, il Bardo approda sulle scene del Quinto mondo quasi a definirsi come atto performativo permanente di risveglio (o forse come atto performativo come atto di risveglio permanente!).
Che rapporto tra arte e vita?
“Vivere la propria vita come opera d’arte”, diceva Gabriele D’Annunzio! Bardo coinvolge principalmente artisti; alcuni anche molto conosciuti e che da subito si sono innamorati del progetto (uno per tutti? Johnson Righeira, del noto duo che ha reso celebre nel mondo Vamos a la Playa che ha recentemente deciso di affrancarsi dalla sua bella Torino per ritirarsi in campagna a godersi l’aria buona dedicandosi alla viticoltura). Ma anche Paolo Gambi, ad esempio, che è il creatore di Rinascimento Poetico, un movimento che vuole riportare la poesia sul podio delle priorità e che ha dato vita ad una micronazione in tempi non sospetti. Ma ci sono anche persone comuni che hanno fatto del cuore e dell’intelletto ragion di vita. E ci sono ambasciatori e ministri in tutto il mondo, dal Giappone a San Marino, dall’India alla Nigeria. Anche fra loro ci sono personaggi di indubbie capacità: a Tokyo abbiamo colui che ha guidato il team artefice della cerimonia d’apertura dei Giochi Olimpici nipponici; in Toscana un archeologo di casa ai simposi più quotati del settore, in Nigeria uno stilista che è riuscito pur mantenendo la tradizione sartoriale dare un tocco di avanguardia alla moda africana dando lavoro a tanti suoi giovani connazionali; in Occitania il cantante di uno dei gruppi di punta della scena Oc.
L’ultimo in ordine di tempo è l’irlandese Randal Plunckett, Lord Dunsany (discendente di quel Dunsany che fu uno dei padri della letteratura fantasy - Edward John Moreton Drax Plunkett - che ha influenzato autori come Borges, Lovecraft o Tolkien). 21° Barone della sua casata ha trasformato 700 acri del suo parco a 40 chilometri da Dublino in un'area di riabilitazione e recupero di animali selvatici che ora accoglie di nuovo volpi, barbagianni, ermellini, gufi, aironi e sparvieri, cervi, volpi, lontre, tassi, martore, lepri: foreste, prati, torrenti e ruscelli selvaggi accolgono finalmente animali liberi. Sì, perché Lord Randal ha bandito la caccia in virtù della libertà di vivere. Il fatto che sia un portavoce del rewilding non poteva che avvicinarlo alle fila del Bardo. Oltretutto è un regista di valore, ancora una volta il cuore di un artista cambia la visione del mondo che lo circonda. Ma l’elenco è lungo e non è destinato a fermarsi...
È un trend attuale quello delle comunità ideali e autogestite?
Non appena ci siamo manifestati abbiamo ricevuto un messaggio di incoraggiamento da Jacopo Fo, Presidente della Libera Repubblica di Alcatraz. Sin da subito abbiamo stretto amicizia con altre micronazioni come il Granducato di Flandrensis e il Principato di Aigues-Mortes. I contatti diretti con le altre micronazioni sono all’ordine del giorno: esiste una sana abitudine nel mondo delle micronazioni di firmare dei trattati di riconoscimento reciproco per darsi una credibilità che in qualche modo attesti la veridicità di quello che stiamo facendo. Sono diversi i trattati firmati dal Duca con altri capi di stato: Kingdoms and Lands of the Crown of Ruthenia, Kingdom of North Barchant, Vandewal Principality, Grand Duchy of Flandrensis, Empire of Lehmark, Commonwealth of Dracul, Principauté de Moscha, Empire of Angyalistan, Atlas Island, Nabuzje Federal Republic, Desert Realm of Raphistan, Principauté Anthophilia. Sono in atto varie opportunità di collaborazione, anche con realtà altre: non solo micronazioni quindi, ma ecovillaggi, transition towns, zone temporaneamente autonome, feudi indipendenti, etc. Il Duca oltretutto è anche insignito del titolo di Barone di Ladonia, la micronazione artistica dello scultore recentemente scomparso Lars Vilks ed è Cavaliere Gran Croce del Gran Ducato di Flandrensis per le sue azioni contro il cambiamento climatico e la salvaguardia dell’ambiente. Come dice spesso il caro amico e Cancelliere del Flandrensis, “scherziamo, ma lo facciamo sul serio.”
In che senso parli di micro-patrie?
Quando generalmente si parla di stato-nazione, si pensa a qualcosa di ‘statico’: nel nostro caso invece sono il movimento e la fluidità a dare forza ai progetti. Ne abbiamo diversi, alcuni dei quali decisamente procreativi sotto diversi profili: uno di questi è Abduction, una residenza artistica dove gli ospiti hanno la possibilità di vivere all’interno del Bardo. Nasce dalla stretta collaborazione con il Teatro Selvatico (il giovane motore artistico della micronazione) e sta riscuotendo il successo che merita. Gli ospiti vengono letteralmente ‘rapiti’ alla quotidianità per venire catapultati al Bardo (ecco il perché della terminologia tipicamente ufologica – è altresì vero che il Bardo ha un Ministero dedicato agli Affari Extraterrestri). Qui hanno la possibilità di vivere i propri progetti artistici dedicando del tempo al mantenimento del territorio, prendendosi cura degli orti e del bosco, condividendo idee e momenti comunitari. Tutto questo avviene in cambio di vitto e alloggio. Inutile ribadire che la lista d'attesa di persone che desiderano vivere questa esperienza sia piuttosto incoraggiante. Nel tempo di permanenza al Ducato gli artisti hanno la possibilità di sperimentare le svariate discipline che la micronazione propone agli ospiti e propone in sede (bagni di frequenza, di foresta, workshop in natura, etc.) e di proporre un atto restitutivo aperto alla cittadinanza.
Bardo include un Ordine Cavalleresco strettamente correlato al progetto Abduction, ma i Cavalieri sono quelli del “tempo libero”, piuttosto che quelli tipici del lavoro. Crediamo fermamente “nell’ozio creativo”, per prendere in prestito il termine dallo scrittore Domenico De Masi: un concetto ben lontano dal lassismo tipico di certi malpensanti. Nasce una nuova nobiltà, fatta di consapevolezza e rispetto per l’ambiente, di ideali, azioni e tante verità.
In questi ultimi tempi un crescente numero di persone si sta muovendo nella direzione che il Bardo ha intrapreso decentrandosi, in molti si stanno avvicinando all'idea di fondare isole dove coltivare bellezza. Il nostro progetto Archipelago nasce proprio come un contenitore in cui includere le realtà che si avvicinano al nostro modo di immaginare luoghi di creatività: al momento abbiamo già ‘annesso’ una TAZ nel napoletano (il Marchesato di Urside), e una magnifica utopia che lavora già da diversi anni in ambito di formazione olistica non distante dal Bardo. Un po’ alla maniera degli alberghi diffusi, dove le camere sono sparpagliate in tutto il villaggio. Il concetto è molto simile. Dopotutto questo è il bello di fare rete. Le utopie rimangono sogni solo fino a quando qualcuno non le mette in pratica.
Chi è Piercarlo Bormida? Che tipo di artista?
Piercarlo (von) Bòrmida è un artista interdisciplinare piemontese, ma che vanta un albero genealogico alquanto barocco: fra i suoi avi convivono infatti aristocratici e feudatari, esploratori Normanni, capitani di ventura, artisti di corte, uomini d’arme dalla spada pronta come uomini dalla penna affilata, qualche pirata ingauno in giro per i sette mari, principesse dell’Africa orientale e Longobardi. Musicista pioniere nella scena elettronica italiana e techno ha alle spalle una fortunata carriera come compositore, performer e dj. Fondatore della Betulla Records ha pubblicato con rinomate etichette internazionali come Neotantra (UK) ed Electric Music Foundation (USA), suonando dal vivo in numerose locations europee, non ultima il Sonar di Barcellona. Parallelamente è illustratore araldico e profondo conoscitore di simbolismo ed esoterismo. Ha pubblicato scritti in italiano-inglese e francese in ambito genealogico, storico e metapolitico. Pranoterapeuta e ideatore dei bagni di frequenze conduce una vita improntata all’autosufficienza e al rispetto per la natura, è vegano e guida la micronazione bardica intessendo rapporti interpersonali con personaggi ed artisti di tutto il mondo. A tratti potrebbe sembrare un marziano e forse lo è. In fondo, la nostra casa sono le stelle. Nello stemma del Bardo, dopotutto, ci sono il sole della monarchia ed una stella nera dell’anarchia.
Avete una vostra ritualità?
Il Bardo festeggia diversi appuntamenti, la Fondazione il 20 Febbraio (compleanno del Duca). Il giorno nazionale della bandiera ricorre il 20 Maggio (compleanno della Duchessa), e poi il Giorno delle Arti il 1° di Settembre, il cui Santo Patrono non poteva che essere Carmelo Bene, data in cui celebriamo il suo genetliaco.
Quella più attesa è però inerente alla Festa della Costituzione che avviene a cavallo del solstizio d’Estate in concomitanza col festival del Teatro Selvatico Naturarte: una data da non perdere per gli amanti della bellezza, dell’arte in contesti naturali e del dadaismo che si fa memoria del futuro. Vengono infatti nominati i nuovi Cavalieri e la compagine del Bardo si espande a livello sottile con rituali evocativi come l’alzabandiera e il discorso del Duca in cima alla suggestiva collina di Torre Mondovì.
Quando sono stato tuo ospite ho notato anche un rapporto speciale con i mondi animali… ce ne puoi parlare?
Il Santuario del Bardo è un progetto della micronazione del Bardo rivolto agli animali. È principalmente uno spazio in cui numerosi animali hanno trovato riparo, buon cibo e la libertà di essere sé stessi. Il Santuario del Bardo non è però una fattoria didattica né una nuova declinazione di uno zoo rurale dove trascorrere le domeniche. Il Santuario del Bardo è un luogo dove uomini e animali convivono rispettandosi e contagiandosi a vicenda. Oltre ai nostri compagni di vita, Bardo ospita selvatici da reintrodurre in natura come volpi e ricci: il rewild ha nel tempo evoluto il concetto di isola rifugio per dare forza al rispetto etologico delle specie che vivono nei boschi della micronazione.
Molti degli animali sono stati salvati da maltrattamenti e incuria (cavalli ex campioni o fattrici, etc.), al Bardo si dà loro una vita finalmente degna senza mai snaturarli. Capita che a volte si dia ospitalità temporanea ad animali in degenza del Canile Rifugio 281, animato dalla Duchessa del Bardo a pochi minuti dal Bardo, prima di rivederli collocati in nuove famiglie dall’attivissima associazione Gea, una realtà guidata da sole donne con in comune l’amore per gli animali ma soprattutto la consapevolezza di un mondo migliore.
1 Recentemente alcune micronazioni si sono definite polemicamente quinto mondo in relazione alla nota scala economica che classifica le nazioni del mondo in primo, secondo, terzo e quarto mondo.