Le vicende storiche che hanno caratterizzato Capranica, in provincia di Viterbo, hanno consentito nel corso dei secoli la realizzazione di molte chiese, alcune di importante rilevanza artistica, altre più modeste, ma pur sempre testimonianze storiche e religiose di una comunità.
Chiesa della Madonna delle Grazie Sorge a lato della via Cassia fuori dell’abitato e a pochi chilometri da Sutri, l’ultima importante tappa per i pellegrini che in epoche passate si dirigevano a Roma. È ipotizzabile quindi che in considerazione della sua posizione viaria la Chiesa della Madonna delle Grazie abbia anche assolto la funzione di posto di riposo anche se non di pernottamento per i pellegrini.
Non possediamo notizie certe sulla datazione, tuttavia i caratteri stilistici e costruttivi del tempio farebbero propendere al periodo medievale.
Il prospetto principale annovera un semplice portale architravato con sommitale oculo e timpano triangolare. Caratteristica peculiare è la presenza sul lato sinistro della facciata di un campanile a vela che in basso presenta un massiccio sperone e in alto due arcate contenenti due campane di modeste dimensioni. Le dimensioni della facciata sono 11,15 x 7,80 metri.
L’interno annovera una navata unica con capriate a vista, pavimento in cotto e finestre rettangolari. La pianta sviluppa 21,60 x 10,05 metri.
È presente un unico altare, il maggiore, con mensa in muratura addossato alla parete di fondo, divisoria della contigua sacrestia, nella quale è presente una nicchia in cui è presente un affresco raffigurante la Madonna.
In una visita pastorale del 1696 così viene descritta l’opera: “L’immagine rappresenta la Beata Vergine che ha in braccio il Bambino Gesù dipinta nel muro e circondata da volti di Angeli e da cornici in stucco e dalle immagini dei santi Apollonia, Agata, Eligio, Lucia”.
Chiesa di San Giovanni Evangelista La chiesa attuale è stata edificata negli anni 1815-1842 in sostituzione di una primitiva chiesa medievale demolita. L’ubicazione dell’originaria chiesa si colloca nell’organico sviluppo dell’antico castello, il Castrum Capralice, ma di quella chiesa si è conservato il solo antico campanile che è stato restaurato, snello ed elegante con conci levigati, ritmato in quattro piani marcati da cornicioni. Le aperture sono dal basso monofora, bifora e due trifore, divise queste da colonnine coronate di archetti. Nei primi anni del Novecento fu colpito da un fulmine e per questo motivo fu necessario realizzare un accurato restauro e una nuova cuspide quadrangolare a coronamento che oggi contrasta con la fabbrica originaria. Il campanile ha subito un altro delicato intervento di restauro intorno al 1960, con l’applicazione di iniezioni di cemento nelle murature, la sostituzione totale delle colonnine in travertino e il rifacimento dell’incastellatura in ferro che sostiene le campane.
I lavori per edificare la chiesa ottocentesca furono importanti, perché le fondamenta furono gettate dentro la vallata sia per colmare il ciglio della rupe, sia per ricavarvi un ambiente sotterraneo da adibire per la tumulazione. Non conosciamo il nome del progettista della chiesa che presenta una volta centrale, cappelle laterali con stucchi, cornicioni e finestroni. Le decorazioni sono successive all’impianto e sono state realizzate alla fine del XIX secolo dall’artista Nicola Diotallevi di Ronciglione.
L’interno misura 41,70 x 23,45 metri e presenta una navata unica con quattro cappelle laterali, due a sinistra dove è presente il campanile e l’accesso laterale dalla strada pubblica, e due a destra. A sinistra, abbiamo la Cappella del S. Cuore di Gesù e la Cappella dell’Adorazione dei Magi, la pala d’altare e la macchina di altare provengono dalla Chiesa di San Francesco di Capranica.
Nell’altro lato sono presenti la Cappella della Madonna che ha aperto gli occhi nel 1796, con tela del Maratta e Angeli in stucco attribuiti a Canova o alla sua bottega e la Cappella del SS. Crocifisso che custodisce un prezioso Crocifisso ligneo del XV secolo.
Chiesa di San Terenziano al Monte La chiesa è ubicata sopra un colle denominato Monte San Terenziano, presenta una facciata a timpano, di 10,15 x 10,10 metri, dove si apre un portale perimetrato da cornici in rilievo in pietra sormontato da un fregio, pure in pietra, con basamento e rilievo per la croce che vi sovrasta. Tra la croce e il colmo del timpano è presente un oculo. Ai lati del portale sono presenti due finestre rettangolari delimitate da cornici in pietra. Sul fondo si trova un modesto campanile a vela con un solo archetto ed una campana.
L’interno sviluppa una sola navata (20,45 x 9,35 metri), con pavimento in cotto e copertura del soffitto piano in legno che occulta le capriate del tetto. L’unico altare, il maggiore, è addossato alla parete divisoria della sagrestia che presenta due piccole porte laterali. La pala d’altare è un trittico su tavola, ma le figure sono una copia degli originali conservati nella Chiesa di Santa Maria, l’opera presenta una cornice in legno scolpito e dorato originale. Le pareti laterali sono aperte da finestre rettangolari e dipinte con episodi della vita di San Terenziano e raffigurazioni delle virtù cardinali.
L’attuale Chiesa di San Terenziano ha origini antiche, probabilmente risalenti alla venuta delle reliquie del santo a Capranica, tuttavia il tempio ha subito almeno tre successivi e sovrapposti rifacimenti. In uno di questi sono state realizzate nel presbiterio delle arcate in stile gotico, rarissime in questo territorio, caratterizzate dalle nervature in pietra con cordolo rotondo delle volte a crociera che separano le vele ad arco acuto.
Successivamente in epoca tardo rinascimentale l’aula della chiesa è stata prolungata di 8,65 metri, di questo periodo sono l’altare maggiore e le decorazioni laterali.
Chiesa di San Rocco Costruita fuori dell’abitato nella vallata Sud, presenta una facciata a timpano con portale architravato serrato da colonne sormontato da oculo. Sul tetto, nel lato destro è presente il campanile a vela con un archetto ed una campana. L’interno è a navata unica (16,70 x 8,87 metri) con pavimento in cotto, l’abside è affrescata.
Chiesa di San Francesco Dedicata originariamente a San Lorenzo (festa 10 agosto), il titolo della chiesa è successivamente cambiato dal popolo in San Francesco. È collocata al centro di tutto l’esteso tracciato urbano di Capranica, nella piazza più grande; l’edificazione risale al medioevo, il primo documento in nostro possesso che la cita risale al 1295-1298, si tratta delle Rationes Decimarum Italiae-Latium.
La chiesa è giunta a noi dopo aver subito alcuni restauri, l’ultimo dei quali risale agli anni 1927-1929 progettato dall’architetto Antonio Munoz, che restituì le originarie linee romaniche soprattutto nella facciata che aveva subito manomissioni in epoca barocca. Davanti alla facciata realizzò il sacello dei caduti in guerra con doppia scalea a semicerchio.
La facciata (14 x 12 metri) in pietra a faccia vista denuncia le tre navate interne, sopra il portale arcuato principale si apre il rosone centrale, in parte di restauro, con ai lati due monofore. Nella parte terminale della fabbrica cultuale è presente il campanile a vela a tre fornici con tre campane.
Il raffinato e vasto interno (32,60 x 12,25 metri) annovera tre navate, tetto con capriate di legno a vista, pavimento in cotto di restauro, monofore nelle pareti laterali.
La navata principale è delimitata da colonne in pietra con basi e capitelli sorreggenti archi, termina nell’abside dove è collocato il monumento sepolcrale in marmo ai fratelli Francesco e Nicola dell’Anguillara.
Chiesa di Santa Maria Una pergamena conservata nella Curia Vescovile di Sutri, di cui non si è trovato più l’originale ma fortunatamente scritta nei libri capitolari di Capranica, recitava: “Temporibus D.mi Pape Pascalis II A.D. MCXI…”. era la pergamena murata con le reliquie nel primitivo altare maggiore della Chiesa di Santa Maria in Capranica rimosso e distrutto insieme a tutta la chiesa nel 1867 per costruirne un’altra sullo stesso luogo dedicata ancora a Maria.
Questo documento ci indica la data di costruzione della vecchia chiesa e ci dice che all’inizio del XII secolo il Castrum Capralice o Caprarice è cresciuto di popolazione tanto d’avere bisogno di una nuova chiesa parrocchiale più grande della primitiva San Pietro. Essa era di struttura e stile romanico e da principio denunciava una architettura semplice, ossia con pareti nude, compresa l’abside, che solamente tra la fine del secolo XIV e la prima metà del secolo XV fu intonacata ed affrescata, come risulta inoltre dallo stile delle figure che vi erano e delle quali è giunta a noi la figura centrale della Madonna e le fotografie delle altre.
La chiesa aveva pure un campanile alto circa 40 metri, terminante a cuspide quadrangolare. Dal momento che la chiesa si trovava in un luogo scosceso, il dislivello era stato colmato con la costruzione di una cripta, che sviluppava quasi tutto il vano della chiesa e che con l’andare del tempo anch’essa fu adibita a luogo di culto, adattandola a sede di due oratori, quello di S. Vincenzo Ferreri e quello della S. Croce, che però molto probabilmente sono sorti in tempi diversi.
In un documento che riporta la visita pastorale del 1696 si legge: “Il corpo della chiesa contenuto in un’unica navata ineguale è lungo palmi 95, largo palmi 54, alto palmi 45 con tetto semplice. Ha cinque finestre delle quali quattro da tutti e due i lati e una sopra la porta, a forma rotonda, ricoperta di vetri, che nella parte superiore misura palmi 40. La grandezza della sagrestia è di palmi 45 di lunghezza, palmi 24 di larghezza e palmi 25 di altezza, con due finestre una per lato, con una apertura attraverso una grata di legno verso la chiesa e della medesima lunghezza e larghezza sotto la volta…Vicino all’entrata principale della medesima chiesa è collocato il campanile alto palmi 160 con l’orologio della comunità con 3 campane dal peso di libbre 3000 circa”.
Dopo queste descrizioni della Chiesa di Santa Maria si giunge ad una data importante che è quella del 1860, quando, dopo l'esempio della Chiesa di S. Giovanni demolita nel 1815, venne totalmente distrutta per essere ricostruita con dimensioni maggiori.
Al 1860 Santa Maria annoverava certo diverse lesioni e qualche avvallamento nel tetto, tanto che per precauzione smise di essere ufficiata; per questo fu deciso dal consiglio comunale e dal capitolo delle due parrocchie (già riunito da Pio VII), non di effettuare un restauro ma di distruggerla totalmente e rifarla ex novo dalle fondamenta.
Tutto ciò avvenne nonostante l'incarico della progettazione fu affidato al più noto nome dell'epoca, l'architetto pontificio Conte Virginio Vespignani, che già aiuto di Luigi Poletti, ne aveva preso in seguito tutti gli incarichi a Roma e nello Stato Pontificio, sotto Papa Pio IX.
Qualche anno dopo la demolizione, nel 1866, Vespignani presentò il progetto della nuova Chiesa di S. Maria: è a pianta rettangolare e di stile neo-basilicale, ad imitazione di S. Paolo fuori le mura a Roma.
All’interno troviamo tre navate, mentre all’esterno un porticato con quattro colonne in mattoni che forma un avancorpo mentre il corpo arretrato costituisce il vano chiesa. La facciata, che sorge dietro il porticato, ha un semplice timpano di muro grezzo con cornici nel timpano e una finestra arcuata al centro. Sul fondo a sinistra sorge il campanile, quadrato, terminante a cuspide di piramide ottagonale; ha finestroni, tre campane e un orologio ricavato con la chiusura parziale di una finestra del campanile.