Un articolo pubblicato sulla rivista The Astrophysical Journal riporta i risultati di una ricerca dell'ipotetico nono pianeta situato nella cosiddetta Fascia di Kuiper, ben oltre l'orbita di Plutone. Un team di ricercatori che include l'italiana Valentina Fanfani, dottoranda all'Università Milano-Bicocca, ha esaminato gli archivi delle osservazioni condotte con l'ACT (Atacama Cosmology Telescope) alla ricerca di possibili fonti luminose estremamente fioche compatibili con quelle emesse da un possibile pianeta molto lontano dal Sole. L'esame di migliaia di candidate ha dato risultati negativi anche se le dieci migliori sono state selezionate per possibili ricerche mirate. Si tratta di un altro risultato piuttosto negativo in una ricerca spesso controversa perché basata soprattutto su calcoli teorici i cui risultati hanno avuto anche altre interpretazioni.
Negli ultimi anni, vari team di scienziati hanno provato a cercare seriamente un altro pianeta nel sistema solare. In particolare, il dottor Konstantin Batygin e il professor Mike Brown della Divisione di Scienze Geologiche e Planetarie del Caltech hanno condotto varie analisi matematiche delle orbite di oggetti conosciuti nella Fascia di Kuiper ottenendo risultati molto diversi nel corso del tempo e diverse contestazioni.
Secondo i risultati annunciati nel 2019, l'ipotetico nono pianeta potrebbe avere una massa tra le 5 e le 10 volte quella della Terra e potrebbe essere distante dal Sole tra le 400 e le 800 volte rispetto alla Terra. Konstantin Batygin e Mike Brown ritengono che questo pianeta provochi le perturbazioni gravitazionali tra molti corpi celesti più o meno piccoli rilevati negli ultimi anni nella Fascia di Kuiper. Altri scienziati ritengono che in quell'area vi siano molti altri asteroidi, forse molte migliaia, la cui gravità combinata genera gli effetti rilevati.
Nella Fascia di Kuiper sono stati scoperti alcuni pianeti nani e molti grossi asteroidi anche negli ultimi anni in seguito a varie ricerche. Ciò costituisce un risultato negativo nella ricerca di un pianeta ma tutt'altro che conclusivo. Si dice che l'assenza di prove non sia una prova di assenza e in questo caso potrebbe significare che il nono pianeta ha emissioni troppo fioche per essere visto.
La composizione della superficie di un corpo celeste influisce molto sulla quantità di luce solare che riflette. Nel caso di un oggetto molto più lontano di Plutone, una superficie che riflette solo una piccola parte della già scarsa quantità di luce solare che lo colpisce potrebbe risultare davvero difficile da avvistare.
Un team di ricercatori ha provato a cercare l'ipotetico nono pianeta in osservazioni condotte a lunghezze d'onda millimetriche. Ciò perché un pianeta a una distanza dal Sole centinaia di volte quella della Terra potrebbe risultare invisibile ai telescopi sensibili alla luce visibile e agli infrarossi ma potrebbe riflettere abbastanza emissioni elettromagnetiche a lunghezze d'onda superiori. L'archivio delle osservazioni condotte con l'ACT copre circa l'87% del cielo nelle microonde come quelle che potrebbe riflettere l'ipotetico nono pianeta.
L'ACT è stato progettato per ricerche cosmologiche che richiedono osservazioni di notevole qualità e sensibilità nella banda delle microonde. Ciò significa che l'archivi delle sue osservazioni contiene migliaia di fonti di microonde osservate tra il 2013 e il 2019 assieme alla radiazione cosmica di fondo. In genere, le fonti possono essere ammassi galattici e nuclei galattici attivi, tutti oggetti molto lontani. Per cercare l'ipotetico nono pianeta sono state considerate le sue possibili proprietà di parametri come la massa e la temperatura superficiale.
Nella valutazione delle fonti di microonde, i ricercatori hanno usato varie possibili stime per le emissioni dell'ipotetico nono pianeta. Hanno quindi esaminato circa 3.500 possibili fonti grezze candidate ma la loro conclusione è che c'è il 95% di probabilità che non esista un pianeta con le caratteristiche indicate da Konstantin Batygin e Mike Brown.
Nonostante il risultato negativo, i ricercatori hanno selezionato le 10 fonti candidate che comunque si avvicinano alle caratteristiche che dovrebbe avere l'ipotetico nono pianeta. Konstantin Batygin e Mike Brown ma anche altri ricercatori interessati potranno condurre osservazioni mirate di queste fonti con altri strumenti. Per ora non c'è traccia di altri pianeti nel sistema solare.