Il cammino dell’esistenza a volte prende direzioni inaspettate: mentre si attraversa la monotonia della quotidianità che ci offre anche qualche soddisfazione, improvvisamente arriva una luce che ci abbaglia e noi la seguiamo a volte senza sapere perché. Ma il nostro sé superiore, lo sa benissimo dove vuole andare e segue il flusso che lo porta proprio dove voleva.
È il percorso del nostro personaggio di oggi, un giovane veneziano che inizia il suo viaggio nel campo del web marketing e gestione di impresa, prosegue specializzandosi come digital strategist, ma poi, tra le acque suggestive della sua città, scorge una nuova gondola che lo proietta lungo i canali della verità. O almeno così egli crede quando decide di dare voce a chi viene censurato dal sistema. E questo sistema lo conosce bene: è fatto di percorsi obbligati, di canali unidirezionali e di pensieri proibiti, di parole irripetibili e di discorsi impronunciabili. Così, illudendosi di aver trovato la sua pietra filosofale si impegna nel campo dell’informazione e diventa co-fondatore de La Nuova Padania.
Eppure, si rende conto che quella collocazione rappresenta una sistemazione parziale, un primo passo verso la savana dei suoi desideri, uno spazio aperto dove poter giocare liberamente la partita della vita. Allora si lancia nella sua avventura e trova la sua dimensione con la creazione dell’associazione “100 Giorni da Leoni” il cui motto è proprio “La battaglia per la verità” e di cui è presidente.
Quale evento ti ha condotto verso questa nuova avventura che ha superato i 60.000 iscritti sul sito web, 50.000 sul canale Telegram, 130.000 follower su Facebook?
Tutto ha avuto inizio quando lavoravo in azienda come digital marketing strategist. A un certo punto mi hanno incaricato di gestire un piccolo giornale locale, Il Nuovo Terraglio, e mi sono reso conto che questa sfida lavorativa mi appassionava moltissimo. In quel periodo sono stato contattato da Stefania Piazzo, direttore della Padania - all’epoca organo ufficiale della Lega - che mi propose di collaborare a un nuovo giornale, La Nuova Padania, indipendente dalla Lega e con una visione alternativa.
Mentre stavamo realizzando questo giornale, è arrivato il lockdown e lei mi ha dato carta bianca. A quel punto è iniziato il gioco e in breve tempo avevamo 40-50.000 visualizzazioni al giorno. Ci siamo così resi conto che gli italiani non era affatto contenti dell’informazione che veniva effettuata sui mass media e progressivamente si stava spostando in queste nuove realtà indipendenti. Io ero quello che faceva soprattutto controinformazione: questo mi ha dato molta visibilità e anche tanti insulti. Il novanta per cento degli ascolti proveniva proprio dal mio programma, ma questo non piaceva al mainstream, così ho cominciato a fiutare che non sarebbe durato a lungo. Nel frattempo, ho conosciuto Luca Teodori che aveva appena fondato un nuovo partito e abbiamo deciso di creare un nuovo sito web, appunto 100 giorni da leoni. Allora Stefania Piazzo ha trovato il coraggio di allontanarmi e forse questa è stata la mia fortuna perché ho cominciato a fare ascolti davvero importanti.
Che relazione hai stabilito con il tuo socio Luca Teodori? Quali valori vi accomunano?
Abbiamo gli stessi valori umani di libertà, uguaglianza, solidarietà. Luca è uno molto convinto, ha fatto tante battaglie, però siamo anche diversi, lui vuole fare politica, vuole essere pratico e concreto, io sono più spirituale, preferisco fare informazione. 100 giorni da leoni veniva spesso identificato come organo di stampa di 3V e io, per quanto condivida quel progetto, volevo svincolare l’informazione dalla politica, volevo un canale libero e indipendente. Abbiamo deciso di intraprendere per ora ognuno la propria strada, anche perché lui aveva più bisogno di seguire il partito. Non c’è stata alcuna rottura, c’erano naturalmente delle divergenze, ma l’esperienza con lui è stata fondamentale, infatti lo ringrazio, senza di lui non si sarebbero potuti ottenere certi risultati.
Poi è nata anche l’associazione dove sono subentrate altre persone, come Stefania Favretto: volevamo diventare più grandi e non identificarci nella realtà di un partito, pur appoggiando la loro visione. La politica spesso può portare ad occuparsi dei problemi materiali, io sono sempre più convinto che la differenza la faccia lo spirito, i nostri piani di azione sono differenti eppure si parlano benissimo.
Perché 100 giorni da leoni?
È stata un’idea di Luca, lui me l’ha proposta e io ho accettato. Il leone è simbolo di coraggio e forza, io poi mi chiamo Riccardo e spesso mi associavano a Riccardo Cuor di Leone. Il leone mi rappresentava, ci rappresentava, siamo cristiani e la simbologia del leone era anche cristica, ma non ci bastava un giorno da leoni per vincere nella battaglia della Verità. Quindi ci servivano almeno cento giorni, ed ecco i “100 Giorni da Leoni”, un nome che ci ha dato una carica incredibile.
Io mi sono occupato di tutta la parte grafica, ho creato l’immagine, mi sono divertito e appassionato nell’elaborazione del nostro simbolo. Abbiamo dato un taglio diverso, c’è voluto molto tempo ma sono soddisfatto del risultato, tanto che ho creato anche varie magliette colorate legate al nostro marchio.
Quale scopo persegue il vostro progetto?
Il nostro progetto persegue vari scopi. Inizialmente siamo partiti come canale di informazione, con la missione di fare una “battaglia per la verità”. Sono anni che mi informo dai canali indipendenti che fanno controinformazione, con mostri sacri come Massimo Mazzucco, ecc. Quest’abitudine a ricercare e il fatto che abito in Veneto mi ha consentito di comprendere subito la situazione, che qualcosa non quadrava: per esempio, le mascherine di Zaia ci sembrava non avessero alcuna funzione medica, ma solo pubblicitaria, qualunque virus poteva passare attraverso quel materiale.
Ora stiamo cercando di dare un aiuto concreto alle persone che ci seguono riguardo alla situazione attuale, una specie di Banco del Mutuo Soccorso, stiamo creando una zona del sito dove si possano scambiare le informazioni per esigenze di qualsiasi tipo, come in una grande famiglia.
Abbiamo poi l’obiettivo di entrare nell’ambito delle scuole - mia madre faceva la maestra, la mia compagna pure, ha una bambina che non abbiamo nessuna intenzione di far vaccinare, quindi sentiamo profondamente questo problema - per creare un contatto costruttivo con i vari attori del mondo scolastico.
C’è poi un progetto che stiamo facendo con Alessandro Negroni, un giurista che collabora con Il Fatto Quotidiano, autore di un libro intitolato La libertà di (non) vaccinarsi, con il quale abbiamo il progetto di creare una casa editrice indipendente, dove pubblicheremo - oltre che il mio primo libro appena avrò il tempo di finirlo - anche libri del Professor Di Bella e di molti autori con cui abbiamo contatti e collaborazioni.
Inoltre, organizziamo anche grandi eventi, conferenze online e corsi di varia natura, cercando di dare aiuto alla gente, evitando la censura che si sta sempre più diffondendo nei canali ufficiali e nei vari social network.
Come può la vostra azione trovare uno spazio vitale nella società distopica e transumana del momento attuale?
I nostri video, le nostre dirette, a volte vengono girate anche sui canali ufficiali come, per esempio, La 7 che ha mostrato la nostra intervista a Stefano Puzzer, o Le Iene, Dritto e Rovescio, ecc., che hanno preso altri nostri stralci; c’è una certa apertura, spesso utilizzano il nostro lavoro, ma è indubbio che ci sopportano a malapena. Noi abbiamo il compito di creare qualcosa di nuovo e quindi ci censurano, bloccano le condivisioni o la possibilità di mettere “mi piace”, oppure limitano le notifiche. Mi rendo conto, però, che la gente mi riconosce per strada: non so se i numeri che risultano sui profili siano esatti, se siano inferiori, o superiori, ma ci seguono in tanti sia sul sito, sia su YouTube, Facebook, Telegram. Pian piano, con pazienza, stiamo emergendo.
Nei tuoi interventi hai sempre predicato il valore della non violenza, la necessità di non farsi trascinare in inutili conflitti e il perseguimento di una certa elevazione spirituale, quali percorsi ti spingono in questa direzione?
Ho seguito i movimenti, i nuovi partiti che si sono formati, posso anche condividere i loro progetti, ma mi sono reso conto che non sono quelli i modi per rinnovare il sistema che cerca di stimolare il piano della violenza. Attraverso le trasmissioni del mainstream si soffia sulle divisioni e ci sono molti italiani che raccolgono questa provocazione e reagiscono sul piano della rabbia, su un livello materiale su cui non abbiamo armi, perché il potere è più forte. Con tutte le mie letture e le mie riflessioni sono arrivato a comprendere che noi dobbiamo compiere un salto verso il livello della consapevolezza, dell’unione, della discussione costruttiva. Dobbiamo fare una rivoluzione gandhiana, credo che oggi sia possibile. Quando ho iniziato con i miei percorsi spirituali ho sentito una nuova energia, qualcosa di più elevato che mi faceva stare nel flusso della vita, che mi ha fatto percorrere una strada diversa rispetto a quella del marketing, c’è stata una grande spinta e i risultati sono arrivati in maniera veloce. È come se avessi improvvisamente trovato gli occhiali che avevo perso e questo ha mutato la mia visione del mondo.
All’inizio di questo mio percorso ho osservato la gente che mi veniva incontro nel mondo spirituale, eravamo in pochi, oggi mi rendo conto che si sta manifestando un grandissimo risveglio, sono convinto, quindi, che se riusciamo a far convergere tutte queste energie positive in un unico progetto innovativo, riusciremo a creare un rinnovamento che ci potrebbe consentire di staccarci dal sistema.
La pandemia e la restrizione delle libertà di questo momento storico, quali opportunità ha creato per la tua e la nostra evoluzione personale e sociale?
Sembra assurdo dirlo, ma a me ha dato tutto. Mi ha permesso di liberarmi finalmente e fare ciò che volevo. Mi ha pure consentito di avere successo, insomma mi ha svegliato. Credo che tutte le persone dovrebbero ringraziare questo momento storico, perché hanno avuto il tempo si stare a casa, fermarsi, ragionare, approfondire alcune tematiche, accorgersi anche di quello che hanno, di quello che avevano. Tutti correvamo senza sapere dove, non avevamo tempo di nulla, ora tante persone di sono risvegliate e per fortuna ce le ritroviamo dalla nostra parte, dalla parte della ricerca della verità.
Secondo te, il governo dell’emergenza è arrivato al suo passo finale o è solo l’inizio di qualcos’altro?
Siamo solo ai titoli iniziali di questo film, purtroppo sarà sempre peggio.
Come può muoversi un intellettuale onesto in questo coacervo di informazioni che dicono tutto e il suo esatto contrario?
Non è facile, bisogna cercare di non attaccare la gente che la pensa in maniera diversa, bisogna provare a essere molto zen, cosa che a me risulta molto difficile, perché sono molto sanguigno. Occorre allontanare le energie negative e attrarre quelle positive, evitando di leggere o guardare ciò che ci porta verso il conflitto e la divisione.
Come possono orientarsi i cittadini medi?
Te lo dico con una semplice battuta: “Spegni la televisione e vai su 100 giorni da leoni e già le cose cambiano!”.
Quale ruolo avrà la cultura in questo cambiamento rivoluzionario? E lo spirito? La religione, il mistero?
Saranno il centro di tutto, un mix di elementi incentrato sulla sfera umana, sulla consapevolezza, sulla spiritualità, sul campo evolutivo. Credo resterà anche una parte legata alla tecnologia, ma facendo un passo indietro rispetto alla corsa sfrenata a cui ci sta conducendo il mondo tecnologico, per recuperare i valori che avevano mosso le antiche civiltà. Questo sarà possibile solo tra persone che eleveranno le loro vibrazioni verso un altro campo evolutivo. Chi vuole odiare e vuole combattere non verrà invitato in questo mondo nuovo.
Pensi che l’uomo resterà umano o diverrà un extraterrestre? O semplicemente un “povero diavolo”?
L’uomo che vivrà nella società attuale resterà un ominide, un’ameba che andrà incontro alla perdita di tutte le sensazioni fondamentali, chi si volgerà a percorrere una nuova strada riscoprirà quelle qualità che pensava di non aver mai avuto. Essere a contatto con persone positive, con maestri spirituali che ti aprono la mente, non può che condurci verso una realtà positiva.
Quale luce ci deve condurre a rischiarare il buio di questo nuovo secolo?
Il nostro cuore.
Come affronterai il tuo - il nostro instabile - futuro?
Direi giorno per giorno perché non si possono fare previsioni a lungo termine. Cercherò di alzarmi la mattina contento, qualsiasi cosa succeda, comprendendo che questa occasione è fondamentale perché: “Ora o mai più!”.