Capranica, straordinario comune in provincia di Viterbo attraversato dalla via Francigena dominata dal lussureggiante “bosco di Marco” (abbreviazione di Marcone), vanta origini antichissime e straordinarie testimonianze del suo passato, come le Architetture religiose delle Chiese della Madonna del Piano, di San Pietro, di San Francesco, della Madonna del Cerreto, di San Terenziano, della Madonna delle Grazie; come le Architetture civili dei Palazzi Forlani, Montenero Sansoni, della Porta di Sant’Antonio, del Portale dell’Ospedale di San Sebastiano; come l’Architettura militate del Castello degli Anguillara.
Palazzo Accoramboni, realizzato tra il 1571 e il 1579 su progetto dell’architetto Giacomo del Duca, unico allievo di Michelangelo, ospita il Comune di Capranica, sindaco Pietro Nocchi, che in modo pratico, competente e trasparente si dedica ai suoi cittadini.
Gli abitanti di Capranica, i Capranichesi, mantengono nelle abitudini quotidiane e nei volti alcune caratteristiche e tratti particolari inconfondibili. Questo si evince maggiormente negli anziani che cadenzano le lente giornate nel centro storico al ritmo seriale delle campane delle numerose antiche chiese.
Estremamente importanti sono le tradizioni e il folclore locale, come la Festa patronale di San Terenziano, la Processione della Madonna “delle cocciarelle” (in quanto nei tempi passati si radunavano lungo il percorso venditori di piccoli prodotti artigianali in terracotta e coccio), i festeggiamenti in onore della Madonna delle Grazie, la Processione del Santissimo Crocifisso.
Questi importanti eventi religiosi sono curati amorevolmente dalle tre antiche Confraternite di Capranica: l’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento, l’Arciconfraternita di Maria SS. delle Grazie, l’Arciconfraternita dei SS. Terenziano e Rocco.
Arciconfraternita del Santissimo Sacramento
La nascita dell’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento risale alla fine del XVI secolo, costituita per ricordare il miracolo di Bolsena avvenuto nel 1263, quando Urbano IV estese a tutta la Chiesa la celebrazione della festività del Corpus Domini. Successivamente al prodigioso intervento, sorsero numerose Confraternite dedicate al Santissimo Sacramento; per la loro diffusione contribuirono ardentemente San Tommaso d’Aquino, che ne compose l’Ufficio, e San Bonaventura da Bagnoregio con la promulgazione della Bolla Transiturus dell’8 Settembre 1264. In una delle sessioni del Concilio di Trento (1545-1563) i Vescovi resero obbligatoria in ogni parrocchia la processione del Corpus Domini, dando alle Confraternite del SS. Sacramento un forte impulso. Alla fine del Cinquecento l’Arciconfraternita del SS. Sacramento ebbe il suo sviluppo, da una ricerca effettuata durante la preparazione del materiale da mettere a disposizione del Museo delle Confraternite di Capranica, in una delle prime pagine di un manoscritto viene evidenziata la data, 1° Gennaio 1596.
Arciconfraternita di Maria SS. delle Grazie
La storia dell'Arciconfraternita di Maria SS. delle Grazie, nata ufficialmente il 15 giugno 1808 con decreto dell'allora Vescovo di Nepi e Sutri e finalizzata alla diffusione del culto di Maria, inizia in epoca medievale, probabilmente in occasione del primo Giubileo della Chiesa Cattolica, nell’anno 1300, indetto da Bonifacio VIII. Grazie al decreto vescovile citato, l’Arciconfraternita forse assorbì altre associazioni caritatevoli presenti a Capranica tra XVI e XVII secolo (come la Confraternita del Rosario, la Confraternita dell'Orazione e della Morte, la Confraternita della Pietà e della Misericordia); ricordi di questa antica fusione sono oggi visibili sulla mozzetta indossata dai confratelli (una mantellina celeste) dove, insieme all'immagine della Vergine, compaiono due tibie e un teschio, in ricordo dell'assistenza ai malati gravi e ai morti meno abbienti praticata dalle scomparse Confraternite.
La Sacra Immagine di Maria Santissima delle Grazie è una statua, costituita da materiali poveri (legno, gesso e cartapesta), realizzata agli inizi dell’Ottocento che originariamente era custodita nella Chiesa rurale di Capranica mentre attualmente è collocata nella Chiesa di Santa Maria, in centro storico. La statua raffigura la Madonna che tiene in braccio Gesù Bambino, indossa preziosi abiti e gioielli offerti dai devoti. La Chiesa di Santa Maria fu edificata nel corso dell'XI secolo e, dopo essere stata demolita, fu completamente ricostruita nella seconda metà dell’Ottocento su progetto dell'architetto romano Virginio Vespignani (1808-1882). Il tempio è ritmato all’interno da tre navate e da alcune piccole cappelle laterali, all’esterno è caratterizzato da un elegante portico raggiungibile attraverso alcuni scalini. Custodisce alcune importanti opere come il trittico raffigurante San Sebastiano, San Rocco e San Terenziano (gli ultimi due patroni di Capranica), realizzato da un anonimo artista viterbese tra la fine del Quattrocento gli inizi del Cinquecento.
La seconda domenica di maggio è la festa della Madonna delle Grazie, nel cuore dei Capranichesi c’è un tacito accordo e un bisogno di ritrovarsi nel paese d’origine, molti cittadini che ormai vivono lontano si ritrovano alla festa, al suono esultante della banda, agli spari tumultuosi e festanti, allo scampanio dei campanili, alla processione composta e silenziosa.
Arciconfraternita dei SS. Terenziano e Rocco
Il culto di San Terenziono a Capranica risale al 1260 quando Pandolfo II Anguillara, come bottino di guerra per la riconquista di Todi ribellatasi ad Alessandro IV, dopo averle trafugate, vi porta le reliquie.
Capranica, festeggia il suo Patrono San Terenziano la prima domenica del mese di settembre, anche se in verità la festività liturgica, ricordo della morte e martirio, è riconducibile al primo giorno dello stesso mese.
Si ritiene che l’arrivo delle reliquie in paese sia stato interpretato come segno divino dall’allora comunità, al punto che la devozione popolare acclamò il Santo martire, invocando le reliquie a celeste intermediario di protezione.
Nel Cinquecento, quale manifestazione devozionale, sulla sommità di un monte prospiciente l’abitato di Capranica (che da allora è identificato come monte di San Terenziano) è stata costruita una piccola chiesa rurale (recentemente restaurata) e costituita una confraternita religiosa, giunta ai giorni nostri e titolata ai Santi Terenziano e Rocco.
Di Terenziano e della sua vita si hanno notizie scarse. Vescovo di Todi in Umbria, all'epoca del martirio avvenuto sotto l'imperatore Adriano (117-138 d.C.) era già anziano, viene infatti raffigurato come un uomo avanti nell’età, con folta barba ed abiti episcopali, dall’austero aspetto. Subì il martirio a causa del suo ministero, avendo attirato le attenzioni dei pagani di Todi ed in particolare di Flacco, un sacerdote del tempio di Giove che lo denunciò affinché fosse perseguitato. Arrestato da Leziano, proconsole della Tuscia, inviato appositamente a Todi dall’imperatore, venne processato e torturato (viene scarnificato, posto sui carboni accesi ai fianchi, recisa la lingua) affinché rinnegasse il suo credo cristiano. Preso dall'ira nel vedere l'impassibilità del Vescovo di fronte alla tortura, Leziano lo condannò infine a morte per decapitazione: era il primo del mese di settembre di un anno compreso tra il 118 ed il 137 d.C.
Terenziano, Vescovo e Martire, è diffuso in molte zone d'Italia ma solo a Capranica è venerato come Patrono intercessore ed a lui sono attribuiti, nel tempo, fatti prodigiosi e protezioni. Un pregevole busto del Santo in abiti episcopali e mitra, realizzato in lamina di rame argentato con al suo interno la reliquia del cranio, fu donato nel 1631 per devozione alla comunità di Capranica dal concittadino Bernardino Naro. È custodito in una teca murale situata nella navata destra della chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo. La tradizione vuole che la sera che precede la festa patronale, dall’abitato di Capranica ci si rechi presso la chiesetta rurale dedicata al Santo, percorrendo rigorosamente a piedi il buio tragitto che per l’occasione è illuminato da fiaccole e lanterne.
Il giorno della festa il busto del Santo, ai lati del quale trovano sistemazione due pregevoli reliquiari d’argento a forma di braccia che gli fanno assumere un aspetto benedicente, è collocato su di un’antica macchina processionale a raggera dorata ed angeli lignei. Al suono della banda musicale percorre le vie del paese, accompagnato dai numerosi confratelli dell'omonimo sodalizio religioso che indossano veste verde, mantellina rossa e cordone, per raggiunge la chiesetta rurale situata sul monte a lui dedicato, salutato nel suo percorso dal suono delle campane e fragorosi spari. Il braccio destro conserva un osso del braccio del Santo mentre il braccio sinistro conserva una reliquia di S. Biagio.
Analogo evento processionale, detto della Madonna “delle cocciarelle”, avviene la sera dell’8 settembre di ogni anno, giorno questo dedicato alla commemorazione della nascita della Madonna. In tale occasione il Santo Patrono è trasportato presso il piazzale antistante la chiesa della Madonna del Piano, situata subito fuori dell’abitato, al cui interno è conservato un affresco attribuito a Francesco Cozza (1605-1682) che raffigura la ricorrenza mariana. Per l’occasione la facciata della chiesa, importante opera dell’architetto Jacopo Barozzi da Vignola (1507-1573) è tradizionalmente illuminata da una moltitudine di candele e lumini sistemati ad evidenziarne i caratteri stilistici del monumento che, complice l’oscurità serale del periodo, creano già da lontano e con l’avvicinarsi della processione, un gioco artistico di luce che aggiunge alla celebrazione suggestione e fascino.
Omar Kheiraoui
La storia, la devozione, l’assistenza pubblica e i luoghi di culto delle Confraternite di Capranica sono dettagliatamente “descritte” negli straordinari e significativi scatti fotografici di Omar Kheiraoui: lo scopo del photographer è quello di non disperdere l’eccezionale patrimonio religioso e culturale che le Confraternite rappresentano. Da oltre due anni porta avanti questa ricerca dove vengono immortalate le architetture, le chiese, le processioni, gli eventi, i luoghi, i confratelli con il sacco e il cappuccio, privilegi e statuti, cappelle e oratori che ospitavano le tre Confraternite.
Grazie all’approfondimento della ricerca intimista e alla padronanza assoluta della tecnica fotografica Kheiraoui “riprende” luoghi sacri e personaggi “incontrati” nelle processioni, nelle feste, nel centro storico di Capranica o nelle limitrofe campagne che seducono per il loro poetico naturalismo. La luce e le ombre penetrano nelle forme dei monumenti e nei volti di uomini e donne, fondendo ogni elemento, sfondi, figure e oggetti secondari, come in una diffusione del colore, sortendo vibranti effetti che volutamente richiamano alla memoria l’atmosfera introspettiva, pacata fino alla malinconia dei Capranichesi, delle sue piazze, dei suoi vicoli, dei suoi portali, delle sue fontane e degli antichi lavatoi.