Fixed mindset vs growth mindset.
(Carol Susan Dweck)
Grazie ad un corso di formazione aziendale ho scoperto, con mia grande gioia, la psicologa americana Carol Susan Dweck. Docente di psicologia alla Stanford University dal 2004.
I suoi principali temi di ricerca riguardano la motivazione, la personalità e lo sviluppo.
Il mindset (o mentalità) è quel qualcosa che ciascuno di noi ha nell’affrontare la vita, ma soprattutto le sfide. È il modo con cui accettiamo le difficoltà, le leggiamo per dar loro un significato e cerchiamo di affrontarle al meglio delle nostre capacità.
Le persone con mentalità fissa (fixed mindset) evitano le difficoltà, quelle con mentalità di crescita (growth mindset) le assecondano.
Carol Susan Dweck parla dell’importanza del processo, più che del risultato che possiamo raggiungere. Non è importante la destinazione del viaggio ma sono importanti le tappe che percorriamo per raggiungerla.
Le sue ricerche si sono basate principalmente su bambini e ragazzi adolescenti ma possono essere applicate ad ogni età e ad ogni fase del ciclo di vita, includendo anche il quotidiano.
Una mentalità in crescita porta benefici nel percorso di vita, anche in ambiti che nulla hanno a che fare con l’apprendimento scolastico.
In una scuola americana, come in ogni scuola del mondo, gli studenti dovevano superare le prove di tutti i corsi per ottenere il diploma. A differenze del resto del mondo gli studenti americani che non superavano l’esame ottenevano il voto “Not Yet – non ancora”.
Lo studente, attraverso queste semplici parole, comprese di essere in una fase di “apprendimento”, di avere una strada aperta e percorribile verso il futuro, non uno sbarramento.
Per approfondire l’argomento Carol Susan Dweck ha voluto capire come gli studenti affrontassero le sfide e le difficoltà.
Per farlo ha dato a bambini di 10 anni, problemi piuttosto difficili che andassero oltre le competenze acquisite fino a quel momento.
La reazione di alcuni di loro fu, con grande sorpresa, molto positiva. Adoravano le sfide! Avevano capito, da subito, che le loro abilità potevano essere sviluppate. Anche non riuscendo a risolvere subito il problema avrebbero avuto la possibilità di imparare dall’errore. Questo è un classico esempio di “mindset della crescita” o growth mindset.
Altri studenti percepirono la loro difficoltà come qualcosa di terribile. Dal loro punto di vista, qualcuno avrebbe giudicato negativamente la loro intelligenza e questo li avrebbe portati a fallire nel compito e ad evitare compiti successivi. Addirittura qualcuno dichiarò che, la volta dopo, avrebbe cercato di copiare per sentirsi migliori. Avrebbero, in qualsiasi caso, cercato un modo per fuggire dalla difficoltà.
A questi studenti è stato certamente insegnato che l’intelligenza è una caratteristica fissa e immodificabile, per nulla migliorabile o potenziabile. Carol Susan Dweck chiama questo tipo di mentalità “fissa” o fixed mindset. Una mentalità che non prende in considerazione il fatto che l’apprendimento preveda alti e bassi, sbagli e sfide.
I bambini con il “mindset della crescita” hanno compreso alla perfezione il potere del “non ancora”, considerando l’apprendimento come un work in progress.
I benefici apportati da una mentalità “in crescita” permeano il percorso di vita di chi la assume, anche in ambiti che nulla hanno a che fare con l’apprendimento scolastico.
Si può non avere consapevolezza della propria mentalità ma la si può notare dai comportamenti che ognuno di noi assume in svariate situazioni, in particolare dalla nostra reazione davanti ad un fallimento.
Gli individui con una mentalità fissa temono il fallimento perché è un'affermazione negativa sulle loro capacità di base, mentre gli individui con una mentalità di crescita non temono il fallimento perché sono consapevoli che le loro prestazioni possono essere migliorate passando dal fallimento. Queste due mentalità giocano un ruolo importante in tutti gli aspetti della vita di una persona. Certamente una mentalità di crescita consentirà alle persone di vivere una vita meno stressante e di maggior successo.
I bambini elogiati, “hai fatto un buon lavoro” oppure “sei molto intelligente", hanno maggiori probabilità di sviluppare una mentalità fissa. Quelli che ricevono messaggi come “hai fatto un buon lavoro, ho visto che hai lavorato molto duramente" hanno maggiori probabilità di sviluppare una mentalità di crescita.
La ricerca di Carol Susan Dweck sfida la convinzione comune che le persone intelligenti nascano intelligenti. La mentalità di “crescita” ha lo scopo di aiutare a colmare lacune nei risultati, non a nasconderle. Si tratta di dire sempre la verità sui risultati attuali e poi, insieme, fare qualcosa al riguardo per raggiungere l’obiettivo.
Lodare l'intelligenza dei bambini danneggia la motivazione e la prestazione.
Ai genitori consiglia che, se vogliono fare un regalo ai propri figli, la cosa migliore che possono fare è insegnare ai loro figli ad amare le sfide, essere incuriositi dagli errori, godere dello sforzo e continuare ad imparare. In questo modo i figli non si ritroveranno schiavi della lode. Avranno modo di costruire e riparare la propria fiducia per tutta la vita.
Propendere ad una mentalità in crescita ha effetti benefici, questo non vuol dire che sia semplice ma ci si può provare!
Dai fallimenti possiamo imparare e, per far questo nel migliore dei modi, dobbiamo scontrarci con i nostri giudizi, spesso severi.
È importante acquisire la consapevolezza che se oggi non siamo in grado di fare qualcosa, impareremo a farla.