Appare preoccupante la fotografia della realtà giovanile che emerge dai dati dell’Osservatorio Indifesa che, nel corso del 2020, ha intervistato seimila giovani di età compresa tra i 13 e i 23 anni provenienti da tutta Italia.
Il 61% dei più giovani ha affermato di essere vittima di bullismo o di cyberbullismo mentre il 68% di esserne stato testimone mentre il 93% degli adolescenti ha affermato di sentirsi solo. Una situazione che mostra segni di gravità soprattutto per la sofferenza psicologica che ne deriva, oltre il 42% fra ragazzi e ragazze ha dichiarato di soffrire per episodi di violenza psichica subita da parte di coetanei, in particolare, circa il 45% delle ragazze ha segnalato il forte disagio provato dal ricevere commenti non graditi di carattere sessuale online.
Ad ammetter di aver compiuto atti di bullismo o cyberbullismo è l’8% delle ragazze mentre tra i ragazzi il numero cresce fino al 14,76%. Urgono chiaramente interventi volti a risolvere una piaga sociale che si fa sempre più dolorosa facendo emergere la necessità di progetti educativi e di inclusione. In tal senso si sta muovendo, ad esempio, la Federazione Malattie Rare Infantili, in collaborazione con il Centro Servizi Didattici della Città Metropolitana di Torino e altre istituzioni e associazioni del territorio, che di recente hanno presentato “L’Albero della diversità”, un network di bambini, adolescenti, insegnanti, scuole, genitori, associazioni, istituzioni e professionisti in diverse discipline. L’obiettivo è proprio quello di contrastare i fenomeni di discriminazione, odio e violenza contro la diversità in tutte le sue manifestazioni e prevenire il bullismo e il cyberbullismo tra i giovani.
Per realizzare questo obiettivo sono in atto diverse attività tra cui “Diverso da Chi? Dialoghi sulla disabilità, l’omofobia e il razzismo”, un maxi progetto che coinvolge 18 Istituti Scolastici, 70 gruppi-classe, circa 1400 studentesse e studenti e 70 insegnanti. Non si tratta di lezioni frontali, ma di una formazione innovativa, interattiva e coinvolgente che mette in dialogo diverse conoscenze e competenze per consentire ai bambini e agli adolescenti di comprendere la diversità in tutte le sue forme e di mettere in gioco le proprie idee, credenze, pregiudizi e stereotipi, assorbiti inconsapevolmente dalla società.
Grazie al pensiero “critico, creativo e valoriale” e “all’arte dell’argomentazione” è possibile smascherare le “false credenze” che spesso rappresentano la fonte privilegiata del bullismo. In virtù dell’esperienza formativa con i bambini-adolescenti è stato organizzato il ciclo di incontri “Bullismosofia. Contrastare abusi e discriminazioni con l’uso del pensiero critico, creativo e valoriale” rivolto a insegnanti e caregiver. L’obiettivo è di trasmettere conoscenze e competenze per la gestione delle “diversità” in ambito scolastico. Il corso ha il riconoscimento della Regione Piemonte e del MIUR.
Tutte le attività dell’Albero della diversità sono monitorate da un gruppo di ricerca che analizza il bullismo e il cyberbullismo, in particolare le dimensioni “sessiste” e “abiliste” del fenomeno, anche tramite la somministrazione di questionari di natura qualitativa e quantitativa. I risultati dello studio saranno resi noti tramite una pubblicazione che, alla luce dei risultati conseguiti e delle esperienze dei formatori, potrà trasmettere informazioni utili per la prevenzione e il contrasto di fenomeni sempre più diffusi.