L’Antiquarium di Pompei è stato finalmente restaurato dopo una serie di lavori che hanno dato vita a un nuovo spazio museale all’interno di quello che è uno dei siti archeologici più importanti nel mondo.
Il progetto museale di riallestimento permanente, curato dallo studio COR arquitectos (Roberto Cremascoli, Edison Okumura, Marta Rodrigues) e Flavia Chiavaroli, si è ispirato al lavoro precedentemente concepito da Amedeo Maiuri (1886 – 1963) che organizzò, nel dopoguerra, l’esposizione dei reperti, dei calchi delle vittime, degli oggetti di quotidianità, la statuaria, in un circuito espositivo che raccontava al pubblico i ritrovamenti.
La riorganizzazione dello spazio, segue quasi come una sequenza cinematografica le sale, raccontando la storia di Pompei dall’età sannitica fino alla tragica eruzione del 79 d.C.
Per evitare ancora una volta di intervenire sull’edificio storico in forma di ‘rammendo’ e siccome la pratica architettonica è un atto ‘integrativo’ è inevitabile procedere alla riconnessione degli spazi circostanti con l’edificio stesso.
(Cor arquitectos)
I progettisti hanno ripristinato l’assialità ottocentesca del percorso, demolendo le contropareti e ricreando il rapporto tra le sale, dandogli una nuova apertura prospettica che desta nel visitatore quello stupore che ispirò, nel 1954, anche il grande regista e maestro visionario Roberto Rossellini nel film, con Ingrid Bergman e George Sanders, Viaggio in Italia.
Nato inizialmente come magazzino nel 1870 grazie a Giuseppe Fiorelli, ideatore della tecnica dei calchi, bombardato nel 1943 e riallestito nel 1948 da Amedeo Maiuri, in occasione del bicentenario degli scavi, l’Antiquarium è rimasto chiuso per trent’anni, in seguito al terremoto del 1980, prima di essere riaperto nel 2016 anche se solo per esposizioni temporanee.
Il nuovo assetto prevede l’accesso ai nuovi ingressi, Piazza Anfiteatro e il varco di Piazza Esedra, attraversando un grande portale realizzato in pietra lavica con il lettering: “ANTIQVARIVM”, realizzato in ferro battuto, stile anni Cinquanta, che conduce il visitatore all'interno del museo.
Una galleria continua a doppia altezza ed una ad altezza contenuta, si sviluppano lungo le undici sale allestite, illuminate dalla luce naturale che è stata liberata dalla riapertura dei vecchi lucernari.
Le sale espositive, attraverso la suddivisione in sezioni, sembrano ridar vita alla Pompei: Prima di Roma: Roma vs Pompei; Pompeis diffcile est; Tota Italia; A fundamentis reficere e L’ultimo giorno. Ognuna racconta un tassello di storia dalle origini ai rapporti con Roma, la cultura e lo stile di vita degli abitanti della città, che prosperò durante l’età giulio-claudia (27 a.C. – 68 d.C.).
Caro visitatore, vogliamo che tu sia consapevole che all’interno del percorso espositivo si trovano alcuni dei famosi calchi. Si tratta degli antichi pompeiani, morti lo stesso giorno in cui la furia del Vesuvio seppelliva.
Avvisa il pannello, come un’intima epistola ai visitatori all’inizio del percorso. Storiche testimonianze del patrimonio pompeiano si susseguono in un viaggio nel tempo, come gli affreschi e il calco del bambino della Casa del Bracciale d’oro, gli argenti di Moregine o il triclinio della Casa del Menandro, fino ai rinvenimenti degli scavi più recenti: come i frammenti di stucco nel I stile delle fauces della Casa di Orione al tesoro.
Per i reperti medio-piccoli, suppellettili, vetri e busti sono stati utilizzati, in armonia con un restauro dell’uso più che filologico, dei nuovi eleganti espositori in metallo assieme ad alcuni esemplari antichi restaurati, alloccati con o senza teca di protezione. Mentre per le opere statuarie si è ricorso a basi in lastra, leggermente rialzata, di pietra lavica che segue lo stesso linguaggio materico delle vetrine espositive degli anni Cinquanta e accentua la sensazione fluttuante nello spazio e nel tempo che si respira nelle sale, in cui sono immersi i visitatori.
In occasione dell’inaugurazione sono stati anche presentati il podcast La città viva, e l’audio racconto Amedeo, dedicati al Parco Archeologico di Pompei.