C’è una luce profumata, leggera, ed io cammino lungo il sentiero che lambisce il torrente. Sento il respiro che torna, che emerge come liberandosi da un lungo letargo.
Chiedo alle parole di essermi compagne per rendere omaggio a Madre Natura che già sboccia di vita nei suoi tappeti erbosi intrecciati di violette, negli alberi che si tingono di smeraldo, nel sentore tiepido che scioglie il bianco dei monti.
Sono parole antiche quelle che ascolto, parole che respirano nel soffio dell’universo:
Divina Madre le parole hanno bisogno della tua bocca
Hanno bisogno del tuo orecchio
A Te si mostrano, come luci tu le accendi
Grande Madre a noi tu le riveli
Come specchi riflettono la vita
Divina Madre della profezia
Divina Madre che indichi la via
Dea potente che aggioghi il cavallo selvaggio
Dea che al sacro connubio rendi omaggio
Dea che germogli l’erba con delicato piede
Dea antica, perenne Madre che dall’errore ti ravvede
Madre che nutri la solitudine oscura
Madre che distendi il tuo manto sulla paura
Dea dallo sguardo assorto
Dea che ridai vita al grano che pareva morto
Madre Dea che mi prendi per mano
Madre buona che mi conduci sul verde altipiano
Dea d’amore che custodisci il potente talismano
Dea venerata nella grotta arcana
Amabile Dea ombrata di rose e di genziana
Dea che suoni l’arpa birmana
Dea che giaci nel bosco di meli
Dea che di notte mi copri di impalpabili veli
Antica Dea che intoni un amorevole ritornello
Signora che domi le cavalle accanto al fresco ruscello.
Mi siedo accanto alla grande quercia e chiedo alle parole di continuare a mostrarmi il loro volto cangiante, di farmi ancora ascoltare il loro suono colmo di bellezza, di condurmi nei territori nei quali la parola è sacra, là dove il gesto si fa invocazione, dove il sentire è risonanza di bene e l’anima gode del soffio silenzioso nel quale il cuore si placa:
Madre intagliata nell’avorio e nell’osso
Madre vestita d’oro e di rosso
Madre pura come un giglio, madre che dai la vita a tuo figlio
Madre dischiusa alla potenza d’amore
Madre che intoni il canto con la voce del cuore
Madre bella, Madre sorella
Madre annunciata per amore del mondo
Madre discesa nel buio profondo
Madre che cerchi la figlia perduta
Madre che bussi alla porta che resta muta
Madre che intoni il suono del pianto
Madre che nutri con i chicchi d’amaranto
Madre Dea con mille nomi invocata
Madre distesa nella luce argentata
Dea che dimori sull’alta cima del cielo
Dea che lasci cadere il velo
Madre antenata sposata al suono del mondo
Madre capace di entrare come bambina nel girotondo
Madre propizia, madre sapiente
Madre gioiosa che dissolvi le tenebre
Madre che doni la parola ai poeti
Madre custode dell’acqua che scorre e disseta
Madre dei verdi prati
Madre che accendi le stelle per gli innamorati
Madre che respiri l’aurora
Madre che ascolti la leonessa imprigionata
Madre che baci nell’elefante la nostra antenata
Madre che sciogli le tue trecce nelle chiome della grande acacia
Madre saggia
Madre selvaggia
Madre audace
Madre che vegli accanto al focolare
Madre che desti la passione che le anime fa incontrare
Madre che governi la vita come barca sulla distesa del mare.
Sento l’aria lieve che scivola via, che mi avvolge come uno scialle di seta.
È una sensazione di grazia e di beatitudine, come una brezza d’incantesimo.
Mi attraversano parole che risuonano come delicate onde che si distendono sulla spiaggia, parole che conducono nei luoghi della Dea originaria.
È come un salmodiare intimo, delicato.
Non è tempo di narrare ma di accogliere il sapere antico della preghiera rivolta alla Grande Madre affinché il suo cuore sia magnanimo e la sua mano si stenda su di noi come ad accompagnare il nostro cammino attraverso la foresta che conduce alla caverna nella quale ogni vita ha inizio e alla quale ogni vita ritorna per intraprendere un nuovo viaggio:
Madre dal grembo ricolmo d’amore
Madre che versa divino liquore
Madre di soavità, di grazia e incanto che allontana il dolore
Madre dalle dolci parole che preservi la speranza
Madre che senti ogni voce nel silenzio
Madre che tutto prevedi, che tutto abbracci
Madre dal volto che sorride
Madre del tempo eterno libera dai veli dell’illusione
Forte e agile come tigre
Grande Madre dal corpo intriso di nettare
Madre che tutto hai veduto con anima antica
Madre pudica amica della solitudine
Signora delle messi scaldate dal sole
Madre di grande, invincibile onore
Madre che impasti i saperi del cuore
Madre che attendi chi ti ha lasciata nel dolore
Madre paziente della misericordia
Madre premurosa
Madre raggiante come sposa gioiosa
Madre incoronata di sfavillante candore
Madre coraggiosa e serena
Madre che governi la selva oscura Madre che allontani la sventura
Madre della fortuna e della letizia
Madre buona che asciughi il pianto di tua figlia
Madre che preghi per il bene del mondo
Madre che cuci la striscia dell’orizzonte
Madre che proteggi chi sfida le onde.
Le parole mi attraversano, scorrono e scivolano via come acqua lustrale, sento il piacere di lasciarmi coinvolgere in un ritmo che è armonia, che è purezza, che è dono, le parole si lasciano intonare come un canto che alleggerisce l’anima e la guarisce:
Madre mare che accogli i relitti del cuore
Madre pietosa di misericordia
Madre infinita che risuoni sotto le stelle
Madre che accarezzi un albero ribelle
Madre solcata da galeoni incantati
Madre dagli sguardi vellutati
Madre verde azzurra e violetto
Madre profumata di mughetto
Madre che lambisce l’orizzonte
Madre che arrossi i tramonti
Madre che giochi con le onde
Madre che odori di salsedine amara
Bianca Madre come schiuma nel mezzo dei flutti
Madre che sposi il sole al mattino
Madre che ti immergi nell’abbraccio divino
Madre increspata dal vento di ponente
Madre tenera e iridescente
Madre che respiri nel buio della notte
Madre che accogli le voci dei gabbiani
Madre che porti i desideri lontani
Madre che abbracci l’uragano
Madre che risuoni di melodie arcane
Madre che scolpisci le rocce con eterno ricamo.
Molto è già deciso dai cicli potenti della Natura ma noi possiamo prepararci ad entrare in armonia con lei facendo risuonare la nostra voce come in una litania così da creare quel sentire amorevole, quella consonanza di suoni e parole che placa la mente e la conduce lungo i sentieri segnati sulle rotte dell’anima:
Madre che percorri le antiche rotte
Madre eterna che conosci la benevolenza
Madre che conduci nel luogo dei frutti incantati
Madre dal cuore immenso
Madre che indossi le tenebre della notte
Madre che tessi le favole interrotte
Signora che danzi nell’arcobaleno
Divina Madre che volteggi sul toro tempestoso
Madre figlia e sorella di ogni creatura
Madre lucente nella nebbia
Madre splendente nel temporale
Madre che conosci le leggi di ogni accadimento
Madre che al viandante offri asilo
Madre che detergi il volto sofferente
Signora onnipotente venerata e amabile.
Come un antico inno nel quale le parole si fanno ierofanti, ministre devote che rendono manifesta la potenza del Femminile.
È un’esperienza di grande intensità quella di sentirsi tramite di questo rito di parola che spalanca mondi senza tempo nei quali torniamo ad incontrare le Antenate che hanno intrecciato le nostre vite con fili d’argento così che potessimo riconoscerci per la nostra preziosità:
Madre che bagni di latte il cuore bambino
Madre che accogli chi piange il proprio destino
Madre che doni il pane a chi ha perduto il cammino
Madre innamorata che ti vuole vicino
Madre della luce, immortale Signora
Madre che cavalchi i flutti
Madre che lambisci le sabbie assolate
Madre inumidita dalla rugiada
Madre che rendi azzurra la pietra di giada
Madre che fiorisci di rose il deserto
Madre che attraversi con il tuo cuore l’universo
Madre mare che nutri il fondale pescoso
Madre dal cuore amoroso
Liquida madre che dai vita alle rocce perenni
Madre dai venti lambita
Madre sulla morbida terra assopita
Madre che guarda alla finestra
Madre che resti nella quiete lucente
Madre amorevole e paziente.
Le parole si offrono in un crescendo di immagini, sembrano zampillare libere come da una limpida, inesauribile fonte, mi sento parte dell’accadere della vita, del suo infinito mutare, accolgo con pienezza i segni della nostra appartenenza al sapere antico, e ancora una volta rendo omaggio a Colei che vive nella profondità del nostro sentire primigenio, che alimenta le radici antiche della profezia, che conosce l’infinito racconto delle nostre esistenze.
Mi arrivano altre parole con la stessa intensità di un profumo, con la dolcezza di un abbraccio ma questa volta è la Madre a pronunciarle:
Donna nutrita dal dolore e dal pianto
Donna rinata nel tepore del mio manto
Donna di forza e di soavità
Donna d’amore e di pietà
Donna esultante di gioia radiosa
Donna che ascolti il profumo di mimosa
Donna che sposi il sentire del vento
Bianca sposa che benedici il mondo con il tuo dolce accento
Anziana fanciulla dal sapore antico guarda il mio volto
Che io ti benedico.
Le parole si immergono nella luce bianca dell’aria e mutano pian piano in un silenzio che ancora ne conserva l’eco.
A cura di Save the Words®